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Viaggio nell’Old Subbuteo – Il portiere: tutti i consigli per come utilizzarlo al meglio

Foto: https://conankrom.jimdofree.com/

Come nel calcio vero, anche nell’Old Subbuteo il portiere ha un ruolo cruciale. Abbiamo trattato, la scorsa settimana, dell’importanza delle tattiche difensive, soprattutto per chi si approccia al gioco per la prima volta. Il “Primo: non prenderle” è una regola che ci aiuterà a non subire pesanti imbarcate, consentendoci di crescere in autostima e in abilità.

Come sempre, lasciamo la parola a Maurizio, web master del sito https://conankrom.jimdofree.com/ e abile giocatore. “Dell’importanza del gioco difensivo abbiamo già trattato nelle passate settimane, dove abbiamo accennato al portiere. Per prima cosa, sarà fondamentale prendere dimestichezza con questa miniatura, imparando a parare con la mano sinistra (o viceversa, per i mancini). Un giocatore esperto, infatti, saprà punire l’avversario che lascerà l’estremo difensore abbandonato tra i pali.”

“Usare la mano debole all’inizio non sarà semplice: servirà un po’ di pratica. La destra, infatti, deve rimanere libera di muovere le altre miniature, in caso di attacco avversario, per porre in essere tutte quei movimenti che abbiamo diffusamente descritto la scorsa settimana.”

Il portiere, nell’Old Subbuteo, è diverso da tutte le altre miniature. Nel video qua sopra, che spiega anche le regole relative a questo ruolo, ne sono presentati alcuni esemplari. La riproduzione classica è quella di un giocatore impegnato in una presa area, con entrambe le mani protese. La miniatura è poggiata su una barretta, come quelle che riproducono i giocatori di movimento.

La differenza fondamentale riguarda la base: niente inner e outer come nelle basi HW. La feritoia che ospita la barretta della miniatura prosegue infatti in orizzontale con un’asta. Al termine della stessa si trova un’impugnatura verticale piatta, che si utilizza per muovere il portiere. Negli anni 60 e 70, la postura dell’estremo difensore era esasperatamente rivolta con la schiena all’indietro, a simulare un colpo di reni. Pur essendo bella da vedere, aveva l’intuibile difetto di ridurre la superficie di copertura della porta da parte della miniatura.

Foto: https://conankrom.jimdofree.com/

Verso la fine degli anni 70 venne così introdotta sul mercato una nuova miniatura, ben ritta e poggiata sulle gambe e con le braccia alzate, più adatta a chiudere lo spazio alla palla. La stessa indossava un bellissimo cappellino con visiera, molto utile nelle giornate di sole. Questo portiere faceva parte degli accessori vendibili separatamente, e non era sempre disponibile nei negozi specializzati.

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“Nella produzione attuale di omini ‘repro’ ci sono ovviamente anche i portieri” specifica Maurizio. “Li puoi trovare sia nella versione in tuffo sia nella postura retta. Al posto del cappellino indossano un basco molto anni ’70; entrambe le versioni sono ovviamente in colore bianco neutro, pronte per essere personalizzate.” Su questo capitolo si apre un mondo: e le prossime puntate saranno dedicate proprio all’aspetto delle personalizzazioni. Tuttavia, per ora, non sveliamo di più.

Chi, come noi, ha qualche capello bianco, ricorda bene che, negli anni ’70 e precedenti, le rimesse dal fondo venivano effettuate, in prevalenza, da un giocatore di movimento. Non solo: erano anni nei quali il portiere poteva raccogliere i retropassaggi con le mani. Le cose, come sappiamo, sono cambiate: oggi l’estremo difensore, in diversi casi, partecipa addirittura alla costruzione dell’azione dalle retrovie, avendo imparato anche a usare i piedi.

Foto: https://conankrom.jimdofree.com/

Ovviamente, il calcio su tavolo non poteva non aggiornarsi a questa realtà. Lasciamo ancora la parola a Maurizio: “Altro accessorio, stranamente non contemplato nelle scatole originali ‘Club Edition’ né nelle squadre, è quella del cosiddetto ‘portierino’. La miniatura così definita è quella che deve rappresentare il portiere nelle rimesse dal fondo. Inizialmente, come nella realtà del tempo, veniva preso dal campo un giocatore di movimento; ma, con l’evolversi della specializzazione del portiere nel calcio giocato, questo sistema snaturava il gioco, rendendolo meno aderente alla realtà.”

