Buon compleanno Italia ’90 – Tutti gli stranieri dal Mondiale alla Serie A
La vetrina del campionato mondiale ’90, come generalmente è sempre avvenuto per le grandi manifestazioni, ha messo in luce centinaia di giocatori. Spesso permettendo ai protagonisti di scrivere pagine degne di nota, oppure di svoltare nella propria carriera. Diversi mancarono l’occasione. Molti dei convocati per la Coppa del Mondo di 30 anni fa, restarono idealmente in Italia partecipando alla Serie A 1990-91.
QUINDICI. Sono stati esattamente quindici gli stranieri sbarcati nel campionato italiano dopo il Mondiale 1990, tra coloro che avevano preso parte al torneo. E in generale si può dire, tutto sommato, che le cose non siano andate così male. Il gol, come sempre, attira su un calciatore riflettori più luminosi. Proprio come si verificò per il centravanti della Cecoslovacchia Tomas Skuhravy: se Totò Schillaci non avesse segnato nella finalina con l’Inghilterra, avrebbe vinto il titolo di capocannoniere con 5 reti. Forza fisica, abilità in acrobazia e notevole fiuto per la rete da parte dell’attaccante classe 1965, ingaggiato dal Genoa dove avrebbe in seguito composto con Aguilera un tandem pericolosissimo. L’ariete ceco è risultato di gran lunga l’arrivo di maggior successo di quel contingente insieme ai brasiliani Claudio André Taffarel – portiere del primo Parma stellare di Scala – e Aldair, che ben undici anni dopo avrebbe vinto lo scudetto con la Roma.
BUONE ANNATE. Un buon contributo venne dato anche dal trio uruguaiano acquistato dal Cagliari: Enzo Francescoli, José Herrera e Daniel Fonseca contribuirono al rilancio rossoblù dopo anni complicati. Parma accolse altri due elementi che avrebbero fatto il loro insieme a Taffarel. Si tratta dell’esperto centrale difensivo belga Georges Grün e dello sgusciante attaccante della Svezia Tomas Brolin, quest’ultimo protagonista prima che un maledetto infortunio ne rovinasse la carriera ancora giovanissimo. Non male anche il rendimento del campione iridato Karl-Heinz Riedle: 30 gol in tre stagioni alla Lazio, reggendo il passo dei connazionali Klinsmann e Völler. L’altro tedesco Thomas Hässler non sfondò nella prima annata alla Juventus, rifacendosi però in un secondo momento sulla sponda giallorossa della Capitale.
COMPARSE O POCO PIÙ. Abbastanza “normale” l’esperienza italiana del centrocampista ex Real Madrid Rafael Martín Vázquez con la maglia del Torino; sulla stessa falsariga l’altro brasiliano Mazinho a Lecce. Deludenti i periodi di militanza in Serie A del connazionale Paulo Silas (scelto dal Cesena e che poi andrà alla Sampdoria con lo scudetto sul petto). Non suscitano di certo ricordi entusiasmanti gli arrivi delle punte rumene Marius Lacatus e Florin Raducioiu. Il primo, autore di una doppietta all’URSS a Italia ’90, fu acquistato dalla Fiorentina per 3 miliardi di lire: il suo ambientamento non decollò mai, appena 3 reti all’attivo (una per ciascuno dei miliardi spesi da Cecchi Gori per lui…) e l’addio. Più complesso il percorso di Raducioiu. Cambiò quattro maglie in altrettante stagioni passando per Bari, Verona, Brescia e Milan, meritando solo con le rondinelle. Diventando, suo malgrado, uno dei beniamini della Gialappa’s per i tanti gol sciupati.