Quando il 17 marzo, alle 8:45 orario di Boston, Tom Brady ha annunciato che avrebbe rifiutato il rinnovo di contratto propostogli dai New England Patriots nulla è stato più come prima. Sebbene la notizia fosse nell’aria da mesi tra gli addetti ai lavori, il fatto che Brady lasciasse i Patriots dopo vent’anni, nove Super Bowl giocati e sei vinti ha fatto comunque scalpore diventando ufficiale.
La storia di Tom Brady ha dell’incredibile per chi non conoscesse il suo inizio. Il californiano infatti venne scelto nel draft del 2000 con la numero 199 al sesto giro e preceduto da altri 6 quarterback (tra cui Giovanni Carmazzi, scelto dai San Francisco 49ers di cui era tifoso Brady e che si rivelò un flop colossale). Nessuno, né i suoi allenatori a Michigan né i vari talent scout si sarebbero mai aspettati che sarebbe diventato il giocatore più vincente di sempre. Ma Brady credeva fermamente nelle sue possibilità di avere successo e appena ebbe l’occasione di partire titolare non la fallì conquistandosi per sempre il posto.
Nacque così il connubio leggendario con Bill Belichick, uno degli allenatori più autoritari della NFL. Cosa che secondi Brady l’ha aiutato molto nella sua crescita dandogli sempre nuovi stimoli nonostante i folgoranti successi, i più celebri dei quali ottenuti con rimonte da sogno (ai playoff contro i Radiers nel 2001 e contro i Jaguars nel 2017 e nel Super Bowl LI contro i Falcons) o giocate sensazionali nei finali di partita (Super Bowl XXXVI contro i Rams, Super Bowl XXXVIII contro i Panthers, Super Bowl XXXIX contro gli Eagles; tutti e tre vinti di tre punti e negli ultimi minuti)
Il legame tra Brady e Belichick è stato così forte da portare alla dinastia più dominante nella NFL. Mai nessuno era riuscito infatti a vincere sei anelli in vent’anni dominando diverse stagioni e vincendo anche in quelle dove Brady non aveva un cast di supporto di alto livello.
Belichick aveva però da qualche tempo deciso che era arrivato il momento di voltare pagina ed evidentemente anche Brady, quando ha visto che i Patriots non stavano costruendo la squadra intorno a lui, ha deciso che era arrivato il momento di provare una nuova inedita avventura.
Si sono così iniziati a fare i nomi delle possibili destinazioni. L’attesa generatasi, seppur durata molto meno, era paragonabile a quella creatasi quando LeBron James decise di lasciare Cleveland per andare a Miami. Quando sembrava dovesse essere una tra Chargers, Raiders e 49ers; ecco però il colpo di scena: Brady sceglie i Tampa Bay Buccaneers, una squadra priva di fascino e storia (un solo Super Bowl vinto) che non disputa una partita di playoff dal 2007 e non ne vince una dal 2002. L’unico record di Tampa Bay è un record negativo: quattordici stagioni consecutive con record negativo vittoria-sconfitte.
Cosa può aver portato Brady a scegliere Florida? In attesa delle sue dichiarazioni ufficiali, possiamo però ipotizzare che un giocatore che ha vinto 249 partite in carriera abbia scelto i Bucs per i suoi interpreti offensivi. A Tampa infatti Brady potrà contare su due ricevitori di livello assoluto come Mike Evans e Chris Godwin, oltre che su un allenatore esperto come Bruce Arians.
Brady ha tutto da perdere con questa scelta, ma sicuramente è uno che non ha paura di rischiare. Cosa ha ancora da dimostrare dopo aver vinto un Super Bowl dopo i quarant’anni? Probabilmente nulla se non il fatto di far vedere di poter essere un vincente anche lontano dal New England.
La curiosità di vedere come andrà questo “matrimonio” è altissima e non ci resta di aspettare la prossima stagione per vedere se funzionerà. Intanto la prima cosa che ha chiesto Brady alla dirigenza dei Buccaneers sono i numeri di telefono di tutti i suoi nuovi compagni.