Il 26 ottobre 1889, durante la partita tra Everton FC e Accrington Stanley FC, c’era stato un episodio molto discusso. La palla era passata all’incrocio di una delle due porte ma l’arbitro non se ne era accorto e aveva concesso solo la rimessa dal fondo. L’ingegner Brodie, grande tifoso dell’Everton, rimase così sconvolto dall’imperizia del direttore di gara, che studiò un modo per ovviare a questa problematica. E, in pochi mesi, si presentò all’ufficio brevetti per registrare la sua invenzione, che battezzò con il nome di “grande tasca”. La creazione consisteva in un’ampia rete che aveva la funzione di catturare la palla quando questa superava i pali della porta.
L’invenzione fu messa in pratica, per la prima volta, nel 1890 in una gara giocata a Stanley Park, che oggi separa i campi da gioco di Everton e Liverpool. E, constatata la validità del suo lavoro, Brodie la propose alla Football Association. I vertici della federazione capirono che erano di fronte a un passo importante, probabilmente decisivo, per lo sviluppo del calcio. Così decisero di assecondare la proposta di Brodie e fecero un esperimento durante una gara giocata al Trent Bridge.
Ma nonostante l’affidabilità dell’invenzione di Brodie e l’autorizzazione a usarla su ciascun campo, fatta dalla Football Association, la rete non divenne obbligatoria fin da subito. Ci volle qualche altro anno affinché questa rivoluzionaria scoperta venisse definitivamente inserita nelle regole del calcio.
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