Il possibile sbarco di una nuova federazione statunitense sul palinsesto televisivo italiano rappresenta senza ombra di dubbio uno dei temi principali delle ultime settimane. La chiacchierata trattativa riportata dai media tra AEW e Sky Italia, nel caso in cui andasse a buon fine, avrebbe impatti straordinari nel panorama nazionale e non solo.
Fatta eccezione per un periodo nel quale la TNA veniva trasmessa in Italia negli anni di maggiore push, bisogna tornare ai tempi della WCW per vantare sul nostro territorio una copertura televisiva dedicata a diverse federazioni statunitensi. Dal buon esito della negoziazione avrebbero tutti quanti da guadagnarci; l’All Elite Wrestling andrebbe ad occupare uno spazio di assoluto rilievo nel panorama europeo dato che si tratterebbe di una strategia già intrapresa al di fuori dell’Italia, la pay-tv in oggetto non si priverebbe del wrestling nel proprio palinsesto sportivo offrendo peraltro l’unica federazione di spicco rivale alla WWE a costi inferiori. Ne beneficerebbero gli appassionati nostrani, ai quali verrebbe finalmente data la possibilità di seguire in maniera completa, a prescindere da eventuali ritardi dalle dirette americane, le principali federazioni.
Tutti quanti avrebbero modo di valutare in maniera dettagliata una federazione avente l’obiettivo di rompere determinati schemi, sfruttare eventuali spiragli in un monopolio super consolidato, offrire un tipo di prodotto alternativo, meno prevedibile, più coinvolgente, completo e libero, nel quale i protagonisti dentro e fuori dal ring siano maggiormente autonomi. I fans avrebbero modo di appassionarsi ad un prodotto fresco, innovativo ma, al tempo stesso, ancorato ai principi cardine della disciplina, la WWE stessa, forse “minacciata” nelle proprie certezze ma magari stimolata a migliorarsi, non scordando i punti di forza, troppo spesso accantonati per pigrizia, o superficialità.
Non dobbiamo mai trascurare un aspetto fondamentale; maggiore concorrenza porta ogni offerente a mettere sul piatto un prodotto migliore, capace di lasciare a bocca aperta il fan. Tutte le parti chiamate in causa sono inevitabilmente spinte ad andare oltre, ne beneficiano il wrestling e gli appassionati, oltre agli stessi lottatori, ai quali si aprono maggiori prospettive e diverse alternative di carriera, non più contestualizzate in un unico posto. Non è un caso se uno dei migliori periodi, se non il migliore in assoluto almeno nell’epoca moderna, vissuti dal wrestling faccia riferimento alla lotta degli ascolti del lunedì sera tra WWF e WCW e ai tempi caratterizzato da una terza opzione, originale e alternativa, costituita dalla ECW.
Nelle occasioni in cui mi capita di leggere o seguire recentemente siti e forum di appassionati al nostro sport – entertainment preferito, frequentemente mi imbatto in commenti di fan che parlano di fedeltà, o di rifiuto a priori ad una determinata federazione. Il tutto senza voler mai mettere in dubbio, o in discussione le proprie convinzioni e preferenze, senza dare chance a chi si immette sul mercato per guadagnarci sia chiaro, ma anche per migliorare l’intero movimento, inevitabilmente chiamato ad una modernizzazione e ad una concorrenza più credibile.
Alla lunga i monopoli portano spesso svariati aspetti negativi, tra i quali soffocare sul nascere eventuali interessi esterni a crearsi un determinato spazio e sedersi sugli allori, sui risultati ottenuti, appiattendo l’offerta e standardizzando al massimo le caratteristiche del prodotto e i gusti dei fan. NXT rappresenta l’ancora di salvezza per Stamford, il miglior show in assoluto, la fucina di talenti, lì il wrestling targato WWE sembra lontano anni luce dalla qualità talvolta sotto le aspettative offerta a Raw e Smackdown. Non a caso l’AEW ha voluto mettersi alla prova proprio nella sera di NXT, sia per non compiere probabilmente il passo più lungo della gamba correndo il rischio di restare bruciata al primo impatto, sia per la consapevolezza che avrebbe fatto molto più male al colosso WWE minando le sicurezze e gli ascolti dello show caratterizzato dalla migliore qualità in assoluto.
Chiunque segua il wrestling deve però mettersi in testa un concetto basilare; a mio parere risulta completamente errato parlare di fedeltà o rifiuto ad una federazione, dobbiamo restare esclusivamente fedeli al wrestling, alla disciplina, inevitabilmente evoluta nel 2020, necessariamente radicata alle proprie fondamenta. Non condivido il pensiero di chi sostiene “io rimango fedele alla WWE, non seguirò nessun altro”, oppure “ben venga l’AEW così la WWE farà la fine che merita”, ecc ecc. Noi pensiamo a fare i fan e gli appassionati, a seguire tutti gli show possibili e ovviamente ognuno, a quel punto dopo aver dato chance a tutti, avrà ovviamente le proprie preferenze, avrà il potere tra le mani con un click su internet, oppure girando canale con il telecomando.
WWE vs AEW anche in Italia? Non pensiamo che qualcuno, vecchio o nuovo presente nell’ambiente, voglia andare a distruggere la nostra passione, ognuno fa i propri interessi economici, noi dobbiamo esclusivamente augurarci che l’offerta di qualità sia la più vasta e varia possibile, in modo tale che l’universo Wrestling ne possa beneficiare al massimo, in ogni propria componente. Non dimentichiamocelo mai.