I grandi “piccoli” della Formula 1 – AFM
In questo periodo di forzato stop della Formula 1, ripercorriamo la storia di scuderie che non hanno avuto i capitali delle grandi case automobilistiche e degli importanti costruttori privati, ma che hanno comunque lasciato un segno indelebile nel massimo sport automobilistico grazie a un fattore fondamentale: la passione. Oggi è il turno della AFM.
La prima “piccola” tedesca. Questo è il primato indiscutibile che appartiene alla Alex von Falkenhausen Motorenbau, meglio nota con l’acronimo AFM. Come si può evincere dal nome, la piccola scuderia teutonica è stata legata, nella sua breve storia, alle vicissitudini del suo fondatore, il barone Alex von Falkenhausen.
Ingegnere bavarese, lavorò negli anni Trenta e Quaranta alla BMW come componente fondamentale della squadra sportiva che mise su una delle vetture più vincenti della storia dell’automobilismo, la BMW 328, che tra il 1936 e il 1940 conquistò ben 220 vittorie. Tra le più importanti, vi sono la 24 ore di Le Mans del 1939 e le Mille Miglia del 1938 e del 1940.
Poi, la Seconda Guerra Mondiale e le difficili condizioni (per la Germania) immediatamente post-belliche, cambiarono sia le prospettive della BMW che quelle di von Falkenhausen. Quest’ultimo, infatti, decise di mettersi in proprio, divenendo il primo “garagista” tedesco. Nel 1949, infatti, aprì un’autorimessa a Monaco di Baviera, decidendo di modificare alcune BMW 328 a sua disposizione per farne vetture da Formula 2.
Nacque così la AFM-1, pilotata dal tedesco Hans Stuck. Dopo due stagioni di gare nelle allora voiturette, nel 1952 la neonata Formula 1, stante l’esiguo numero di partecipanti al Mondiale, aprì le sue porte anche ad alcune auto di Formula 2 opportunamente modificate. Ed ecco che la AFM si schierò ai nastri di partenza del Mondiale di Formula 1.
La AFM-1 motorizzata BMW nel 1952 e Bristol nel 1953 corse con Hans Stuck tre Gran Premi: quello di Svizzera del 1952 e quello d’Italia e di Germania nel 1953, collezionando in patria il suo miglior risultato con un quattordicesimo posto. Ma von Falkenhausen vendette alcuni modelli delle suo auto anche a piloti privati tedeschi, per permettere loro di correre il Gran Premio di casa. E Helmut Niedermayr, infatti, fu nono nel GP di Germania 1952.
Passato il 1953, von Falkenhausen decise di disimpegnare la propria scuderia. Un’avventura breve, quindi, quella della AFM. Ma che diede il là al movimento automobilistico privato tedesco.