L’emergenza coronavirus ha interrotto, come è giusto che sia, qualunque tipo di attività sportiva. Ciclismo compreso. In questo periodo di forzato stop, è bello aprire il libro della storia di questo meraviglioso sport e ripercorrere le vicissitudini delle più importanti squadre italiane. Quest’oggi è il turno della Mapei.
631 vittorie in 9 anni di professionismo. Basta questo semplice ma importante dato numerico per far subito intendere l’importanza che ha rappresentato la Mapei nel mondo del ciclismo. L’azienda bergamasca di prodotti per l’edilizia del compianto patron Giorgio Squinzi ha sponsorizzato, dal 1993 al 2002, la compagine faro del movimento ciclistico internazionale in quel decennio. E pensare che si è trattato di un’avventura nata in una situazione di emergenza.
Nel 1993, infatti, nacque una nuova squadra in Italia, la Eldor-Viner. Una squadra che però in aprile era già in difficoltà economica, tant’è vero che era incerta la sua partecipazione al Giro d’Italia. Pochi giorni prima della partenza della Corsa Rosa dall’Isola d’Elba, Giorgio Squinzi accolse al capezzale della squadra e nacque così la Mapei. Dopo un primo anno di comprensibile assestamento, dal 1994 il patron della Mapei investì in maniera massiccia, costruendo organici capaci di essere competitivi sia nelle gare a tappe, quanto e soprattutto nelle gare di un giorno.
Separiamo i campi e partiamo dalle corse a tappe. Nei Grandi Giri, la Mapei ha potuto contare su tre grandi interpreti: lo svizzero Tony Rominger, il russo Pavel Tonkov e lo spagnolo Abraham Olano. Il primo, con indosso la maglia a cubetti, vinse la Vuelta a España 1994 (dopo essersi precedentemente imposto in quell’anno alla Parigi-Nizza) e letteralmente dominò il Giro d’Italia 1995. Il secondo, al Giro d’Italia, trovò sulla sua strada Ivan Gotti nel 1997 e Marco Pantani nel 1998, che gli impedirono di ottenere il bis alla Corsa Rosa dopo il successo 1996 ottenuto in maglia Panaria-Vinavil e poi fece terzo alla Vuelta 2000 (senza però dimenticare i due acuti consecutivi al Giro dell’Appennino 1997 e 1998). Il terzo fu…terzo al Giro d’Italia 1996 e 2° alla Vuelta a España 1995. Tutti e tre si sono imposti in maglia Mapei al Giro di Romandia: Rominger nel 1995, Olano nel 1996, Tonkov nel 1997. Da questo versante, in casacca Mapei fallì il solo Stefano Garzelli. Ingaggiato in qualità di vincitore del Giro d’Italia 2000, Garzelli nel 2001 fu frenato da problemi respiratori e nel 2002, dopo una prima settimana dominata e con indosso la Maglia Rosa, venne estromesso dalla corsa per la positività a un diuretico. In tutto, la Mapei ha vinto 53 tappe nei tre Grandi Giri.
Il grande terreno di conquista della Mapei, in ogni caso, è stato senz’ombra di dubbio il campo delle classiche. A partire da quelle Monumento. Undici i successi della Mapei che ha issato il suo vessillo ovunque, tranne nella Milano-Sanremo (rimasto il grande cruccio di Squinzi). Di cui cinque alla Parigi-Roubaix. Due con “Monsieur Roubaix” Franco Ballerini (1995 e 1998), il corridore che più di tutti ha amato l’Inferno del Nord. Due col belga Johan Museeuw (1996, anno della tripletta Mapei con Bortolami e Tafi e l’arrivo in parata al velodromo, e 2000) e uno, nel 1999, proprio con Andrea Tafi, l’ultimo italiano a vincere la Roubaix.
