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Formula 1, Parco Chiuso – Gp Austria, alla Ferrari rimane solo il fattore umano

Innanzitutto, bentornata. Sì, sarai pure più “noiosa” e più “scontata” di quello che eri qualche anno fa, ma senza di te, cara Formula 1, i fine settimana di questo 2020 sono apparsi decisamente più vuoti. Vuoti come lo sono forzatamente gli spalti del circuito dello Spielberg, sede di questo Gran Premio d’Austria, inedita prima tappa di questo giocoforza strano Mondiale 2020 che celebra i 70 anni del massimo torneo internazionale dell’automobilismo.

Strano anche perché le primissime gerarchie, dopo le tre sessioni di prove libere e le qualifiche, sono leggermente diverse rispetto a quelle attese. Non per la prima fila, dove a comandare sono sempre loro: le Mercedes. Sebbene con due novità: la livrea nera in onore del movimento di protesta a seguito dell’omicidio di George Floyd e Valtteri Bottas, che per l’inezia di 13 millesimi strappa la pole position (e ottiene anche il record della pista) all’ingombrante compagno di squadra Lewis Hamilton.

E dietro le “Frecce Nere già d’Argento”? C’è ancora la Red Bull con Verstappen terzo (e che domani sarà l’unico dei primi 10 a partire con le gomme medie) e Albon quinto e ci sono due nuove protagoniste. In primis, la McLaren con un Norris splendido quarto e il futuro ferrarista Sainz ottavo e poi, la Racing Point.

Quella che – a torto o a ragione non è possibile stabilirlo – è definita dai “maligni” la copia perfetta della Mercedes 2019, aveva già sorpreso ai test di febbraio a Barcellona e in Austria si è (almeno per le qualifiche) confermata con Pérez sesto e Stroll nono.

E la Ferrari? La SF1000, purtroppo, ha reso reali le fosche previsioni che aleggiavano sopra di essa. Vettel eliminato nella Q2, undicesimo, Leclerc che tira fuori un coniglio dal cilindro e si piazza quantomeno settimo. La vettura è decisamente lenta in rettilineo e fatica nell’ingresso in curva, a causa di un carico aerodinamico sul fondo completamente assente. Tant’è vero che già in Ungheria apparirà una versione B.

E quindi, per la gara di oggi? La Ferrari può solo sperare nel fattore umano. Ossia, che Bottas e Hamilton si ostacolino durante la corsa. O ancora, che Albon, Norris e Stroll paghino dazio alle pressioni dell’alta classifica. Oppure ancora che Verstappen commetta qualche errore dei suoi. Oppure ancora che il fattore della stanchezza fisica, trattandosi del primo Gran Premio dopo 7 mesi (mai vi era stato un intervallo così lungo), possa influenzare la gara dei piloti avversari.

Sì, lo sappiamo. Il discorso scritto poc’anzi non è proprio un inno alla sportività. Ma, dato che la SF1000 è quello che è, questo è l’unico appiglio al quale, noi innamorati della Rossa, possiamo aggrapparci.