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Il finale di stagione della Juventus potrebbe essere più difficile del previsto

C’è una statistica che parla chiaro: erano circa 7 anni che la Juventus non perdeva una gara di Serie A, dopo essere andata in vantaggio di due gol. Forse, quella partita la ricordate: tripletta di Pepito Rossi, e Joaquin: ribaltato lo 0-2 griffato Tévez e Pogba. Era un’altra Juve, molto meno matura, con Conte in panchina. Sono passati sette anni, Di vittorie, – casalinghe – rivoluzioni, delusioni europee, di toto-panchine (e alla fine arriva Sarri). Juventus prima in classifica, la pandemia, il Sarrismo che c’è ma non si vede, Ronaldo che va, Dybala che si doveva vendere ma resta, i problemi di Higuaín, infine il recentissimo crollo con il Milan.

Ecco: il 4-2 di San Siro, eloquente: Juventus senz’anima, e neanche così bella: doppio vantaggio, poi venti minuti thrilling, e c’è tanto da criticare, tanto da capire, e su cui lavorare. In primis, la mentalità: la Juve non è più solida, come un tempo. La Juventus non è più la Signora capace di segnare e mantenersi avanti, nonostante campioni e prime donne, alternative di qualità e un primato che anche adesso non è in discussione. Forse, però, non lo è perché dietro stan facendo se non uguale, peggio. La prossima, non è incoraggiante: l’Atalanta, ammazza-grandi, una delle poche che non sembra aver sofferto lo stop forzato, quella che (insieme al Milan) appare la più in forma, e magari già con la testa alle final eight di Lisbona. A proposito.

Capitolo sorteggi di Champions. Appurato che, per la Juventus, superare il Lione non dovrebbe essere così complicato, dato soprattutto che i francesi non giocano una partita ufficiale da quattro mesi, il cammino dei bianconeri verso la finale di Champions League rischia di essere strettamente legato al rendimento in campionato. Fuori discussione, che già di per sé sarà dura: superato il Lione, avrebbe la vincente di Real Madrid-Manchester City (e dunque: o Sarri contro Guardiola, o CR7 contro il suo passato, e riaffiorano arbitri e bidoni della spazzatura in testa). Per poi rischiare di dover affrontare perfino una tra Atalanta e Paris Saint-Germain, accoppiate in un quarto di finale da brividi. Dicevamo, della Dea, la più in forma di questo periodo: il confronto tra la lungimiranza di Percassi con i milioni di Al-Khelaïfi, e sarebbe meraviglioso se da Bergamo arrivasse una lezione di stile.

Tornando ai bianconeri, scontato dire che Sarri dovrà ripartire da Ronaldo, puntare forte su Dybala, diventato fondamentale (forse ancor più di CR7 dando un occhio a rendimento, talento, qualità, perfino le doti da trascinatore che sta dimostrando la Joya) e soprattutto, dovrà ridare alla Signora l’identità smarrita, perché questa Juventus non esalta e non si esalta. Risultati a parte, obiettivi a parte.