L’emergenza coronavirus ha interrotto, come è giusto che sia, qualunque tipo di attività sportiva. Ciclismo compreso. In questo periodo di forzato stop, è bello aprire il libro della storia di questo meraviglioso sport e ripercorrere le vicissitudini delle più importanti squadre italiane. Quest’oggi è il turno della Scic.
L’alimentazione per un ciclista assume un aspetto che definire fondamentale è a dir poco riduttivo. Il controllo del peso è un criterio basilare se si vuole ottenere una prestazione ottimale. Eppure, quasi a voler rispettare la dantesca legge del contrappasso, grandi squadre di ciclismo italiane sono state sponsorizzate da aziende produttrici di cucine componibili, i templi profani del cibo. E di queste, tre hanno caratterizzato rispettivamente tre decenni: la Salvarani negli anni Sessanta, la Del Tongo negli anni Ottanta. E la Scic negli anni Settanta.
L’azienda parmense entrò nel ciclismo nel 1969 per supportare il concittadino Vittorio Adorni, fresco Campione del Mondo in quel di Imola l’anno precedente, scegliendo i colori bianconeri e affidando la direzione sportiva al duo formato da Ercole Baldini ed Eraldo Gigante, sostituiti dal 1973 da Carlo Chiappano. Adorni ripagò parzialmente la fiducia, vincendo in quel 1969 il Giro di Svizzera e una tappa al Giro d’Italia in quel di Folgarida, ma dopo un 1970 deludente decise di appendere la bicicletta al chiodo.
Ma sono due i corridori che hanno lasciato un segno indelebile con la maglia della Scic, anche perché fu proprio la squadra parmense a lanciarli nel professionismo. In primis, Giuseppe Saronni. Il novarese corse in Scic dal 1977 al 1979 e, seppur giovanissimo, si impose subito tra i fuoriclasse del ciclismo. Tre anni di vittorie. La più importante, ovviamente, è il Giro d’Italia 1979. Saronni strappò la Maglia Rosa a un certo…Francesco Moser nella cronometro di San Marino e la mantenne fino alla fine. Furono 6 nel complesso le tappe vinte da Saronni al Giro d’Italia in maglia Scic. Successi che impreziosiscono un palmarès che comprende, tra le diverse corse, una Tirreno Adriatico nel 1978, un Giro di Romandia nel 1979, due Tre Valli Varesine nel 1977 e 1979 e una Coppa Agostoni nel 1978.
L’altro “grande debuttante” della Scic fu Gianbattista Baronchelli. Tista passò professionista con la compagine bianconera nel 1974 e per poco non fece il botto all’inizio. Al Giro d’Italia, nella tappa con arrivo in salita alle Tre Cime di Lavaredo, attaccò e staccò Sua Maesta Eddy Merckx. Il belga sudò le proverbiali sette camicie per poter difendere la Maglia Rosa, riuscendoci per appena 12″. Baronchelli fu secondo in quel Giro d’Italia, conquistando il primo dei suoi tre podi (fu terzo nel 1977 e nuovamente secondo nel 1978, con due vittorie di tappe complessive. Tista non centrò mai il colpo grosso al Giro, ma nel 1977 regalò alla Scic la sua unica Classica Monumento, il Giro di Lombardia.
Con la Scic Baronchelli si impose al Giro di Romandia 1977, al Trofeo Laigueglia 1975 e, soprattutto, mise il sigillo nel 1977 e 1978 ai primi due dei suoi ben sei Giri dell’Appennino consecutivi.
Diversi altri corridori hanno scritto pagine importanti con la maglia della Scic. Ne citiamo cinque. E l’elenco non può non partire dal fedelissimo, Enrico Paolini, dieci anni di carriera tutti con la maglia bianconera della squadra parmense. Passista veloce capace di difendersi anche negli strappi, mise a referto la Tre Valli Varesine nel 1973 conquistando anche il titolo di Campione d’Italia nell’occasione, il Giro dell’Emilia e la Coppa Bernocchi nel 1975 e la Milano-Torino nel 1976. Come “contorno”, sei tappe al Giro d’Italia.
E poi Giancarlo Polidori, tre anni in Scic dal 1970 al 1973, con la Tre Valli Varesine 1971 come successo principale. E ancora Luciano Armani, trionfatore in bianconero in una Milano-Torino nel 1970, in una tappa in quell’anno a Bolzano al Giro d’Italia 1970 e una al Tour de France, a Marsiglia, nel 1971.
Infine, ultimi ma non ultimi, due grandi del ciclismo italiano che nel loro peregrinare tra le varie squadre hanno lasciato il segno anche in Scic: Franco Bitossi e Miro Panizza. Cuore Matto vestì il bianconero nel biennio 1974-1975, conquistando, tra le altre, quattro tappe al Giro d’Italia (3 nel 1974). Lo scalatore di Fagnano Olona corse per la Scic nel 1976 e nel 1977, imponendosi nel tappone pirenaico al Tour da Saint-Lary Soulan a Pau.
Trascorsi 10 anni, la Scic lasciò il mondo del ciclismo nel 1979. Nonostante siano passati quarant’anni, ancora oggi la formazione bianconera è giustamente ricordata con affetto da tutti gli appassionati di ciclismo. Ma dato che i ritorni nel ciclismo non sono stati cosa rara, anzi, chissà…
Carta d’identita e palmarès
Nome: Scic
Periodo di attività: 1969-1979
Colori sociali: bianconero
Grandi Giri: 1; Giro d’Italia 1979 con Saronni
Podi nei Grandi Giri: 4; Giro d’Italia, oltre alla vittoria, Baronchelli, 2° nel 1974 e 1978, 3° nel 1977
Tappe nei Grandi Giri: 29; 26 al Giro d’Italia, 3 al Tour de France
Classiche Monumento: 1; Giro di Lombardia 1977 con Baronchelli
Altre grandi classiche internazionali: 0
Grandi classiche italiane: 12; Coppa Agostoni, 1978 con Saronni; Coppa Bernocchi, 1975 con Paolini; Giro dell’Appennino, 1977-1978 con Baronchelli; Giro dell’Emilia, 1975 con Paolini; Milano-Torino 1970 con Armani, 1976 con Paolini; Tre Valli Varesine, 1971 con Polidori, 1973 con Paolini, 1977-1979 con Saronni; Trofeo Laigueglia, 1975 con Baronchelli
Grandi corse a tappe di una settimana: 4; Giro di Romandia 1977 con Baronchelli, 1979 con Saronni; Giro di Svizzera, 1969 con Adorni; Tirreno-Adriatico, 1978 con Saronni