Museeuw e Tafi, la coppia d’oro della Mapei, considerate le numerose corse vinte. Oltre alla Roubaix, il belga aggiunse al suo palmarès Mapei 2 Giri delle Fiandre (1995 e 1998) e un Trofeo Laigueglia (1995). Il toscano, invece si impose al Lombardia nel 1996, al Fiandre nel 2002, alla Coppa Agostoni nel 1998 e alla Parigi-Tours nel 2000.
Un’altra coppia belga-toscana ha brillato in Mapei. Lo sfortunato (scomparso prematuramente nel 2009) Franck Vandenbroucke e Paolo Bettini. Il primo si impose nel 1998 alla Parigi-Nizza e alla Gand-Wevelgem e nel Trofeo Laigueglia 1996. Il secondo esplose in maglia Mapei con la doppietta alla Liegi-Bastogne-Liegi, 2000 e 2002.
Altri nomi importanti in Mapei sono stati lo svizzero Oskar Camenzind, che nel 1998 vinse il Lombardia una settimana dopo aver conquistato il Mondiale, il belga Tom Steels, velocista con numerose tappe vinte al Tour e alla Vuelta, che si impose in due Gand-Wevelgem 1996 e 1999. E poi Daniele Nardello, che nel carniere può contare su diverse tappe al Tour e alla Vuelta e su una Milano-Torino nel 1996, un Trofeo Laigueglia nel 2000 e una Coppa Bernocchi nel 2002 e Michele Bartoli, che nel 1999, dall’alto della sua immensa classe, regalò alla Mapei la Tirreno-Adriatico e la Freccia Vallone.
Nel 2002, “spinta” anche dal caso Garzelli, la Mapei lasciò il ciclismo come sponsor di una squadra ma vi rimase sia come marchio dell’UCI (Unione Ciclistica Internazionale) sia come finanziatore di un Centro Sport per gli allenamenti, curato fino alla sua morte avvenuta nel dicembre 2010 da Aldo Sassi. Ma non esiste anno che non sia stato attraversato dai rumors del ritorno della Mapei in gruppo. Ritorno mai concretizzato. Finora.
Carta d’identita e palmarès
Nome: Mapei
Periodo di attività: 1993-2002
Colori sociali: blu a cubetti colorati
Grandi Giri: 2; Giro d’Italia 1995 con Rominger; Vuelta a España 1994 con Rominger
Podi nei Grandi Giri: 7 (oltre alle due vittorie, Giro d’Italia 1996 3° Olano, 1997 2° Tonkov, 1998 3° Tonkov; Vuelta a España, 2° Olano 1995, 3° Tonkov 2000)
Tappe nei Grandi Giri: 53; 13 Giro, 15 Tour, 25 Vuelta
Classiche Monumento: 11; Giro delle Fiandre 1995 con Museeuw, 1998 con Museeuw, 2002 con Tafi; Giro di Lombardia 1996 con Tafi, 1998 con Camenzind; Liegi-Bastogne-Liegi, 2000 e 2002 con Bettini; Parigi-Roubaix, 1995 e 1998 con Ballerini; 1996 e 2000 con Museeuw; 1999 con Tafi
Altre grandi classiche internazionali: 5; Freccia Vallone 1999 con Bartoli; Gand-Wevelgem, 1996 e 1999 con Steels, 1998 con Vandenbroucke; Parigi-Tours 2000 con Tafi
Grandi classiche italiane: 9; Coppa Agostoni, 1998 con Tafi; Coppa Bernocchi, 2002 con Nardello; Giro dell’Appennino, 1997-1998 con Tonkov; Milano-Torino, 1996 con Nardello; Tre Valli Varesine, 2002 con Ratti; Trofeo Laigueglia, 1995 con Museeuw, 1996 con Vandenbroucke, 2000 con Nardello
Grandi corse a tappe di una settimana: 6; Giro di Romandia 1995 con Rominger, 1996 con Olano, 1997 con Tonkov; Parigi-Nizza, 1994 con Rominger, 1998 con Vandenbroucke; Tirreno-Adriatico 1999 con Bartoli;