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Dietro la crisi del Wigan non c’è il Covid-19, ma uno scandalo che sta scuotendo l’Inghilterra

Negli scorsi giorni una notizia ha fatto il giro delle testate di tutto il mondo: il Wigan Athletic, attualmente in Championship, è finito in amministrazione controllata a causa delle enormi difficoltà economiche. I Latics, che soltanto fino a qualche anno fa giocavano in Premier League e potevano vantare persino la vittoria della FA Cup del 2013, sarebbero così diventati la prima, grande vittima del calcio professionistico della crisi post emergenza sanitaria: a causa della nuova situazione, ai biancazzurri saranno privati di 12 punti (al momento, quanto basterebbe per farli finire ultimi in classifica) se finiranno fuori dalla zona retrocessione, viceversa la punizione sarà scontata la prossima stagione. O, almeno, questa è la versione ufficiale.

In realtà, i conti non sono tornati praticamente a nessuno sin da subito. Ciò che risultava particolarmente curioso era legato alle tempistiche della crisi: soltanto lo scorso 4 giugno, il Wigan aveva annunciato il passaggio di consegne delle proprie quote a un nuovo fondo. Trasferimento tra l’altro approvato anche dalla English Football League. Ma, dopo nemmeno un mese, la società si ritrova in amministrazione controllata e sarebbero già cominciate le indagini per provare a fare luce su una storia che ha iniziato a puzzare da subito. Ma è necessario fare un breve riepilogo per capire meglio una storia che sta creando grande scandalo in Inghilterra.

Nel giugno 2018, la presidenza di Dave Whelan termina ufficialmente dopo 23 anni con la cessione dei Latics all’International Entertainement Corporation, con sede a Hong Kong, specializzata in gioco d’azzardo e il cui proprietario è il giocatore professionista di poker Stanley Choi. Il Wigan trascorre le seguenti stagioni in Championship, pur non navigando in acque particolarmente tranquille, ma il 4 giugno del 2020, come detto sopra, il club passa nuovamente di mano, venendo ceduto per 17.5 milioni di sterline (poco meno di 2 milioni in più rispetto a quanto fu acquistata nel 2018, generando così un piccolo profitto): la squadra viene compara dal Next Leader Fund, con sede alle Isole Cayman e fondato soltanto lo scorso gennaio. Il nuovo direttore Au Yeung Wai Key si definì “emozionato di unirsi alla famiglia del Wigan Athletic”, che “non vedeva l’ora di lavorare con la dirigenza e lo staff e di incontrare gli appassionati tifosi del club”.

Curiosamente, al momento del passaggio delle consegne, risulta che Stanley Choi non fosse soltanto il proprietario di maggioranza della società che stava vendendo, l’IEC, ma anche della società acquirente. Au Yeung, al momento del trasferimento, possiede infatti soltanto una quota di minoranza del Fondo. Ai nuovi proprietari, tra l’altro, l’IEC stabilì un prestito di 28 milioni di sterline con un tasso d’interesse all’8%, destinato a salire al 20% in caso di mancata restituzione entro 12 mesi. Movimenti quantomeno sospetti che, però, passano inosservati per l’English Football League, che approvò il passaggio di consegne.

Lo scorso 24 giugno, però, Au Yeung Wai Kay diviene ufficialmente proprietario di più del 75% delle quote del Next Leader Fund, oltre a completare l’acquisto del Wigan dall’International Entertainement Corporation. Anche in questo caso, arriva il beneplacito dell’EFL. Ma perché Au Yeung avrebbe dovuto spendere 17 milioni di acquisto più 28 milioni di rimborso del prestito, per poi portare la società sotto amministrazione controllata soltanto una settimana dopo, quando si è constatato che il Fondo si era rifiutato di investire i soldi promessi?

Proprio in queste ore è emersa una potenziale risposta attraverso un video girato di nascosto, ma di cui l’EFL ha fatto sapere di essere a conoscenza, in cui il presidente dell’English Football League Richard Parry discuteva con un tifoso del Wigan suo conoscente di una voce sempre più insistente: nelle Filippine, sarebbe stata fatta un’importante scommessa sulla retrocessione del Wigan. Un portavoce dell’EFL ha così commentato il filmato:

“L’EFL è a conoscenza di un video del proprio presidente postato sui social la scorsa notte mentre discuteva i recenti sviluppi del Wigan Athletic. È parte di una più ampia e improvvisata discussione che stava avendo con un tifoso del Wigan che non conosceva, ma che vive nella stessa zona. La conversazione si concentra sugli eventi avvenuti nelle ultime 24-48 ore, su come l’EFL potesse aiutare e cosa sarebbe accaduto in seguito. Sebbene il presidente non fosse consapevole di essere filmato, era felice di avere un dibattito ed era consapevole che si trattasse di un momento preoccupante per tutti coloro che sono legati a questo club”.

