Prima di approdare in Italia e diventare l’Ottavo Re di Roma, Paulo Roberto Falcão aveva vestito un’unica maglia. Quella dell’Internacional di Porto Alegre, club fondato nel 1909 da tre ragazzi di origini italiane, figli di immigrati provenienti dalla Lombardia. Nel 1975 l’Internacional passò alla storia: divenne la prima squadra della regione Rio Grande do Sul a conquistare il campionato brasiliano, permettendo al calcio gaúcho di oltrepassare le frontiere statali che fino a quel momento erano state invalicabili. Un anno più tardi, grazie alla vittoria in finale contro il Corinthians, arrivò una splendida doppietta, che consacrò definitivamente Falcão e compagni nell’Olimpo del calcio brasiliano.
Eleganza, sagacia, precisione, tecnica, forza, agilità: l’Internacional era una squadra completa e sapeva coniugare perfettamente tutte queste qualità. L’artefice di questo connubio vincente era Rubens Minelli, allenatore molto apprezzato nel calcio brasiliano che aveva già vinto (nel 1969) un titolo nazionale con il Palmeiras. Oltre al già citato Falcão, senza dubbio il calciatore più rappresentativo, in rosa c’erano calciatori importanti quali l’esperto portiere Manga, il difensore Figueroa, il centrocampista Carpegiani, gli attaccanti Valdomiro e Flávio Minuano.
Nel 1975 l’Internacional aveva vinto il campionato gaúcho per la 23esima volta nella sua storia ed era considerato in gran spolvero. Nessuno, però, si sarebbe aspettato un vero e proprio exploit. Anche perché, fino a quel momento, non aveva mai vinto lo scudetto. La formula della I Copa Brasil era abbastanza complessa: erano previste tre fasi a gironi che avrebbero deciso, dopo un’abbondante scrematura, la squadre partecipanti alla Final Four, con semifinali e finale da giocarsi in gara unica. L’Internacional non ebbe problemi a superare i primi due turni, mentre nel terzo (l’ultimo girone) riuscì a qualificarsi per il rotto della cuffia, solamente grazie alla miglior differenza reti rispetto al Flamengo.
La semifinale vede opposto l’Internacional alla Fluminense di Carlos Alberto, Dirceu e Rivellino, una delle squadre più forti dell’intero panorama calcististico brasiliano. Nonostante i favori del pronostico siano tutti per la Flu – visto che, oltre ad aver vinto quell’anno il campionato carioca, giocava in casa in un Maracanà gremito – l’Internacional non si scompone. Grazie alle reti di Lula nel primo tempo e Carpegiani nel secondo, ribalta ogni pronostico e si qualifica per la finale. L’ultimo ostacolo per la gloria diventa il Cruzeiro. Ciò permette all’Internacional di giocare in casa, al Baira-Rio, visto che nel girone aveva ottenuto più punti dei suoi avversari.
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