WWE

Right here, right now: Wrestlemania 36, le pagelle

Aleister Black vs Lashley: ritroviamo il nuovo fidanzato di Lana in forma, più asciutto e tirato rispetto al solito. L’ex campione di NXT subisce per buona parte della sfida, trova alla fine il successo grazie ad un’incomprensione, all’incapacità dell’avversario di cogliere l’attimo chiudendo con la propria finisher. Lashey ascolta Lana per la spear e finisce per diventare una facile preda. Stavolta Aleister Black vince senza convincere in un match complessivamente sufficiente ma nel quale è mancato il suo ritmo. Voto: 6.

Rollins vs Owens: bravi i protagonisti sul ring a mantenere la rivalità su livelli molto elevati, l’ex architetto dello Shield si cala perfettamente nella parte del “Messia”, Owens non può più trattenere la voglia repressa di riscatto e affermazione nel massimo palcoscenico. Per fortuna il match riprende dopo la squalifica di Rollins, si riparte senza squalifiche e conteggi fuori, nel quale il volo dall’insegna di Wrestlemania da parte di Mr. Ko vale il prezzo del biglietto. Con due atleti di tale calibro è sempre giusto attendersi il massimo, non è stato forse raggiunto, ma il prodotto offerto è stato più che godibile. Voto: 7.

Jimmy Uso vs Kingston vs Morrison: vista l’indisponibilità di The Miz, il triple threat match valevole per i titoli di coppia di Smackdown vede dimezzarsi il numero dei partecipanti. Sono protagonisti tutti atleti tecnici, rapidi, dinamici, adatti per un ladder match. Nei primi minuti la sfida fatica a carburare, troppe schermaglie, mosse fini a se stessi e fasi di studio. Nella seconda parte assistiamo finalmente allo spettacolo e alla sana follia di un ladder match che si rispetti, con gli atleti che si fanno trovare pronti nonostante l’improvviso cambio di scenario. Voto: 7

Elias vs King Corbin: non mi aspettavo chissà che cosa da questo match trattandosi di un qualcosa di contorno. Il prodotto finale è stato quello atteso, complessivamente sufficiente, un match molto fisico nel quale entrambi hanno fornito il proprio massimo in base alle proprie caratteristiche. Nuova sconfitta per Corbin, il quale rischia di vedere ridimensionato il ruolo del proprio personaggio. Voto: 6.

Otis vs Ziggler: alla fine ci stava inserire la sfida in questa super corposa card di Wrestlemania divisa in due serate. Come era facilmente immaginabile visti i recentissimi sviluppi emersi nell’ultimo taping di Smackdown, Mandy Rose è risultata determinante nel successo di Otis. Sul ring senz’altro evitato il rischio di una pagliacciata, o di un match farsa, se le sono date, il match ha visto affrontarsi la potenza fisica contro l’agilità tecnica, il meglio dei rispettivi bagagli. Voto: 6.

Goldberg vs Strowman: quanto è durato questo match, forse nemmeno tre minuti. Devo ammettere che dopo le prime spears e la consapevolezza della sostituzione di Roman Reigns ritenuto il netto favorito per il titolo Universale, immaginavo una vittoria in scioltezza di Bill. Del resto la considerazione di Strowman nei quartieri alti del rating interno, nonostante la recente conquista e fulminea perdita della cintura di campione intercontinentale, era assai ridotta. E invece, ecco che il wrestling continua talvolta a sorprenderci, l’ex membro della famiglia Wyatt ribalta completamente il match nel momento più difficile e va a conquistare per la prima volta l’agognata cintura. Un risultato inatteso per la stragrande maggioranza di appassionati e addetti ai lavori. La tenuta fisica di Goldberg si conferma ben al di sotto degli standard, fortunato Strowman a farsi trovare nel posto giusto nel momento giusto senza un match nella card. Match accettabile viste le condizioni del campione e quanto visto sul ring. Voto: 6,5

Last man standing match: Edge vs Orton: 36′ di autentica battaglia, un minutaggio forse fin troppo ampio se consideriamo la lontananza da ben nove anni di Edge. Sul ring la permanenza si riduce ad un paio di minuti, il tempo per due rko ai danni del canadese, la cui ruggine porta inevitabilmente il match a svolgersi in giro per l’arena. Metà della durata vede una rissa da strada nella quale nessuno si risparmia, nonostante ciò non si vede nulla che vada oltre a calci, cazzotti e utilizzo di oggetti vari. Con il passare dei minuti i protagonisti vanno ben oltre, rischiando il tutto per tutto e offrendo quanto un last man standing match nel massimo palcoscenico dell’annata deve provare ad offrire. Il finale risulta magistrale per follia, lucidità, voglia di mettere tutto in gioco, consapevolezza di non aver più nulla da perdere. Le mosse diventano efficaci e durissime da subire, come previsto è la superstar vietata ai minori a prevalere, confermando la capacità di entrambi di scrivere una storia durante il match con le frasi e le mimiche facciali di Edge nelle battute finali che meritano di essere ricordate per sempre. Voto: 7.

