Le 7 Marce, Gp Ungheria – Hamilton, manifesta superiorità
Gran Premio di Ungheria, 3/a tappa del Mondiale di Formula 1 2020. Analizziamo quanto accaduto sul circuito dell’Hungaroring con la nostra monoposto fornita di un cambio vintage ma potente a 7 marce.
Viaggia in 7/a marcia, Lewis Hamilton – Nella lotta, se un contendente incamera 10 punti di vantaggio sul proprio avversario, l’incontro viene dichiarato concluso per manifesta superiorità. Ecco, il Gp d’Ungheria di ieri avrebbe dovuto essere sospeso per la manifesta superiorità di Lewis Hamilton. Cosa altro aggiungere a chi ti guadagna la pole position con un tempo da urlo, resta in testa alla corsa dall’inizio alla fine, doppia quasi tutti gli avversari e ti stampa pure il giro più veloce? Hamilton vince, va in testa al Mondiale e non si direbbe davvero chi possa contrastarlo verso il settimo titolo iridato.
Viaggia in 6/a marcia, Max Verstappen – Qualifica non esaltante, ma l’olandese si riscatta con una partenza sotto la pioggia che gli diventa il viatico per una corsa dove conquista il titolo di primo degli umani, considerato Hamilton fuori concorso. Riuscire a tenere dietro almeno una Mercedes, quella di Bottas, è impresa di livello.
Viaggia in 5/a marcia, la Racing Point – Ok, è definita da tutti la copia della Mercedes 2019. E forse qualcosa di vero c’è. Ma, nel frattempo, la scuderia di Stroll padre continua a macinare punti pesanti e lo fa anche ieri con Stroll figlio ottimo quarto e Pérez settimo. L’unica pecca per le vetture rosa resta la partenza, che compromette le ultime qualifiche.
Viaggiano in 4/a marcia, Haas e Williams – Due delle tre “cenerentole” del Mondiale di Formula 1 2020, in Ungheria non diventano principesse ma almeno ottengono lo status di invitate al Gran Ballo. La scuderia statunitense è la prima a capire che la pista si stava asciugando e, grazie a questa ottima intuizione, porta a casa due punti insperati con Magnussen. La Williams è ancora a bocca asciutta, ma perlomeno in qualifica entrambe le vetture di Grove centrano la Q2. Segnali di ricrescita.
Viaggia in 3/a marcia, l’Alpha Tauri – Quando vi è un solo ritiro in un Gran Premio e quell’unico ritiro è rappresentato da una tua vettura (Gasly, problema al motore) ovvio che esci deluso dal fine settimana. A maggior ragione se non sei mai stato competitivo con l’altra vettura rimasta in corsa (quella di Kvyat) per i punti.
Viaggia in 2/a marcia, l’Alfa Romeo – La Sauber sponsorizzata dai colori del Biscione (non ce ne dimentichiamo mai) non lascia da sola la Ferrari nella crisi dei risultati. Di gran lungo, purtroppo, l’Alfa Romeo all’Hungaroring è stata l’ultima del lotto. E non si intravedono grossi segnali di miglioramento
Viaggia in 1/a marcia, la Ferrari – Quando una scuderia si trova in crisi tecnica, dovrebbe approfittare di ogni possibile aiuto dalla fortuna per cercare, con un’ottima strategia, di compensare il distacco dalle più competitive. Invece, la strategia Ferrari di montare le gomme soft a Leclerc quando la pista si stava sì asciugando, ma non in maniera tale da consentire il montaggio degli pneumatici a mescola morbida. Risultato? Gara del monegasco rovinata con l’11/o posto finale e sorpasso subito dal compagno di squadra Sainz e giri di doppiaggio come se piovessero. A salvare il salvabile ci pensa Vettel con il sesto posto. Ma è notte fonda per la Rossa.