Il clown principe nella storia del calcio inglese, personaggio sempre sopra le righe tanto con il talento quanto con i comportamenti bizzarri. Paul Gascoigne, a Italia ’90, si rivelò al mondo: mostrando calde lacrime. Preludio a una carriera – e a un’esistenza – che avrebbe preso una piega dolorosa.
TALENTO. Paul John Gascoigne da Gateshead, classe 1967, era una stella senza dubbio atipica nel panorama inglese. Bagaglio tecnico di prim’ordine, giocate che sciorinava con semplicità in barba a quella tendenza alla rotondità, efficace senza grande eleganza. “Gazza” non era certo veloce, però mascherava bene questa pecca. Il pallone viaggiava alla velocità giusta, proprio come le sue incursioni palla al piede. Il presidente del Newcastle, sua prima squadra professionistica, lo aveva definito nientemeno come “un George Best senza cervello“. Niente male come inizio… Passò poi al Tottenham, trasferimento che nel 1988 gli portò in dote la chiamata nella Nazionale maggiore. Bobby Robson si innamorò calcisticamente di quel biondino, centrocampista con licenza di creare scompiglio nelle difese altrui. Nella fase di avvicinamento al Mondiale di Italia ’90, il ct impose Gascoigne praticamente in tutte le amichevoli dal primo minuto, selezionandolo infine tra i 22 per la trasferta italiana. Titolare in Coppa del Mondo, senza aver mai giocato in precedenza una gara ufficiale con i tre leoni sul petto. Tuttavia, una circostanza ininfluente per il ragazzo. La partita di Cagliari contro l’Egitto vide Gascoigne fornire al difensore Mark Wright l’assist per il gol decisivo, prodezza bissata agli ottavi con David Platt nei supplementari con il Belgio: una punizione pennellata con precisione.
LACRIME. Il frizzante ed imprevedibile Gazza sempre al centro dell’azione inglese, anche in senso contrario. Nel match dei quarti di finale contro il Camerun, provocò il rigore della prima rete africana. Si rifece ai supplementari con un passaggio filtrante per Gary Lineker, atterrato in area e realizzatore del rigore per il definitivo 3-2. Inghilterra in semifinale! Arriviamo al momento che ha trasportato Gascoigne direttamente nel cuore del tiepido pubblico inglese. Il centrocampista in casacca bianca atterra il tedesco Berthold: l’arbitro brasiliano Wright non può fare altro che ammonirlo. Diffidato per il giallo rimediato contro il Belgio, Gazza capisce immediatamente che dovrà saltare l’eventuale finalissima. Scoppia in lacrime. L’immagine diventa un fotogramma di culto nella storia di Italia ’90 e veicolo per garantire al calciatore ulteriore fama. L’Inghilterra fallisce ad ogni modo l’accesso all’atto conclusivo, perdendo ai rigori. Per Paul Gascoigne una tenera cornice di ragazzo genuino, a cui purtroppo ne seguiranno tante altre ma per motivi negativi. Il ragazzo non manterrà le promesse dopo uno splendido Mondiale, facendo parlare – pesantemente – di sé per infortuni, colpi di testa, ripetuti guai con alcol e donne, autodistruggendosi. Oggi, a 53 anni, Gazza è l’ombra di un uomo passato attraverso più vite di un gatto. Con addosso tutte le visibili cicatrici della propria debolezza.