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Mentre la Serie A Maschile ha ormai davanti a sè un calendario certo con delle date e dei paletti (alcuni dei quali sono ancora in fase di discussione con il Comitato Tecnico Scientifico) per la ripresa delle attività sportive, lo stesso non si può dire per la Serie A Femminile. Ieri, giovedì 4 giugno 2020, si è tenuta l’Assemblea proprio dei club di Serie A femminile, convocata in via straordinaria dal presidente della Divisione Calcio Femminile Ludovica Mantovani, per discutere della possibile ripresa del campionato, fissata da molti all’11 luglio.

Queste le parole della Mantovani: “Durante la lunga assemblea odierna, durata più di 4 ore, ci siamo confrontati e abbiamo ascoltato la posizione delle 12 società, che risultano estremamente articolate e differenti tra loro. La Federazione, consapevole delle difficoltà, ha confermato il proprio impegno e un supporto concreto ai club, si è trattato di un confronto aperto sugli scenari di un’eventuale ripartenza approfondendo tutte le tematiche di carattere sportivo, organizzativo, legale e naturalmente sanitario. Alla luce di quanto emerso, con molta responsabilità, sarà mia premura relazionare il presidente federale per metterlo in condizione di fare la sua proposta nel corso del Consiglio Federale di lunedì prossimo”.

Le uniche due decisioni prese dall’assemblea sono che la decisione definitiva sulla ripartenza o meno verrà presa durante il prossimo Consiglio Federale, in programma lunedì 8 giugno alle ore 12, e che una quota del Fondo Salva Calcio promosso dalla FIGC, circa 700 milioni, sarà destinato al calcio femminile con circa 50 milioni a squadra, ma solo nel caso in cui si tornasse in campo. L’assemblea ha anche registrato una spaccatura tra le società della Serie A Femminile, con 8 che hanno puntato sulla ripartenza e 4 che vogliono la chiusura anticipata dell’anno sportivo, e la presa di psozione da parte dei medici sportivi contro la ripartenza, con alcuni che hanno addirittura rassegnato le dimissioni per la paura di non riuscire a rispettare i protocolli della FIGC e gestire la responsabilità da essi derivanti.

Nel pomeriggio si sono esaminate alcune altre due questioni molto importanti come il mercato di trasferimento delle calciatrici, con la questione delle leghe estere che hanno già finito i campionati e con i problemi nell’acquisire le prestazioni sportive di una calciatrice straniera, o la gestione dei trasferimenti interni con giocatrici che passano da una squadra all’altra, e le condizioni fisiche delle giocatrici che torneranno a colpire un pallone dopo tre mesi e mezzo senza allenamenti. Per fortuna, dopo che è stato ufficializzato lo slittamento del Campionato Europeo Femminile al 2022, dalla UEFA è arrivata la notizia che la Nazionale Femminile recupererà il 17 settembre in casa contro Israele e il 22 settembre fuori casa contro la Bosnia Erzegovina le due gare originariamente fissate il 10 e il 14 aprile. Sono state fissate anche le date degli ultimi due match del girone con la Danimarca, con l’Italia che ospiterà il 27 ottobre le danesi per poi affrontarle in trasferta il prossimo primo dicembre.