Home » Ciclismo, le grandi squadre italiane – Gewiss

L’emergenza coronavirus ha interrotto, come è giusto che sia, qualunque tipo di attività sportiva. Ciclismo compreso. In questo periodo di forzato stop, è bello aprire il libro della storia di questo meraviglioso sport e ripercorrere le vicissitudini delle più importanti squadre italiane. Quest’oggi è il turno della Gewiss.

Attualmente, il nome Gewiss nello sport significa “Gewiss Stadium“, l’impianto di calcio di Bergamo noto ai più ancora con la vecchia titolatura di “Atleti Azzurri d’Italia” (per tacer di “Comunale”) divenuto nel 2017 di proprietà dell’Atalanta e sponsorizzato dall’azienda di domotica vanto della Bergamasca. Ma, prima del calcio, il marchio Gewiss ha significato ciclismo, in due periodi distinti. Il primo dal 1987 al 1989, il secondo dal 1994 al 1996.

Nel 1987, la Gewiss entrò nel mondo delle due ruote a motore umano subentrando alla Sammontana come sponsor principale della formazione diretta da Serge Parsani, dando origine a un binomio tutto bergamasco con la celeste Bianchi di Treviglio. Tre anni con un capitano indiscusso: Moreno Argentin. Il fuoriclasse di Sandonà di Piave in maglia Gewiss-Bianchi si impose alla Liegi-Bastogne-Liegi (una delle sue quattro Doyenne che gli valse il meritato soprannome di Duca di Liegi) e al Giro di Lombardia nel 1987, di 3 tappe al Giro d’Italia sempre nel 1987 e del Giro dell’Appennino (valido come Campionato Italiano) nel 1989. Anno dell’abbandono della Gewiss che coincise con lo scioglimento della squadra di Parsani.

Nel 1994, il rientro, per sostituire la Mecair nel ruolo di sponsor principale della formazione diretta da Emanuele Bombini. La Gewiss torna e ritrova…proprio lui, Moreno Argentin. Il veneto era al suo ultimo anno da professionista, ma lasciò il segno inanellando la vittoria nella tappa di Osimo al Giro d’Italia (vestendo per due giorni la Maglia Rosa) e conquistando la sua terza Freccia Vallone in una gara da sogno dove la Gewiss fece tripletta, dato che dietro al corridore di Sandonà si piazzarono gli altri due grandi protagonisti del 1994 della compagine di Bombini: Giorgio Furlan ed Evgenii Berzin.

Furlan, veneto di Treviso, in quell’anno centrò l’accoppiata Tirreno-Adriatico / Milano-Sanremo. Berzin, russo trapiantato in Italia a Broni, esplose letteralmente. In primavera si impose alla Liegi-Bastogne-Liegi e al Giro dell’Appennino, a maggio-giugno, con tre tappe conquistate, si mise indietro in classifica Pantani e Indurain e conquistò il Giro d’Italia. Fu l’apice della carriera del russo, che però rimase competitivo nelle altre due stagioni in Gewiss. Nel 1995, fu secondo alla Corsa Rosa dietro Rominger, vincendo una tappa. Nel 1996, al Giro si impose nella crono di Marostica, al Tour in quella di Val d’Isère vestendo la Maglia Gialla per due giorni, ma in entrambe le occasioni non risultò competitivo per la classifica.

Berzin in quegli anni ebbe un avversario diretto in casa, il lettone Piotr Ugrumov. Quest’ultimo, già secondo al Giro 1993 in maglia Mecair, al Tour de France 1994 fece letteralmente traballare il trono di Sua Maestà Miguel Indurain. Ugrumov si impose sia a Cluses che nella cronoscalata di Morzine-Avoriaz e il Navarro dovette difendersi con le unghie e con i denti. Poi, il lettone fu terzo al Giro 1995 dove lui e Berzin corsero da separati in casa.

Gewiss nel ciclismo è anche sinonimo di velocisti. Due in particolare, Paolo Rosola e Nicola Minali. Il primo, tra il 1987 e il 1989 vinse 7 tappe al Giro d’Italia e una alla Vuelta, il secondo 2 tappe al Giro, 1 al Tour e ben 7 alla Vuelta. E, soprattutto, due Parigi-Tours, 1995 e 1996.

Gewiss nel ciclismo vuol dire anche carneadi (scritto con il massimo rispetto) che hanno trovato il giorno della vita. Come Vladislav Bobrik, che beffò Chiappucci e Richard al Giro di Lombardia 1994. O come Gabriele Colombo, che nel 1996 sorprese i suoi compagni di fuga con un guizzo da finisseur, e si aggiudicò la Milano-Sanremo.

Poi, non bisogna omettere i successi con la casacca della Gewiss di Bruno Cenghialta alla Coppa Bernocchi 1995 e di Stefano “MacisteZanini che nel 1996 si impose alla stessa Bernocchi e alla Milano-Torino. Come non bisogna omettere la vicenda Michele Ferrari. Medico ferrarese noto ai più per i suoi rapporti con Lance Armstrong che gli è valsa l’inibizione a vita dall’USADA, l’agenzia statunitense antidoping (ma assolto dal reato di doping dalla legge italiana nel 2006), era il dottore della Gewiss che, subito dopo la tripletta alla Freccia Vallone nel 1994, dichiarò candidamente: “non è doping tutto ciò che non viene rivelato ai controlli“. Venne immediatamente licenziato per salvare l’immagine della squadra, ma quell’alone di dubbio ancora oggi permane. Diciamolo però chiaramente: fino a prova contraria, se un corridore non è trovato positivo, nessuno ha diritto di mettere in discussione i suoi successi. Le vittorie della Gewiss quindi sono assolutamente e pienamente, allo stato, legittime.

Carta d’identita e palmarès

Nome: Gewiss
Periodo di attività: 1987-1989; 1994-1996
Colori sociali: azzurro
Grandi Giri: 1; Giro d’Italia 1994 con Berzin
Podi nei Grandi Giri: 5 (oltre alla vittoria, Giro d’Italia 1995, 2° Berzin, 3° Ugrumov; Tour de France 1994, 2° Ugrumov; Tour de France 1995, 3° Riis)
Tappe nei Grandi Giri: 38; 13 nel primo periodo (10 Giro, 3 Vuelta); 25 nel secondo periodo (11 Giro, 7 Tour, 7 Vuelta)
Classiche Monumento: 6; 2 nel primo periodo (Liegi-Bastogne-Liegi e Giro di Lombardia 1987 con Argentin); 4 nel secondo periodo (Liegi-Bastogne-Liegi, 1994 con Berzin; Milano-Sanremo, 1994 con Furlan, 1996 con Colombo; Giro di Lombardia 1994 con Bobrik)
Altre grandi classiche internazionali: 3; Freccia-Vallone 1994 con Argentin; Parigi-Tours 1995 e 1996 con Minali
Grandi classiche italiane: 5; 1 nel primo periodo Giro dell’Appennino 1989 con Argentin; Coppa Bernocchi, 1995 con Cenghialta, 1996 con Zanini; Giro dell’Appennino 1994 con Berzin; Milano-Torino 1995 con Zanini;
Grandi corse a tappe di una settimana: 1; Tirreno-Adriatico 1994 con Furlan