Estero

Svizzera, riapertura all’orizzonte: ma il cielo si rannuvola

In Svizzera, si apre la settimana cruciale per il futuro della stagione del calcio professionistico. Consiglio federale e Swiss Football League, infatti, decideranno se, quando e come riprendere la stagione agonistica interrotta per il Coronavirus a inizio marzo.

Il Lugano, come vi avevamo anticipato alcuni giorni fa, ha ripreso oggi gli allenamenti, del resto già autorizzati dalle autorità federali nei giorni scorsi. Assenti Črnigoj (in scadenza di contratto a giugno, si è scelto di non farlo rientrare), Sasere (impossibilitato a rientrare dall’estero) e Sulmoni (convalescente dopo un intervento chirurgico), oltre a Baumann, Obexer e Daprelà.

Nel fine settimana, la società bianconera ha reso noti, con un comunicato ufficiale, i risultati dei test ai quali sono stati sottoposti giocatori e collaboratori.

A risultare positivo (ma asintomatico) è stato un giocatore della rosa, mentre un altro, che lo aveva frequentato (nonostante l’espresso divieto da parte della società) è stato messo anch’egli in quarantena. Altre tre persone (due giocatori e un collaboratore amministrativo), hanno avuto, secondo i test sierologici, contatti col virus, ma sono risultati negativi al tampone.

Il club ha voluto far presente che l’iniziativa, a tutela della salute di tutti i dipendenti, è stata presa nonostante manchi (a oggi) un obbligo specifico da parte della SFL. Per questo motivo, auspica la dirigenza dei ticinesi, ci si augura che questa scelta venga fatta anche dagli altri. Non sappiamo chi seguirà l’esempio dei sottocenerini in Svizzera interna: tuttavia, è evidente che si tratta di un aspetto da considerare, in vista delle decisioni su un’eventuale ripresa dei campionati professionistici.

Le settimane, nel frattempo, trascorrono sotto il segno dell’inquietudine e dell’incertezza. A Basilea, soprattutto, come riferisce il Blick, spaventa la situazione contrattuale di parecchi elementi, alcuni tra i quali di primo piano: Cabral, Zhegrova, Bergström, Ramires, Bua, Van Wolfswinkel e Kuzmanović.

Ci sono poi alcuni elementi che riscuotono interesse all’estero: l’ex Lugano Cömert, per esempio, oltre al portiere Omlin, ex Lucerna e ormai nel giro della Nati. Con loro Alderete, che si dice piaccia all’Inter. Ovviamente, una mancata ripresa farebbe abbassare il loro valore. A essere in scadenza di contratto è anche il tecnico Koller il quale, a domanda precisa, è stato piuttosto secco: (Blick) “Risponderò al quesito per l’ultima volta: la situazione è chiara sia per me che per il club. Non appena ci sarà qualcosa da comunicare, ve lo faremo sapere.” 

Insomma, non proprio un clima primaverile. Ma, del resto, la situazione non è certamente tale da far ben sperare per il futuro. Il nervosismo, palpabile ovunque, è in fondo giustificato: in tutti c’è la consapevolezza di giocarsi il futuro del calcio svizzero, almeno come l’abbiamo conosciuto negli ultimi anni. Ballano centinaia di milioni di franchi, posti di lavoro e tanto altro: vietato sbagliare, quindi.

Chi si sta preparando è la SFL, che ha preparato un calendario da sottoporre alle 20 squadre professionistiche, come riferisce il Corriere del Ticino. I giocatori, se davvero si riprenderà (come auspicato dai vertici della Lega) il 20 giugno, scenderanno in campo praticamente ogni 4 giorni, con tanti saluti alla regolarità degli allenamenti. Certo, come vi abbiamo spiegato nelle scorse settimane, gli ostacoli alla ripresa sono tantissimi. Però, a quanto appare, la SFL non si arrende.

Entriamo nello specifico. Al termine del torneo 2019-20 mancano 13 tornate. La SFL, mandando in campo le squadre dal fine settimana del 20-21 giugno, punterebbe a chiudere a metà agosto. Ritmi da capogiro, come scrive Max Solari del CdT: i turni 24, 25, 26 e 27 sono programmati il 20-21 giugno, il 23-25 giugno, il 27-28 giugno e il 4-5 luglio.

Poi c’è la Coppa Svizzera, con in quarti di finale da disputare, programmati l’1 e 2 luglio, con semifinali a metà mese e finale il 1 agosto, giorno della Festa nazionale elvetica. Spareggio tra l’ultima di Super e la seconda classificata dei cadetti con gara di andata il 15 o 16 agosto e quella di ritorno il 18 o 19. In mezzo, una probabile raffica d’infortuni muscolari, senza contare una quasi scontata scarsità qualitativa del gioco per tanti fattori (atletici, tattici per la difficoltà di preparare le partite, ambientali per il caldo): non proprio uno spot di buon livello per il calcio d’oltreconfine, ma tant’è.

La SFL, con precisione svizzera, non si è fermata qua, ma ha programmato anche le date della stagione 2020-21. Inizio tornei professionistici l’8-10 settembre, dopo il primo turno di Coppa, fissato a fine agosto. Il tutto, facendo lo slalom con le partite decisive di Champions ed Europa League 2019/20, che la UEFA vorrebbe disputare in agosto (il Basilea è infatti ancora in corsa in EL).

Un terremoto, insomma, rispetto ai ritmi abituali: il campionato, in Svizzera, parte di solito nell’ultimo fine settimana di luglio. Con un mese e mezzo di ritardo, e con gli Europei a giugno 2021, ci sarà da correre. La risposta elvetica alla problematica sarà così l’accorciamento della tradizionale pausa invernale, con partite nel periodo natalizio.

Squadre in campo a Santo Stefano e subito dopo Capodanno: dopo, sosta e ripresa il 23 gennaio. A conti fatti, dopo aver disputato 30 giornate in circa 7 mesi. Con o senza pubblico, è ancora presto per dirlo. Chissà con quali risultati per il fisico dei protagonisti, messo a dura prova e senza la possibilità di allenarsi in modo corretto. Vero che il calcio è businness: ma non crediamo che la soluzione giusta sia massacrarne gli attori. E le nostre perplessità sono condivise anche da tanti altri. Affaire à suivre, insomma, come si dice oltreconfine.