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Scudetto, rush finale: Juve, motore non a pieno regime. Calendario: Atalanta con il percorso più agevole

Oltre al fatto che la vittoria non arriva da quattro giornate, c’è un dato su tutti che fa riflettere in casa Juventus, ed è quello che riguarda i gol subiti: sono 9, nelle ultime tre partite: tanti quanti ne aveva subiti nelle precedenti 13 di campionato, a cavallo del lockdown. A questo, va aggiunto un altro dato significativo: e cioè, che nel primo tempo della gara del Mapei, l’undici di Sarri ha concesso 16 conclusioni verso la porta di Szczęsny: non accadeva da 15 anni. Ora, parlare di crisi no, perché c’è stata una pandemia con giocatori contagiati, c’è una classifica che sorride ancora, c’è una Champions da affrontare nella final eight di Lisbona, Lione permettendo, insomma: Coppa Italia a parte, delusione già digerita, per Sarri c’è modo di risollevare questa situazione.

Ecco: prima, del Lione, cinque partite di Serie A: Lazio, Udinese, Samp, Cagliari e chiusura con la Roma. I sette punti di distanza da un’Atalanta rabbiosa, e bella, e concreta, son un margine che consente ai bianconeri di godere di una buona dose di tranquillità, soprattutto perché Lazio e Inter stanno andando col freno a mano tirato. Che questa Juventus non sia bella, è fuori discussione, e che le cose non girino come dovuto, è palese. Ma son le circostanze che rendono peculiare un momento, e di circostanze il calcio ci vive: anche prima della pandemia, la Juve non esaltava ma vinceva, ed era solida. Post lockdown, la circostanza dice che questa Juve fa fatica, e le altre, Dea a parte, non sanno come approfittarne. Che Sarri sia in discussione, esagarato, perlomeno adesso. Che ci sia bisogno di una svolta, neanche bisogna sottolinearlo. Togliere ruggine da testa e gambe, cosa da fare subito, e cosa, che Sarri, sa fare bene. A fari bassi, come da suo stile, per recuperare energia, per ridare carattere a una Signora, che a Pandemia finita, sembra ancora chiusa in casa.

Senza dubbio, di questi tempi, gli altri anni, si era già con la testa alla prossima stagione. In quest’anno condizionato da virus e pandemia, le carte rischiano incredibilmente di mescolarsi. I sei punti di vantaggio sull’Inter, a cinque giornate dalla fine, per la Signora non sono assolutamente un margine di sicurezza, soprattutto guardando il rendimento, che non è come tifosi e presidenza speravano.

Ovviamente, avere 2 vittorie di vantaggio sulla seconda, con 15 punti ancora in palio, è un qualcosa che Sarri deve saper gestire, anche se il calendario non è così semplice. Subito la Lazio, tagliata fuori dalla corsa al titolo perché non ne ha più, poi la Roma all’ultima: entrambe allo Stadium, anche se il fattore campo, lo stiamo notando, non è più così determinante, senza il calore del pubblico. Sul rush finale, calendario alla mano, neanche l’Inter ha un cammino semplice: subito la Roma, poi la Fiorentina, chiusura col botto con Napoli e soprattutto Atalanta. Ecco: Milan e Inter, per la Dea, sono le uniche due grandi da affrontare in queste cinque rimanenti, ma è Gasperini che l’ha detto di non pensare al lungo periodo ma di navigare a vista, step by step, e accumulare punti, e riprendersi la qualificazione in Champions come obiettivo minimo, e poi chissà. Le final eight di Lisbona son lontane: lo Scudetto è un’utopia, ma finché non uscirà anche la Spes dal vaso di Pandora, l’altra Dea, quella nerazzurra, per stile, e per quanto potrà, se la giocherà fino all’ultimo.