Inizialmente, quando il calcio ha cominciato a essere praticato, non era specificato il numero dei partecipanti a una partita. Veniva semplicemente deciso di volta in volta dai capitani delle due squadre. La stessa FIFA, nella sua pagina ufficiale, ammette che la squadra di undici giocatori è stata definita nel regolamento della Football Association Challenge Cup, l’attuale FA Cup, solo nel 1871.
I primi casi di squadre formate da undici giocatori ci vengono indicati nelle competizioni scolastiche alle quali partecipavano scuole superiori elitarie come Eton, Harrow e Charterhouse. Il numero fu del tutto casuale, anche se riconducibile a una ragione ben precisa: equivaleva infatti alla quantità dei ragazzi che componevano ciascuna stanza del dormitorio di quelle scuole. Le difficoltà maggiori nascevano quando venivano programmate gare tra istituti differenti, che magari erano soliti schierare un numero diverso di calciatori.
Nel dicembre 1834 la scuola di Eton invitò quella di Harrow a disputare un match amichevole e i componenti di quest’ultima risposero che avrebbero giocato solo se la sfida si fosse giocata undici contro undici. Eton accettò e l’incontro fu così equilibrato che i ragazzi interessati “esportarono” questo metodo anche all’università. Nel 1862 ci fu un altro episodio: lo Sheffield FC propose agli altri quattordici team nati nei dintorni di fissare in 11 il numero dei calciatori. Qui giocò un ruolo preponderante il fatto che lo Sheffield era stato fondato da un gruppo di appassionati di cricket (che si gioca, appunto, in 11 vs 11).
Il passaggio definitivo al calcio a undici si ebbe il 31 marzo 1866 durante la partita tra Londra e Sheffield, terminata 2-0. L’equilibrio che si determinò, anche in relazione alle dimensioni del campo da gioco, fu particolarmente apprezzato da calciatori e pubblico. E passò da essere una semplice consuetudine a una regola vera e propria.