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I grandi “piccoli” della Formula 1 – Alta

In questo periodo di forzato stop della Formula 1, ripercorriamo la storia di scuderie che non hanno avuto i capitali delle grandi case automobilistiche e degli importanti costruttori privati, ma che hanno comunque lasciato un segno indelebile nel massimo sport automobilistico grazie a un fattore fondamentale: la passione. Oggi è il turno della Alta.

Nella storia della Formula 1 sono diverse le piccole scuderie legate “mani e piedi” a una singola persona. Questo è il caso dell’Alta Car and Engineering Company, meglio conosciuta come Alta, e del suo deus ex machina: Geoffrey Taylor.

Ingegnere inglese, fondò nel 1927, nella sua Kingston Hill, un quartiere sudoccidentale di Londra, la Alta Car and Engineering Company. Il nome era dovuto all’omonima città canadese situata nell’Alberta, per il semplice motivo che Taylor lesse una novella ambientata in quella località. Il suo primo obiettivo fu la costruzione di una vettura da 1100 di cilindrata, compatta e facile da guidare. Un’auto denominata PK 4053 che conquistò un terzo e un secondo posto nella London-Land’s Trial nel 1930 e 1931.

Nel 1937, arrivò la seconda Alta, sempre progettata da Taylor, la 61IS con la IS che sta per Indipendent Supercharged (Indipendente Supercarica). Una vetturetta 1100 che pilotata da George Abecassis, vinse diverse gare di velocità in montagna e cronoscalate. Poi, giunse la Seconda Guerra Mondiale e, come le altre industrie, anche la Alta venne riconvertita a scopo bellico.

Trascorso il conflitto, il mondo del Motorsport si stava incamminando verso l’avventura chiamata Mondiale di Formula 1. Anche Geoffrey Taylor volle parteciparvi, costruendo una nuova vettura: l’Alta GP. Un auto dal motore rigorosamente progettato e costruito da Taylor da 1500 di cilindrata, che poteva erogare una potenza di 230 cavalli a 7000 giri al minuto.

L’Alta GP debuttò nel GP di Svizzera 1948, sempre con Abecassis al volante. 12°in qualifica, in gara la vettura fu costretta al ritiro per un problema tecnico. L’anno dopo, un’evoluzione dell’Alta GP (dall’aerodinamica a goccia anziché sigariforme) corse in diverse gare, sia con Abecassis che con Geoff Crossley, ottenendo proprio con quest’ultimo il miglior risultato, il 7° posto nel GP del Belgio.

Nel 1950, finalmente, nacque il Campionato Mondiale di Formula 1. L’Alta rimase nel circus per due stagioni, la 1950 e la 1951, correndo però solo tre gare. Nella prima stagione a Silverstone (con un doppio ritiro sia per Crossley che per l’altro pilota irlandese Joe Kelly) e a Spa, in Belgio, dove Crossley fu nono. Nel 1951, il solo Kelly corse a Silverstone non riuscendosi a classificare.

Dopo quella stagione, l’Alta rimase in Formula 1 solo come motorista, fornendo i suoi propulsori alla HWM, alla Cooper e alla Connaught sino al 1959, vantando un podio nel 1956 a Monza con Flockart, terzo in gara su Connaught-Alta. Nel 1969, all’età di 65 anni, Geoffrey Taylor scomparse. Vero, la sua Alta non ha lasciato il segno dal punto di vista dei risultati nella massima espressione dell’automobilismo sportivo, ma rappresenta comunque un’espressione pionieristica e romantica di quella che una volta era la Formula 1.