Le vacanze dei calciatori professionisti in Svizzera (molto ridotte, a dire il vero) sono in dirittura d’arrivo. Tra oggi e domani, infatti, quasi tutte le squadre inizieranno la preparazione per il prossimo campionato. A fare eccezione Zurigo, Lucerna e Sion che si ritroveranno mercoledì e giovedì.
Per quanto riguarda il Lugano, i giocatori sono stati convocati per oggi: previsti i tradizionali test medici e fisici, che si svolgeranno alla clinica Ars medica e allo stadio di Cornaredo. Domani, invece, inizieranno gli allenamenti veri e propri e già sabato 22 agosto, alle 11, sul campo del Sementina (nel Sopraceneri) è in programma la prima sgambata.
Rispetto alla stagione che sta per cominciare, è stata ovviamente accolta con grande favore la scelta adottata dal Consiglio federale (organo del potere esecutivo in Svizzera) che, il 12 di questo mese, ha deciso di autorizzare le grandi manifestazioni con presenze superiori alle 1.000 persone, a partire dal 1 ottobre.
L’attuazione di questa norma, così come previsto dal diritto federale, è stata demandata ai Cantoni. Il termine della legislazione d’emergenza, infatti, ha ridato al potere locale la competenza esclusiva in materia. In linea di massima, è stata prevista un’apertura differenziata con misure di protezione flessibili, che saranno basate sui rischi di contagio e verranno adattate ai singoli eventi.
Tuttavia, il Dipartimento federale dell’interno (DFI), in collaborazione con i dipartimenti dei singoli Cantoni interessati, entro il 2 settembre definirà delle linee guida alle quali i singoli Cantoni si dovranno adeguare, in materia di autorizzazione a tutti i grandi eventi, tra i quali sono ovviamente comprese le partite di calcio professionistiche.
Lo scopo, ovviamente, è far coincidere gli interessi di tutela della salute pubblica, prevenendo un deterioramento della situazione epidemiologica, tenendo però anche conto dei bisogni della popolazione (lo è anche l’accesso a un’offerta sportiva diversificata, anche se molti la pensano diversamente, e non solo qua) e gli aspetti di natura più schiettamente economica, che riguardano un settore che, piaccia o no, dà lavoro e sostegno a migliaia di famiglie.
La SFL, come prima misura, al fine di non penalizzare economicamente le società, ha quindi deciso di rimandare la partenza dei tornei di una settimana (la nuova stagione doveva partire nel fine settimana dell’11 settembre 2020). Inoltre, sono state esposte alcune prescrizioni per l’accesso agli stadi, in un comunicato stampa inviato ai media accreditati, che riassumiamo qua sotto. Sono di grande interesse (potrebbero, un domani, essere prese a esempi anche nella nostra Penisola), e sono state elaborate con il supporto dei club.
Per diverse settimane, infatti, la SFL si è attivata in tal senso, attraverso un gruppo di lavoro del quale facevano parte anche i rappresentanti dei club. Lo scopo era la creazione di misure condivise di prevenzione uniformi, per iniziare a livello di allenamenti e partite. Obbligo generale, dunque, di indossare una maschera in tutte le aree dello stadio, per esempio. Rispetto agli spettatori, si è decisa la chiusura dei settori dei tifosi ospiti, nonché l’abolizione temporanea dei posti in piedi (i luoghi di ritrovo delle frange del tifo più caldo) nella Raiffeisen Super League.
Inoltre, nel mese di settembre, la SFL emanerà una direttiva per i club, atta a garantire la protezione, allo stadio, per le partite di campionato, della salute degli spettatori nel corso della nuova stagione 2020/21. In linea di massima, i club regoleranno l’afflusso e il deflusso dei tifosi, le procedure organizzative per il controllo degli ingressi e delle uscite negli stadi, nonché le misure di tracciamento dei presenti e l’organizzazione del catering e dell’ospitalità, che è uno dei punti di forza dei moderni stadi elvetici.
Dal combinato disposto di queste procedure e delle disposizioni imposte dai singoli Cantoni verranno decise le singole capienze massime di spettatori negli stadi, vale a dire il vero nodo di tutta la procedura. La scommessa sarà creare le condizioni per convincere gli appassionati a tornare sugli spalti: e questa è una vera e propria condizione di sopravvivenza per la gran parte delle società professionistiche.
Il vero problema, a nostro sommesso parere, sarà persuadere gli spettatori a tornare allo stadio. Al di là di tutte le chiacchiere in libertà su quanto siano deprimenti gli stadi senza tifosi, qua come ovunque la gente tornerà ad affollare stadi e piste di disco sui ghiaccio solo con la ragionevole sicurezza di non rischiare contagi.
In Svizzera, in fondo, il sistema delle partite trasmesse (attualmente) tramite Teleclub è in Pay per view (ogni incontro costa 5 Frs), con la possibilità di scegliere, per esempio, la lingua del commento. Una bella alternativa, per i timorosi, che rischia però di essere pagata a caro prezzo dai club, che puntano sugli incassi di biglietti e delle buvettes di ristoro per gli spettatori.
Per ora, l’unico dato oggettivo è che il divieto per le grandi manifestazioni doveva saltare dalla fine di agosto. La sensazione, diffusa tra gli addetti ai lavori e non solo, e che si sia semplicemente preso tempo. La situazione, infatti, qua come ovunque, è molto fluida e, come sentiamo ogni giorno, piuttosto preoccupante. Più di una persona, leggendo i social, non è disposta a scommettere neppure un franco che tutto andrà come previsto.
Le società professionistiche, inoltre, nel mese scorso, hanno bocciato le condizioni di prestiti fatte dalla Confederazione, che prevedevano la responsabilità della SFL per l’intero prestito, l’importo della garanzia richiesta e, infine, l’obbligo, per la SFL, di istituire ogni anno un fondo di garanzia, nonché la riduzione del 20% del monte ingaggi.
L’assemblea dei club, sul piano più strettamente sportivo, hanno poi deciso anche varie modifiche al regolamento. Per la stagione 2020/21 verrà quindi mantenuta la regola delle cinque sostituzioni a partita, come avvenuto dopo la ripresa. Inoltre, sono state determinate le conseguenze in caso di interruzione del campionato per causa di forza maggiore, vista la fluidità della situazione attuale.
Il numero di giornate effettuate per intero sarà determinante per la classifica. Se verranno completati meno di 18 turni, il campionato non verrà ritenuto valido. In caso di 18 o più turni completati, la classifica che risulterà al termine dell’ultima giornata disputata sarà considerata come classifica finale.