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Buon compleanno Italia ’90 – Gol con il contagocce

Il campionato del mondo di Italia ’90 resta, tuttora, l’edizione del torneo che ha fatto registrare la peggior media gol per partita. Gol con il contagocce, fino all’ultimo atto.

MONDIALE… ALL’ITALIANA. 52 partite disputate, 115 gol realizzati e una media realizzativa pari a 2,21 per incontro. Quest’ultimo dato relega Italia ’90 all’ultimo posto, fra tutte le edizioni disputate tra il 1930 e il 2018. Un dato emblematico, verrebbe da dire, per assecondare il contesto italico ospitante: il classico gioco all’italiana, ovvero difesa ermetica e contropiede. Il Mondiale si aprì con un 1-0, quello del Camerun sull’Argentina, e in egual modo si chiuse nella finalissima. Da Omam-Biyik a Brehme. Non fu certo un torneo spettacolare, in cui si verificarono solo casi isolati di marcature multiple. Da sottolineare come proprio la Germania Ovest poi campione fu la squadra più prolifica nella fase a gironi: 10 gol, gli “italiani” Klinsmann, Matthäus e Völler sugli scudi. Al contrario, fu paradossale la situazione del girone F disputato fra Cagliari e Palermo. Tutti i match, tranne uno, terminarono sul pari e sempre al massimo con una rete realizzata per squadra. Insomma… primo, non prenderle. E fa sensazione come in quel raggruppamento giocassero fuoriclasse del calibro di Lineker, Gullit e van Basten.

EXPLOIT. Sotto il profilo della prolificità, la Nazionale che fu in grado di regalare le maggiori soddisfazioni è stata la Cecoslovacchia. 5 gol agli Stati Uniti nel girone, altri 4 al Costa Rica negli ottavi. E un cannoniere, Tomas Skuhravy, unico in grado di realizzare una tripletta nell’intero Mondiale come lo spagnolo Míchel. L’ariete, che di lì a poco sarebbe stato acquistato dal Genoa, la mise a segno contro i Ticos. Doppietta, invece, agli USA. Anche i tedeschi occidentali ne fecero 5 agli Emirati Arabi Uniti. Anche a livello storico, vale la pena ricordare l’ultima partita dell’Unione Sovietica sulla scena iridata, onorata con un 4-0 al Camerun tuttavia ininfluente ai fini del passaggio del turno.

BOMBER. Sul versante dei singoli protagonisti, di Skuhravy abbiamo detto. 5 realizzazioni che lo hanno tenuto in corsa fino alla fine per il prestigioso titolo di capocannoniere. Il più continuo azzurro Schillaci, capace di andare a rete in ogni incontro tranne che in Italia-Stati Uniti, gli strappò in extremis lo scettro con il rigore nella finalina di Bari. Immediatamente dietro il poderoso Matthäus, l’inglese Lineker e il menzionato Míchel. 4 gol come il leggendario leone del Camerun Roger Milla, autore di due doppiette decisive. L’ultimo marcatore di Italia ’90, come detto, fu Andreas Brehme. Il suo rigore – generoso… – messo a segno contro l’Argentina in finale rappresentò il terzo centro nel torneo, bottino ottimo per un terzino sinistro. Un altro difensore, che però al Mondiale fu riciclato in mediana, si fece notare: lo jugoslavo Davor Jozic, 2 gol nel girone, al punto più alto della carriera. In quell’edizione Roberto Baggio siglò le sue prime 2 reti mondiali: ne avrebbe totalizzate 9 da bomber azzurro di sempre nel torneo (unico italiano in gol in tre diverse edizioni), come Rossi e Vieri.