Segnali positivi per il Milan dallo stadio “Via del mare” di Lecce: i rossoneri si sono imposti con una larga vittoria sui padroni di casa, con i quali avevano pareggiato all’andata in quella che era stata la prima gara di Pioli sulla panchina del diavolo. C’era curiosità nel vedere come Romagnoli e compagni avrebbero interpretato questa partita, soprattutto dopo l’eliminazione in Coppa Italia. Le risposte sono state molto positive, in particolar modo dal reparto avanzato, dove sono andati a segno un po’ tutti: sino a questo momento i rossoneri sono stati una delle peggiori squadre in fase realizzativa, di conseguenza questo poker di reti risulta ancor più una nota lieta.
L’assenza di Ibra, quindi, non ha pesato eccessivamente: il Milan ha saputo sopperire all’assenza del proprio totem grazie al sacrificio e alla caparbietà dei suoi avanti: più che i settanta metri di campo in volata per andare a segnare, siamo sicuri che Pioli abbia apprezzato i settanta metri di scatto dello stesso Rebić per inseguire un avversario fino alla linea di fondo difesa dai rossoneri, nel primo tempo. I chilometri macinati da Castillejo sono una piacevole consuetudine, Çalhanoğlu ha sfornato giocate determinanti nonostante gli alti ritmi tenuti e Bonaventura ha dimostrato che può reggere i 90′, lui che era stato discutibilmente sostituito al 60′ di Juventus-Milan.
Note positive, quindi, che vanno ponderate con il valore dell’avversario: il Lecce non si è dimostrato affatto pronto per affrontare questo difficile periodo di partite a raffica. Gli uomini di Liverani hanno commesso ingenuità colossali e sono sembrati sulle gambe ben prima del finale di partita. Partite del genere, ad ogni modo, possono servire ad accrescere la fiducia in alcuni giocatori che, al momento, ne hanno disperato bisogno. Il quarto gol, per esempio, potrebbe fungere da iniezione di autostima sia per l’autore dell’assist, Conti (diciamolo chiaramente: da quando è al Milan non ha mai dimostrato di essere all’altezza della situazione), sia per Leão, nuovo oggetto misterioso portoghese che, a differenza di André Silva, pecca pure di mancanza di umiltà (meglio non commentare la sua esultanza).
Senza dubbio il Milan è sceso in campo con una mentalità diversa rispetto alla semifinale di Coppa Italia, oltre ad avere un Theo, un Castillejo e anche un Rebić in più nel motore, che non è poco. Il calendario dei rossoneri è tosto da qui a fine campionato e la prossima partità ci dirà molto: riuscire ad accorciare sulla Roma significherebbe almeno tentare di coinvolgere nella lotta per l’Europa League un avversario in più.