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Che ne sarà del virtuale dopo la fine della quarantena?

In questi lunghi giorni di quarantena abbiamo visto ciclisti pedalare sui rulli, piloti darsi battaglia con i simulatori e calciatori intenti a smanettare alla ricerca di un gol. Abbiamo così potuto scoprire il mondo degli eSports, disciplina che già da qualche anno è in costante rampa di lancio e vanta già molti giocatori professionisti. Questo mondo virtuale è stato una manna dal cielo quindi per molti atleti che si sono potuti “allenare” gareggiando tra loro nell’unico modo possibile.

Ma quando finirà questa emergenza, cosa ne sarà degli eSports? Come abbiamo detto prima questo mondo è in costante ascesa e la quarantena è stata la pubblicità migliore per farsi ulteriormente conoscere. Da Leclerc a Immobile, passando per Nibali e Durant molti campioni sono stati in grado di attirare i loro fans su piattaforme virtuali mettendo in risalto le abilità dei professionisti del settore. Chi viene pagato e si allena quotidianamente negli eSports è di un altro pianeta rispetto a chi primeggia in quello sport nella vita reale: di fatto è come se si trattasse di un’altra disciplina.

Dal 2021 inoltre gli sport virtuali faranno da cornice all’Olimpiade di Tokyo con molte manifestazioni collaterali che avranno a che fare con le competizioni digitali; da questa base di partenza in futuro si potrebbero inserire questi giochi come vere e proprie discipline olimpiche, permettendo magari a qualche atleta di primeggiare anche con una console. Immaginatevi magari Valentino Rossi, impossibilitato a partecipare a un’Olimpiade in quanto il motorsport non dà equità nei mezzi, poter competere negli eSports allenandosi quotidianamente una volta ritirato per cercare la medaglia d’oro.

In futuro sentiremo parlare tanto di mondo virtuale come il nostro avanzamento tecnologico d’altronde ci impone senza però dimenticarsi il vero sport perchè le emozioni che ci ha dato e che continuerà a darci resteranno uniche per sempre.