“Nel secolo scorso i giocatori rotti, con agglomerati di colla alle caviglie, con braccia o testa mancante, venivano sostituiti con altri giocatori sani, provenienti da altre scatole, debitamente riverniciati se appartenenti ad altre squadre. I giocatori ormai inservibili, perché in numero inferiore a undici (il ‘calcetto’ era molto al di là dal venire), riverniciati di nero, trovavano così una nuova vita, venendo utilizzati come ‘portierino’, per effettuare le rimesse da fondo campo.”

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Ma come sono regolamentati l’utilizzo del portiere e del portierino? Lasciamolo spiegare al nostro esperto: “Ipotizziamo la ripresa del gioco, dopo l’uscita del pallone sul fondo, con ultimo tocco da parte di una miniatura d’attacco. Entrambi i giocatori potranno prendere tutti gli omini sul campo e disporli a loro piacimento secondo lo ‘schema’ a loro più congeniale (consiglio: disporre sempre PRIMA gli attaccanti, poi centrocampo e difesa). A questo punto, sistemiamo la palla nell’AREA del PORTIERE (chiamata anche Area piccola, quella posta proprio davanti alla porta), in un segmento compreso tra la metà immaginaria della porta e la linea estrema dell’area del portiere, dal lato dove la palla è uscita.”

“È il momento di utilizzare il nostro ‘portierino’. Il ‘titolare’ (quello su asta) resterà immobile, dentro la porta, oltre la linea e, cavallerescamente, sdraiato a terra. A questo punto, provvederemo al rinvio, colpendo il pallone facendo uso della citata miniatura del ‘portierino’. Effettuato il colpo, riporremo fuori dal campo, dietro la porta, la miniatura, rimettendo il portiere in condizioni di gioco. È buona norma che il portierino abbia base e inner completamente diversi rispetto al resto della squadra, per essere perfettamente distinguibile.”

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“Il calcio di rinvio va esercitato: se fatto male, cela insidie pericolose. Nel caso, infatti, che nel compiere la rimessa in gioco il pallone, inavvertitamente, colpisca la miniatura dell’avversario, quest’ultimo avrà tre tocchi per poter tirare in porta, in un momento nel quale il portiere (su asta) non può cercare di parare. In questa situazione avremo due possibilità:
– Usare il portierino come un giocatore di movimento, e provare a frapporlo fra palla e attaccante, come se tentasse un’uscita in una situazione reale;
– Mettere, rassegnatamente, una mano a coprire l’intero specchio della porta. Nel caso in cui l’attaccante riesca a entrare in area e colpire la palla verso la porta, centrando la mano, sarà calcio di rigore. Può sembrare bizzarro (o scorretto, anche) ma è l’extrema ratio per evitare un goal sicuro. Un rigore, in fondo, si può sempre parare.”

Già: il calcio di rigore nell’Old Subbuteo. Come si tira? Ci sono regole precise? Ovviamente sì: L’attaccante posiziona il pallone sull’apposito dischetto impresso nel panno, posto equidistante al centro della porta, e posiziona l’omino nella apposita lunetta posta all’estremità centrale dell’area di rigore. Il portiere, su asta, dovrà stare immobile, con la base appoggiata sul panno, senza muoversi. L’attaccante chiederà al portiere se è pronto. Ricevuto il consenso a calciare, dichiarerà il tiro colpendo con il suo omino il pallone e, solo in quel preciso momento, il portiere avrà la facoltà di muoversi, cercando di intercettare il pallone.”

Foto da https://conankrom.jimdofree.com/

Come nel calcio reale, anche nell’Old Subbuteo, si dice, sono esistiti i portieri volanti: “Si racconta di giocatori che, dopo aver sdraiato il portiere in porta, abbiano usato il portierino, scambiando il gioco con gli altri giocatori di movimento, fino ad arrivare con la palla nell’area avversaria è segnare goal. Col portierino!”

Come per tutte le fasi di gioco, il gioco in porta andrà allenato. Ritorniamo, quindi, all’importanza di acquisire una buona manualità con l’arto debole, per acquistare estrema dimestichezza, rendendo fluidi i movimenti di gioco. Attenzione, inoltre, come consigliato più sopra, ad allenare il rinvio da fondo campo, per non incappare in spiacevoli situazioni.

Continua – La puntata precedente, con i riferimenti all’altra, la trovate qui