Primo Piano

Serie A, si riparte il 20 giugno. Ipotesi Coppa Italia tra 13 e 17 giugno, nodo tv e orari

Lo avevamo auspicato anche noi e ora, finalmente, è arrivata l’ufficialità. La Serie A riparte, completando assieme alla Premier League (che proprio in queste ore ha annunciato di voler ripartire con due recuperi il 17 giugno) il quadro di ripresa di tutti i campionati maggiori europei, Francia esclusa. Dopo l’ok arrivato dal CTS nel pomeriggio di ieri, e un incontro non particolarmente lungo tra i rappresentanti di leghe e federazioni, il ministro Spadafora, a lungo tra i più restii alla ripartenza, ha annunciato che dal 20 giugno ripartirà il campionato di Serie A, e dalla stessa data, anche quello di Serie B.

Ripartenza che era già nell’aria da diverse ore, anche se la vera sorpresa riguarda l’ipotesi sulla ripresa della Coppa Italia, che diventa ora l’apripista per la ripresa: una vera e propria full immersion tra il 13 e il 17 giugno, per chiudere il discorso e pensare poi esclusivamente al campionato. Una scelta che sarà tutta da valutare e che lascia qualche perplessità su un mero discorso atletico, perché costringerebbe due tra Inter, Napoli, Juventus e Milan a giocarsi due gare piuttosto importanti e complicate nell’arco di pochissimi giorni. Considerando che la preparazione alle spalle è stata piuttosto breve, bisognerà valutarne attentamente l’effettiva fattibilità. E proprio sul format della Coppa Italia si è espresso il presidente del Milan, Paolo Scaroni, con toni abbastanza polemici: “Comprendiamo il valore di poter offrire agli appassionati partite di qualità dopo mesi di lockdown, ma sotto l’aspetto sportivo troviamo discutibile assegnare un trofeo importante come la Coppa Italia con due partite in tre giorni, e con le squadre in campo dopo oltre tre mesi di fermo”. In Coppa, i rossoneri tornerebbero in campo il 13 giugno per giocarsi la gara di ritorno con la Juventus allo Stadium, dopo l’1-1 di San Siro.

Sono ancora due, inoltre, i nodi da dover risolvere, forieri di altre, profonde discussioni. Il primo riguarda i diritti tv e la possibile, ma pur sempre difficile a causa della Legge Melandri, trasmissione in chiaro di tutte o alcune gare (magari nella forma della diretta gol o degli highlights a fine partita). Il secondo riguarda invece gli orari: l’ipotesi di giocare in pieno pomeriggio ha già causato le proteste di Tommasi e l’Associazione Italiana Calciatori.

Perlomeno, c’è l’ok sulla ripresa, nonostante qualche giorno fa sembrava fosse tornato tutto in dubbio in seguito alle dichiarazioni, ennesime, di Spadafora, che imponeva la quarantena di 15 giorni a qualsiasi giocatore risultasse positivo. Nel pomeriggio di giovedì, il via libera: c’è l’ok sul protocollo, la terza azienda d’Italia riparte. Ovviamente senza pubblico, e dunque sì, anche stavolta, chi si accontenta gode (così così).