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Svizzera: si riparte, ma in ordine sparso

Da oggi, in Svizzera, è consentita la ripresa per gli allenamenti individuali. Tuttavia, come annunciato con largo anticipo, diversi club della Raiffeiesen Super League hanno deciso di non avvalersi di questa possibilità.

Tante le ragioni: innanzitutto l’impossibilità, secondo diversi staff medici, di non poterlo fare in sicurezza, vista la complessità delle prescrizioni a carico delle società. Poi ci sono motivi di praticità (la difficoltà, per molti giocatori di nazionalità estera, di rientrare dai Paesi d’origine) e, infine (ma non per ordine d’importanza), questioni economiche.

La ripartenza degli allenamenti, infatti, se pur in forma ridotta (non sono consentite le partite amichevoli, per esempio), porterà a impiegare i giocatori, togliendo ai club la possibilità di avvalersi dell’istituto del Lavoro ridotto, con conseguenze economiche non trascurabili, in un periodo come questo di assenza d’introiti.

Attraverso un comunicato ufficiale, il Lugano ha reso noto che l’avvio delle attività avrà luogo 18 maggio; stessa cosa farà il Basilea, come reso noto dalla RSI. Sempre la televisione di Stato elvetica riferisce che il Thun riprenderà addirittura la settimana dopo; lo Zurigo ha fissato il ritrovo al 28 maggio, mentre il Servette attenderà inizio giugno. A Sion, invece, è stato fatto presente che oggi non ci saranno allenamenti, e neppure è stata fissata una data di ripresa dei medesimi.

Sono scesi invece regolarmente in campo la capolista San Gallo, e il Grasshopper tra i cadetti. Data cardine sarà comunque il 29 maggio, quando verranno prese decisioni importanti sul prosieguo del campionato, sulla base di quanto verrà disposto dal Consiglio federale elvetico 2 giorni prima. Si ipotizza, come data di ripresa (ancora però da inventare, sotto tutti gli aspetti) dei tornei professionistici il fine settimana del 20/21 giugno.

Questo, in estrema sintesi. In pratica, allo stato attuale, mancano le condizioni giuridiche (e non solo) per giocare a calcio, e men che meno con del pubblico presente. Certo, non si rimane con le mani in mano. La Swiss Football League, come vi abbiamo già riferito nei giorni scorsi, sta lavorando, con il Consiglio federale, per ottenere dei fondi economici e una gestione speciale dell’istituto del Lavoro ridotto.

Sul resto, è notte fonda, come è stato fatto rilevare dal presidente del Lugano Angelo Renzetti. Intervenuto alla trasmissione via Facebook “fuorigioco@home”, trasmessa in streaming attraverso i canali social dell’emittente TeleTicino, il Pres è stato, come sempre, diretto.

“In SFL ci sono state lamentele nei miei confronti, perché alcuni non gradiscono che in questo momento ognuno dica la sua. La realtà però è che questa situazione se la sono cercata loro. Ora, siamo in balìa delle onde. Ci dicono che abbiamo fatto delle valutazioni spinti dall’egoismo: sono incredulo, non c’è niente di più falso!”

“La realtà è che ci sono tantissime ragioni oggettive che ci fanno dire che il campionato va cancellato. Si può trovare una soluzione che accontenti tutti, e senza chiedere soldi a nessuno. Invece loro chiedono sostegno alla Confederazione la quale, di fronte al messaggio poco chiaro che ricevono da noi, ci chiude le porte. Credo invece che, in questo momento, serva coraggio.” 

“Il 29 maggio, nell’assemblea straordinaria, si deciderà tutto, e vedremo dove sarà il buon senso. Ci guarderemo in faccia, vedremo chi ha i mezzi, e l’uso che vorrà farne. La SFL siamo noi club! Non possiamo farci gestire dagli impiegati nostri dipendenti. Sapete da tempo come la penso: nel calcio ci sono due categorie. Una percepisce uno stipendio, l’altra lo paga.”

A prendere uno stipendio sono, tra gli altri, i calciatori. Gli stessi, attraverso il Corriere del Ticino, hanno fatto sentire la propria voce. Come riferisce infatti Marcello Pelizzari, Assocalciatori Svizzera (SAFP) avrebbe chiesto un parere ai propri associati. il 63,9% dei medesimi sarebbe favorevole a interrompere la stagione. Il presidente, l’avvocato Lucien Valloni, ha lamentato nel mancato coinvolgimento della propria associazione, e nella scarsità d’informazioni, la causa delle paure e delle incertezze degli attori protagonisti.

