Il peso economico del Coronavirus
Qualcuno ha accusato il vile denaro di farla da padrone, il fatto però è che anche il discorso economico ha un peso, e per quanto non prioritario rispetto alla salute, prima o poi, questa crisi, chiederà il conto. Il calcio ai tempi del Coronavirus è così, pensieroso e impaurito per ciò che sarà. La coperta era già corta prima, con squadre in crisi, soldi da trovare, e bilanci da tenere a galla. Adesso che la giostra è ferma, c’è il rischio di un anno-zero che in base ai numeri può risultare devastante.
Solo il discorso che gira attorno alle pay-tv lascia intendere l’enormità delle cifre che girano. Parliamo di oltre un miliardo di euro, per i diritti di trasmissione della Serie A, che raggiunge il miliardo e 400 milioni se si aggiungono Coppa Italia e diritti per l’estero. Soldi sborsati dalle tv che pretendono di ottenere il prodotto completo, ed è sicuramente anche per questo che il campionato, finita l’emergenza, sarà completato, considerando il rinvio degli Europei e della Copa America al 2021, e soprattutto considerando le situazioni contrattuali di coloro che a giugno diventerebbero svincolati.
Pay-tv, ma anche introiti dovuti ai botteghini, già condizionati dalle gare a porte chiuse pre-lockdown, parliamo di una cifra che oscilla tra i 200 e i 300 milioni di euro; e poi, l’inquantificabile perdita economica dovuta ai mancati accordi con gli sponsor, e quelli in essere che non possono gioco forza essere rispettati. La Serie A ha chiaramente riunito gli esperti, per cercare di fronteggiare una situazione che rischia di far traboccare il vaso, e chissà poi come la si metterà sul piano del Fairplay finanziario: quello sarà un discorso che spetta alla UEFA. Che dal canto suo ha fatto spallucce fin quanto ha potuto, salvo poi vedersi costretta ad adeguarsi tra enormi ritardi, e incredibili responsabilità.