I Gran Premi senza bagno di folla: ecco i circuiti dove nessun pilota di quella nazione ha mai vinto tra Formula 1 e MotoGP
Il calendario originale prima di essere stravolto dal Coronavirus prevedeva 22 Gran Premi per la Formula 1 e 20 per la MotoGP, con circuiti storici e alcune novità inserite quest’anno. Molte location sono le medesime per i due massimi esponenti del Motorsport e in totale si corre in 29 stati diversi. Per analizzare quali sono state le nazioni in cui nessun pilota del posto ha vinto un Gran Premio, abbiamo dovuto procedere a una selezione per togliere i circuiti senza una particolare storia sportiva come Vietnam, Thailandia, Finlandia e Azerbaijan e quelli talmente il cui stato è talmente piccolo che è quasi impossibile possa esserci un vincitore di quella nazione come San Marino, Qatar, Bahrain e Singapore.
Abbiamo detto quasi impossibile perché l’eccezione si chiama Montecarlo: è il secondo Stato più piccolo del mondo eppure in futuro potrebbe esserci un vincitore nato nel Principato visto l’enorme talento di Charles Leclerc. Seguendo l’ordine cronologico della stagione di Formula 1 il primo appuntamento è l’Australia e nonostante un’ottima tradizione motoristica nessun pilota del continente australe è mai riuscito a vincere la gara. Cina e Paesi Bassi hanno lo stesso esito e bisogna aspettare il sesto appuntamento in Spagna per trovare un bagno di folla spagnolo sotto il podio, merito di Fernando Alonso.
Cambiando continente il risultato non cambia: nella storia del Gran Premio del Canada nessun canadese è mai salito sul gradino più alto del podio, mentre in Francia campioni del calibro di Jabouille, Prost e Arnoux hanno vinto in patria. In Austria, paese piccolo e più propenso ad altri tipi di sport, ci pensò Lauda nel 1984 a far esultare i suoi connazionali, ma la nazione con i piloti più vincenti è la Gran Bretagna che nel corso della storia ha Stirling Moss, Jackie Stewart, Jim Clark, James Hunt, John Watson, Nigel Mansell e Lewis Hamilton vincitori a Silverstone o Brands Hatch.
Ungheria e Belgio non vantano ungheresi o belgi sul gradino alto del podio, mentre in Italia bisogna scorrere fino al 1977 con Mario Andretti (naturalizzato americano) per scovare l’ultimo pilota a vincere nel belpaese dopo le imprese di Farina, Ascari e Scarfiotti. Il Gran Premio di Russia vanta soltanto sei edizioni e non ha mai avuto russi sul podio e così si passa in Giappone dove in 34 edizioni non hanno mai visto un asiatico vincere in patria. Il finale di campionato prevede lo spostamento in America (anche qui con nessun vincitore statunitense) e poi in Brasile dove una serie di campioni incantarono la torsida: Fittipaldi, Pace, Piquet, Senna e Massa.
Sulle due ruote invece la stagione inizia con Qatar e Thailandia, troppo recenti per avere una storia ricca di fascino. Negli Stati Uniti è toccato a Nicky Hayden nel 2005 e nel 2006 far impazzire gli americani a Laguna Seca, ma passando poi in Argentina l’albo d’oro è nuovamente privo di piloti di quella nazione. In Spagna invece fanno il pienone: Puig, Crivillé, Gibernau, Pedrosa, Lorenzo e Marquez hanno dominato soprattutto nell’ultimo decennio.
In Francia la tradizione motoristica non è molto prosperosa e così bisogna venire in Italia per ritrovare dei veri e propri bagni di folla sotto il podio con i successi di Agostini, Pagani, Cadalora, Capirossi, Rossi, Dovizioso e Petrucci. I Gran Premi di Germania, Olanda, Repubblica Ceca e Inghilterra non annoverano piloti vincitori nel loro paese e così passiamo in Giappone dove Tamada e Abe sono riusciti ad esultare in patria. Per finire l’Australia annovera Stoner e Doohan, mentre la Malesia è ancora non ha piloti nel motomondiale.