In tutto questo, le tifoserie non stanno a guardare. Come riferisce il Corriere del Ticino, mettendo da parte ruggini e rivalità storiche, le curve di Servette, Sion, Xamax, Losanna e Lugano hanno emesso un comunicato congiunto nel quale chiedono la ripresa solo quando sarà possibile giocare normalmente.

Parlando di tifosi, torna d’attualità il tema del rimborso degli abbonamenti. Premesso che non si sa se il torneo riprenderà o meno, appare quasi sicuro che non sarà ammessa la presenza del pubblico negli stadi. Il Blick ha così chiesto ai vari club come intendono comportarsi in merito.

Il San Gallo ha elaborato un piano, che offre ai tifosi 3 opzioni. La prima prevede il rinnovo dell’abbonamento per la prossima stagione, senza richiesta di rimborso, lasciando la cifra al club a titolo di sostegno. La società biancoverde, a titolo di ringraziamento, iscriverà il nome del tifoso in una targa che verrà apposta al kybunpark a bordo del campo, nella tribuna principale.

L’abbonamento avrà scadenza a fine giugno 2021, e comprenderà tutte le partite interne di campionato, coppa, qualificazione per le coppe europee e amichevoli nello stadio. Gli abbonati, in caso di qualificazione alla fase a gironi di una competizione UEFA, avrebbero un diritto di prelazione.

L’iscrizione sulla targa sarebbe concessa anche a chi, pur non rinnovando l’abbonamento, sceglierà di non farsi rimborsare per sostenere il club. Resta salva, ovviamente, la possibilità, per chi lo chiederà, di essere rimborsato per la quota di partite mancanti.

Come hanno risposto i tifosi dei Brodisti? Lasciamo la parola al presidente Matthias Hüppi (Blick): “Lunedì sera abbiamo lanciato la nostra campagna abbonamenti e di sostegno, attraverso la TV del club. A oggi (venerdì 8 – ndr), circa 3.500 abbonati della stagione in corso hanno rinnovato, senza chiedere un rimborso. I loro nomi saranno immortalati su una grande parete bianco verde che apporremo ai margini del campo. Siamo davvero felici del sostegno da parte del nostro pubblico.”

A Berna, lo YB, sul tema, ha pubblicato un comunicato ufficiale sul proprio sito: “Le condizioni generali di abbonamento stabiliscono che i possessori non saranno rimborsati in caso di forza maggiore. Tuttavia, stiamo ragionando su quale soluzione adottare per andare incontro ai nostri tifosi, rispetto a questa crisi. Però prima dobbiamo prima sapere se la stagione si chiuderà con partite a porte chiuse o se verrà annullata.”

A Sion, si è innanzitutto specificato di non aver ancora ricevuto sinora neppure una richiesta di rimborso, a riprova della fedeltà a prova di bomba della tifoseria. Tuttavia, oltre a garantire gesti concreti di vicinanza nei confronti del proprio popolo, si è andati oltre. Constantin, infatti, agli inviati del Blick, ha rivelato di avere un piano per l’accesso sugli spalti del pubblico, nel rispetto delle distanze sociali, da sottoporre alle autorità competenti.

Il vulcanico CC ha poi spaziato a tutto campo: Super League a 12 squadre con Losanna e GCZ (“Il Vaduz oggi è secondo e avrebbe il diritto di partecipare? Vero, ma i nostri ospiti del Liechtenstein non si lamenterebbero mai”), ipotizzando anche una fine dell’edizione in corso della Coppa svizzera entro la fine del 2020 (“Non è vietato da nessuna parte. Certo, il vincitore, quest’anno, non avrà il previsto accesso all’Europa League”).

Gli altri club, più prosaicamente, attendono il 29 maggio, e le decisioni che verranno prese nell’assemblea straordinaria. A Lugano, tuttavia, come vi avevamo ricordato, il club ha dato vita, nei giorni scorsi, a una bellissima iniziativa di sostegno ai propri abbonati ultra 65enni, consegnando a casa loro un pacco di generi alimentari donato dagli sponsor. Un’iniziativa lodevole, che ha raccolto il plauso di tanti, ticinesi e non.