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Storie di outsider vincenti #2 – “Guga” Kuerten, da carneade a vincitore del Roland Garros ’97

26 maggio 1997, primo turno degli Open di Francia. Fisico magro e movimenti dinoccolati, Gustavo Kuerten è un tennista promettente, certo. Ma ancora non sa che quel Roland Garros cambierà per sempre la sua vita. Lui, che si appresta ad affrontare il ceco Sláva Doseděl da numero 66 ATP, non sa che quello sarà il primo passo verso la gloria. Guga è un ragazzone del sud del Brasile, che ha mangiato “pane e tennis” fin da piccolo. Ma la cui vita è stata segnata da due tragedie familiari: quella del padre Aldo, deceduto di infarto nel 1985 mentre arbitrava una partita tra juniors a Florianopolis, e quella del fratello Guillherme, costretto su una sedia a rotelle dopo essere stato colpito da paralisi cerebrale.

Kuerten si presenta al Roland Garros da semisconosciuto. Ma non lascia scampo al più quotato Doseděl in tre set rapidissimi: 6-0 7-5 6-1. Al secondo turno gli tocca in sorte Jonas Bjorkman, tennista solido, forse non troppo a suo agio sulla terra battuta, ma pur sempre un cliente scomodo (tant’è che lo svedese terminerà la stagione al numero 4 del ranking ATP). Guga non ha esitazioni nei primi due set, Bjorkman risorge nel terzo, ma il quarto termina a favore del brasiliano col punteggio di 7-5. L’exploit di Kuerten esalta gli spettatori ma sembra destinato a fermarsi al turno successivo: sulla sua strada capita infatti Thomas Muster, testa di serie n. 5 e uno dei favoriti per la vittoria finale.

Il match si presenta complicatissimo e naturalmente Kuerten veste il ruolo di sfavorito. Dopo un primo set equilibrato, vinto da Muster al tie-break, Guga non si lascia intimorire. Con caparbietà vince i due set successivi per 6-1 6-3, subisce la riscossa del mancino austriaco, che si aggiudica il quarto per 6-4. Ma nel quinto e decisivo set le gambe e il braccio destro di Kuerten non tremano: risponde colpo su colpo alle bordate di Muster, conquista il break e si regala l’ottavo di finale contro Medvedev. La partita contro il promettente russo, si rivela una battaglia molto simile a quella contro Muster, risolta dopo cinque set tiratissimi. Alla fine il punteggio è 5-7 6-1 6-2 1-6 7-5.

Prima di parlare del quarto di finale, che lo contrappone al russo Kafelnikov, n.3 del tabellone, occorre fare una precisazione. In quella edizione del RG, ci fu una vera e propria ecatombe di teste di serie. Sampras (1) venne eliminato dallo svedese Norman ai sedicesimi, Chang (2) da Bruguera agli ottavi, senza considerare la clamorosa debacle di Ivanišević (4), estromesso addirittura al primo turno da Gustafsson. La sfida con Kafelnikov diventa una battaglia che il brasiliano si aggiudica, nemmeno a dirlo, in cinque set (6-2 5-7 2-6 6-0 6-4). Una vittoria resa ancora più esaltante dalla rimonta, visto che il russo si era portato sul 2-1. Pur con difficoltà, per Guga si aprono le porte delle semifinali. Stavolta tocca a lui il ruolo del favorito contro l’ancor più sorprendente belga Dewulf, proveniente dalle qualificazioni e autore di un gran torneo. Ma Kuerten coglie l’occasione al volo e non si lascia scappare il successo.

La finale lo vede contrapposto a Sergi Bruguera, vincitore del Roland Garros nel ’93 e nel ’94. Per questo motivo, nonostante Kuerten non fosse più una sorpresa, era comunque il catalano il favorito dei bookmakers. Ma non avevano fatto i conti con la forma scintillante del tennista brasiliano. Il tennista di Florianopolis sveste l’abito da carneade e incanta il Court Central con una prestazione impeccabile, senza sbavature. Pallonetti, smorzate, palle corte, accelerazioni che sorprendono Bruguera e che gli consegnano la vittoria più facilmente del previsto (6-3 6-4 6-2). Per molti Kuerten è destinato a essere una meteora, ma si sbagliano. Kuerten riconquisterà il Roland Garros nel 2000 e nel 2001, entrando nel ristretto club dei plurivincitori del torneo parigino.

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  1. Il Nottingham Forest e la conquista della Coppa Campioni 1978/79 (11 marzo 2020)