Rhea Ripley vs Charlotte Flair: in termini di lottato il miglior match per distacco dell’intera card. Uno spot del wrestling femminile, uno spot per il wrestling di qualità. Si è visto tutto quello che si desidera: tecnica, potenza, ritmo, acrobazie, prese di sottomissione, grinta, continui capovolgimenti di fronte. Charlotte riconquista a distanza di anni il titolo NXT confermando numeri leggendari, Rhea perde il titolo nello show degli immortali, un verdetto sul quale non avrei messo assolutamente le mani sul fuoco, ma non esce assolutamente ridimensionata, avendo dimostrato di tenere testa alla migliore rappresentante della divisione nel primo match uno contro uno. Voto: 8.

Bayley vs Lacey Evans vs Tamina vs Naomi vs Sasha Banks: tra infortuni e assenze varie abbiamo avuto una delle rare occasioni per vedere Tamina all’opera. Tutte le rivali si coalizzano per eliminare la figlia di Jimmy Snuka, fino a quel momento dominatrice della scena. A quel punto l’alleanza Bayley – Sasha Banks fa la differenza a favore della campionessa nonostante un inconveniente che porta all’eliminazione di Sasha ad opera di Lacey. Bayley riesce a prolungare ulteriormente il lungo regno proprio grazie alla decisiva interferenza dell’amica, quando sinceramente l’avrei potuta immaginare in direzione opposta. Alla vigilia non mi aspettavo molto dalla sfida, col senno del poi ognuna ha contribuito a mantenerla su livelli più che sufficienti. Voto: 6,5.

Street Profits vs Angel Garza – Austin Theory: l’assenza di Andrade ha portato la WWE a trovare un sostituto, la scelta di Theory, da poche settimane a NXT, ha sorpreso, ma solo in parte, in quanto il suo bagaglio tecnico – tattico promette e non poco. Come da pronostici gli Street Profits conservano i titoli, senza però dare quella prova di forza che ci si sarebbe aspettati a Wrestlemania. In questa occasione si sono rivelati più fortunati che cinici, rischiando di capitolare alla prima difesa dei titoli di un certo spessore. Voto: 6.

Firely Funhouse match: John Cena vs “The Fiend” Bray Wyatt: la costruzione del match con questo viaggio tra passato e presente, collegando i due personaggi – atleti in epoche del lontano wrestling e ripercorrendo le rispettive carriere l’ho sinceramente giudicato molto intelligente, particolare e perfino azzeccato. Il tutto se fosse però servito come cappello motivazionale e introduttivo al match, in modo tale che il Maligno entrasse ulteriormente nella mente del leader della Cenation. E invece… passano i minuti, passano altri minuti, nessuna traccia del match. Il tutto si chiude con una presa alla mandibola ai danni di Cena senza la presenza di alcun arbitro, con Bray Wyatt che effettua il conteggio in uno scenario completamente surreale. Scelta da non gettare via con un prosieguo assolutamente impresentabile, a Wrestlemania poi… Voto: 4.

Kabuki Warriors vs Alexa Bliss e Nikki Cross: si meritano i complimenti perchè aprire la prima serata di una Wrestlemania mai vista, senza pubblico e in piena emergenza sanitaria mondiale, non era assolutamente semplice per nessuno, nemmeno per atleti ben più navigati. Si confermano grandi professioniste, mantenendo alta la concentrazione e ritmi assai godibili. Il verdetto finale riporta Alexa Bliss, pluricampionessa da singola, e la folle ma sempre più lucida Nikki a riconquistare le cinture. Sconfitte ma sempre in prima fila le nipponiche. Voto: 6,5.

