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I grandi “piccoli” della Formula 1 – Veritas

In questo periodo di forzato stop della Formula 1, ripercorriamo la storia di scuderie che non hanno avuto i capitali delle grandi case automobilistiche e degli importanti costruttori privati, ma che hanno comunque lasciato un segno indelebile nel massimo sport automobilistico grazie a un fattore fondamentale: la passione. Oggi è il turno della Veritas.

Immaginate di trovarvi in Germania nell’immediato secondo dopoguerra. Dire che vi troviate in una situazione non facile è quasi un eufemismo. Eppure, nonostante viviate in un Paese pressoché al collasso, qualcuno ha la forza di poter metter su un’attività imprenditoriale in un settore che sta intraprendendo una rapida espansione: l’automobilismo sportivo.

E, nel 1947, in quel di Hausen am Andelsbach, nella contea del Baden-Wurttenberg, Ernst Loof (ex ingegnere BMW), Werner Miethe (ex campione di ciclismo) e Lorenz Dietrich (affarista), misero su una piccola azienda automobilistica: la Veritas.

Come la contemporanea AFM, anche l’avventura della Veritas si basò inizialmente sulla mitica BMW 328. Prendendo ispirazione da quella vettura, infatti, nel 1949 nacquero la Veritas RS da gara con un motore BMW da 125 cavalli e la Veritas RS Koupé stradale. Mentre quest’ultima non ebbe vita lunga (la produzione si interruppe già nel 1950), la RS sportiva prima motorizzata BMW e poi Heinkel riuscì a esordire nel Mondiale di Formula 1 nel 1951 nel GP di Svizzera con l’elvetico Hirt, non riuscendo però a concludere la gara.

Sempre in quell’anno avvennero tre rivoluzioni in casa Veritas. In primis, al vertice della casa automobilistica rimase il solo Loof. Poi, il trasferimento di sede al Nurburgring. Infine, il cambio d’auto dalla RS alla Meteor. Mai nome fu più appropriato. Motorizzata da un propulsore sempre firmato Veritas a 6 cilindri, la Meteor corse in Formula 1 dal 1952 al 1954 grazie sia alla propria scuderia che a quelle private, ma come miglior risultato ottenne un ottavo posto con il tedesco Toni Ulmen in casa al Ring nel 1952.

In pratica, non arrivarono mai punti iridati. E alla fine del 1954, l’avventura della Veritas finì. La battuta nasce spontanea. In Veritas…fu proprio una Meteor.