L’EFL ha fatto capire che presto verranno avviate delle investigazioni, ma già emergono i primi sospetti, anche se ancora da confermare. Secondo molte voci (ancora da confermare, questo va sottolineato), si avrebbe anche già idea di quale compagnia di gioco d’azzardo, con sede nelle Filippine, sarebbe stata utilizzata: la KB88 bet, niente di meno che lo sponsor presente sulle stesse maglie da gioco della squadra. In tutto questo, potrebbe aver giocato un ruolo Darren Royle, attuale presidente ufficiale del Wigan, che avrebbe non solo coinvolto KB88 nel club nella precedente dirigenza, ma avrebbe lavorato anche per la compagnia di gioco d’azzardo, oltre ad essere stato responsabile di aver presentato la IEC al Wigan quando Whelan stava cercando di vendere. E alcuni hanno osservato che, curiosamente a partire dal momento in cui sono emerse le prime notizie sull’amministrazione controllata, Royle avrebbe cancellato anche il suo account LinkedIn.

Insomma, molte voci fanno ora osservare: perché qualcuno avrebbe dovuto portare in amministrazione controllata un club soltanto 7 giorni dopo averlo acquistato totalmente e a 6 gare dalla fine della stagione, con il rischio di far retrocedere il Wigan per la punizione dei -12 punti sottratti? In questo senso, le parole del presidente Parry fanno rumore: la ragione potrebbe essere proprio dovuta a delle scommesse e un importante giro di soldi.

In tutto questo, non è nemmeno chiaro chi sia realmente Au Yeung Wai Kay e dove si trovi. Qualcuno sospetta persino che non esista e che alle spalle ci sia ancora una volta Choi, che avrebbe utilizzato un prestanome per evitare guai e sospetti. In questo momento, i Latics sono nelle mani dunque dell’amministrazione guidata da Paul Stanley, Dean Watson e Gerald Krasner della Begbies Traynor (specializzata nella ristrutturazione aziendale). E proprio Krasner ha fatto capire la stranezza e la gravità della situazione, aprendo anche all’estrema ipotesi della liquidazione del club. Ma in un momento di emergenza economica, oltre che sanitaria, è successo quello che molti temevano: infiltrazioni del malaffare, sfruttando le difficoltà finanziarie dei club.

La questione finirà presto direttamente al Gabinetto del Governo: Lisa Nandy (Shadow Secretary of State for Foreign and Commonwealth Affairs) ha infatti scritto una lettera molto dura:

“Sono passate soltanto quattro settimane da quando il modello di una nuova proprietà è stato approvato dalla EFL e nelle ultime 24 ore il suo Presidente è stato filmato mentre discuteva la possibilità che la crisi fosse legata a “scommesse nelle Filippine affinché il Wigan fosse retrocesso”. Con questo e dettagli del trasferimento di proprietà, è cominciato a essere evidente che il Wigan Athletic è stato vittima di uno scandalo globale i cui dettagli stanno emergendo, con più ampie implicazioni per il calcio. Dovete assicurare che vi sia una piena e ampia investigazione su come sia potuto accadere tutto ciò. Non bisogna permettere che il Wigan collassi, ma sono profondamente preoccupata che un sistema che dovrebbe supportare i club nella nostra situazione stia lavorando contro di noi.”

“È ora imperativo che il Governo intervenga per assicurare il tempo necessario per un nuovo acquirente e avere i fondi necessari per completare la stagione. Potete darmi l’assicurazione che il Governo organizzerà un incontro urgente con l’EFL e gli amministratori per assicurare tutto ciò? Vi unirete a me per far pressione affinché vengano applicati dei termini alla potenziale cessione che evitino uno scenario come quello avvenuto con il Bury, in cui un cattivo accordo è stato sostituito da un altro?”