Sami Zayn vs Daniel Bryan: sinceramente mi piange il cuore vedere un Sami Zayn così volutamente o involontariamente bloccato sul ring. Poche mosse, tante perdite di tempo, immancabili interferenze di Nakamura e Cesaro, alla fine inevitabilmente decisive ai danni del possibile sostegno di Gulak. Da tempo attendevo Zayn con un titolo alla vita, me lo aspettavo però in condizioni complessivamente ben superiori. Purtroppo lo scarso minutaggio e i numerosi infortuni degli ultimi anni, assieme alla gestione dell’attuale personaggio da parte dei bookers, portano necessariamente a tale condizione. Bryan tiene il pallino del match in pugno per la quasi totalità della sfida, basta però un attimo al campione per restare tale. Forse quasi nessun altro match poteva vantare sulla carta la tecnica e la rapidità dei due atleti, il prodotto offerto è però risultato ben al di sotto delle potenzialità. Voto: 5.

Becky Linch vs Shayna Baszler: assieme al last man standing match e al match femminile di Nxt rientrava tra i match più attesi dal sottoscritto. Anche per tale ragione, a prescindere dal verdetto finale che non ha influenze sul giudizio, il match offerto non ha rispettato le mie aspettative; troppo a senso unico, pochi capovolgimenti di fronte, limitato il contributo della campionessa a mantenere la sfida su determinati livelli. Con ogni probabilità sarà soltanto il primo di una lunga serie di round, credo sarà inevitabile prima o poi il cambio di titolo. Come accaduto nel match a tre con Charlotte e Ronda quando l’irlandese scrisse la storia, il tap-in è stato un colpo di astuzia e intelligenza, servirà però ben altro per consolidare il proprio regno contro una rivale di tale portata. Voto: 6.

Lesnar vs Mcintyre: alla vigilia del match avevo nutrito nuovi dubbi sull’affermazione di Mcintyre, in quanto reputavo e temevo eccessivo il push negli ultimi taping di Raw e pertanto un segnale per una sconfitta nello show degli immortali. E invece lo scozzese, dopo la vittoria della Rumble, conquista (finalmente) per la prima volta il titolo assoluto in un match di breve minutaggio, molto minore del previsto, inevitabilmente caratterizzato da potenza e mosse ad alto impatto. Match non da buttare per quanto visto, ma un main event di Wrestlemania, con il titolo WWE in palio, avrebbe meritato un minutaggio ben superiore. Lesnar non lotta a tempo pieno ed è risaputo, ma in precedenti difese del titolo contro avversari in grado di reggere fisicamente l’impatto avevamo assistito a lotte più prolungate. La faccia finale di Heyman garantisce sorpresa – delusione, vedremo i prossimi sviluppi. Voto: 6.

Boneyard Match: Undertaker vs AJ Styles: non lo nascondo, temevo un’autentica figuraccia. Non si conoscevano esattamente le modalità dell’incontro e il flop era davvero dietro l’angolo. Si è giustamente scelto di evitare il ring e organizzarlo all’esterno, alla fine possiamo non considerarlo un match di wrestling, ma una rissa da strada, un duello all’ultimo sangue, una sfida tra sport e film, magari una scelta non condivisibile in assoluto, ma nel caso specifico forse una delle poche vie d’uscita per presentare un Taker in condizioni accettabili contro un avversario di tale livello. Dal punto di vista scenografico ho sentito e letto euforiche congratulazioni e nette bocciature, difficile esprimersi. Forse non ha tutti i torti chi sostiene che si poteva evitare tutto ciò, ma una volta optato per l’inserimento della storyline, non mi sento di bocciare completamente questa particolare iniziativa. Non era impossibile migliorarla, ma soltanto chi prende decisioni può sbagliare. Voto: 6.

WWE: non posso dare l’insufficienza né al ppv, né all’organizzazione della WWE. La card non era assolutamente male e potremmo dire “ci mancherebbe ancora” visto che si parla di Wrestlemania. Alcuni piani, in primis la presenza di Roman Reigns (la cui gestione poteva però avvenire senz’altro in modo migliore visti i recenti problemi personali), sono saltati. Non si era mai vista ,e speriamo non accada più trovando presto un vaccino contro il coronavirus, una Wrestlemania senza pubblico, con la federazione che ha optato per due serate con otto match per giornata. L’organizzazione non sarà stata senz’altro semplice, sarebbe stato forse più corretto e comodo sospendere tutto come hanno fatto il 99% degli sport in giro per il mondo. Continuare è stata una decisione inevitabilmente oggetto di congratulazioni e critiche. Una volta scelto di mandare in onda Wrestlemania, direi che il prodotto finale, considerando tutte queste difficoltà, sia stato complessivamente sufficiente, nonostante alcune tipologie e minutaggi abbiano lasciato numerose perplessità. Voto: 6.

Published by
Diego Anelli