L’emergenza coronavirus ha interrotto, come è giusto che sia, qualunque tipo di attività sportiva. Ciclismo compreso. In questo periodo di forzato stop, è bello aprire il libro della storia di questo meraviglioso sport e ripercorrere le vicissitudini delle più importanti squadre italiane. Quest’oggi è il turno della Sanson.
Abbiamo visto più volte come, nel mondo del ciclismo, diverse aziende abbiano sponsorizzato formazioni in due periodi diversi. Ebbene, c’è chi è stato ancor più recidivo, legando il proprio marchio a una squadra ciclistica in tre periodi differenti. Questo è stato il caso della Sanson.
La storica azienda di gelati (scomparsa definitivamente come marchio nel 2012) di patron Teofilo Sanson, uno dei padri della sponsorizzazione sportiva (sua l’idea, sul finire degli anni Settanta, di marchiare “Sanson” i pantaloncini dei calciatori della sua Udinese, pagando diverse multe), ha abbinato il suo nome a una formazione ciclistica nel biennio 1965-1966, nel 1969 e dal 1976 al 1980.
La prima avventura vide la Sanson subentrare alla Carpano nello sponsorizzare la formazione diretta da Vincenzo Giacotto ed Ettore Milano. Furono due stagioni in cui la compagine, vestita di giallorosso, vinse in due anni cinque tappe al Giro d’Italia. A imporsi furono Luciano Galbo, il velocista Vendramino Bariviera in due frazioni nel 1966 e poi con Italo Zilioli e Raffaele Marcoli. Questi ultimi due furono i punti di riferimento della prima Sanson. Zilioli, elegante scalatore, fu due volte secondo a quei Giri d’Italia, dietro Adorni nel 1965 (anno in cui si impose sul Saas Fee) e dietro Gianni Motta nel 1966. Marcoli, invece, in quel 1966 vinse la tappa di Roma e conquistò anche la Coppa Bernocchi. Purtroppo, il 29 agosto 1966, appena ventiseienne perì assieme alla sua fidanzata in un incidente stradale avvenuto lungo la strada statale 33 del Sempione. Un tragico sinistro che strappò alla vita e al ciclismo troppo presto un validissimo velocista.
Lo sgomento dovuto a quella tragedia contribuì alla dismissione della squadra alla fine di quella stagione. Tre anni dopo, però, fu lo stesso Vendramino Bariviera a fare da tramite tra la prima e la seconda Sanson, dato che, appesa la bici al chiodo, salì sull’ammiraglia. La Sanson di Bariviera corse solo in quel 1969, ma comunque si tolse delle soddisfazioni, aggiudicandosi sia la Tirreno-Adriatico che una tappa al Giro d’Italia in quel di Campitello Matese con Carlo Chiappano. E poi, Gianni Motta, che in quella stagione si impose al Giro dell’Emilia.
E poi la terza Sanson, quella forse più conosciuta, che ha percorso le strade italiane ed europee dal 1976 al 1980. La Sanson legata a un fuoriclasse del pedale italico: Francesco Moser. L’azienda di patron Teofilo si ritrovò in casa il corridore di Palù di Giovo, dato che subentrò come sponsor alla Filotex di Waldemaro Bartolozzi. E Moser non deluse le aspettative. In maglia Sanson, il trentino infilò il magico tris alla Parigi-Roubaix (1978-1979-1980) e vinse il Giro di Lombardia 1978.
E poi tre podi al Giro d’Italia, il secondo posto nel 1977 e 1979 e il terzo nel 1978 con 11 tappe vinte. E ancora la Freccia Vallone del 1977 e la Gand-Wevelgem del 1979. Per quanto riguarda le classiche italiane, Moser in maglia Sanson si impose in due Tre Valli Varesine nel 1976 e 1978, nel Giro dell’Appennino 1976, nella Coppa Agostoni 1977 e nel Giro dell’Emilia 1979.
Ma non solo Moser. Altri corridori spiccarono in quella Sanson. Due su tutti. In primis, Roger De Vlaeminck. Il belga, fiero rivale dello stesso Moser, corse in Sanson nel 1978 imponendosi nella sua seconda (delle tre complessive) Milano-Sanremo. E poi, Mario Beccia, una tappa al Giro d’Italia e il trionfo al Giro dell’Emilia nel 1977.
Nel 1980, la Sanson decise la definitiva dismissione della squadra. Patron Teofilo Sanson, scomparso nel 2014, però, rimase nell’ambiente contribuendo all’organizzazione dei Mondiali di ciclismo di Treviso-Verona nel 1999 e di Verona nel 2004. Un ultimo supporto allo sport che ha tanto amato e al quale ha dato tanto.
Carta d’identita e palmarès
Nome: Sanson
Periodo di attività: 1965-1966; 1969; 1976-1980
Colori sociali: giallorosso nel 1965-1966 e nel 1969; verde nel 1976-1980
Grandi Giri: 0
Podi nei Grandi Giri: 5; Giro d’Italia 1965 e 1966, 2° Zilioli, 1977 e 1979, 2° Moser, 1978, 3° Moser
Tappe nei Grandi Giri: 22, tutte al Giro d’Italia; 5 nel primo periodo, 1 nel secondo periodo, 16 nel terzo periodo
Classiche Monumento: 5; Milano-Sanremo 1978 con De Vlaeminck; Parigi-Roubaix, 1978-1979-1980 con Moser; Giro di Lombardia 1978 con Moser
Altre grandi classiche internazionali: 2; Gand-Wevelgem, 1979 con Moser; Freccia Vallone, 1977 con Moser
Grandi classiche italiane: 8; Coppa Agostoni, 1977 con Moser; Coppa Bernocchi, 1966 con Marcoli; Giro dell’Appennino, 1976 con Moser; Giro dell’Emilia, 1969 con Motta, 1977 con Beccia, 1979 con Moser;
Tre Valli Varesine, 1976-1978 con Moser;
Grandi corse a tappe di una settimana: 1; Tirreno-Adriatico 1969 con Chiappano