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Pallone in Soffitta – Tomas Brolin, il destino in un cross

Dopo il Mondiale di Italia ’90, la Serie A continuò a rimpinguare il proprio contingente straniero con giocatori di ogni livello e qualità. Uno di questi lasciò il segno, finché la malasorte non decise di oscurarne la carriera: lo svedese Tomas Brolin.

ASCESA. L’arrivo dell’attaccante svedese Tomas Brolin nel calcio internazionale fece subito notizia. D’altronde, quando ci si fa conoscere grazie alle prodezze in un campionato del mondo, tutto viene amplificato in maniera istantanea. Nato a Hudiksvall il 29 novembre 1969, Brolin era stato inserito dal selezionatore Nordin in un parco attaccanti di livello: l’ex Empoli Johnny Ekström, il goleador del Benfica Mats Magnusson (ben 33 reti in Portogallo nell’annata 1989-90 da capocannoniere) e Stefan Pettersson dell’Ajax. Eppure, quello sgusciante e inesperto ventenne, lanciato dal piccolo Sundsvall e messosi in luce nell’IFK Norrköping nella prima parte della stagione 1990 (7 reti in 9 partite), convinse il selezionatore a portarlo in Nazionale.

A Italia ’90

Da outsider, Brolin sarebbe stato invece una delle poche note liete del Mondiale italiano per la Svezia, sempre sconfitta nei tre incontri del gruppo C contro Brasile, Scozia e Costa Rica. Proprio all’esordio contro i verdeoro, il ragazzo riuscì a sorprendere la difesa avversaria al minuto 79: colpo di testa in area di Ingesson, Brolin riceve spalle alla porta aggirando Ricardo Rocha e batte Taffarel di destro. Una prodezza niente male ma ininfluente, per il 2-1 finale portato a casa dai sudamericani. L’attaccante parte titolare pure nei successivi incontri, senza trovare di nuovo il guizzo vincente.

ITALIA. Il palcoscenico italiano rappresenta la svolta per la carriera del giocatore. Viene infatti ingaggiato dal neopromosso Parma, alla prima esperienza in massima serie, che affianca Brolin agli altri stranieri Grün e Taffarel. Sì, proprio lui. Proprio il portiere del Brasile a cui Brolin aveva segnato “quel” gol. Cosa combina il Parma di Scala in quegli anni è storia: qualificazione europea al primo tentativo, la conquista della Coppa Italia nel 1992. Brolin diventa un personaggio riconoscibilissimo. Capelli biondi, cosce potenti, movimenti repentini e discreto senso del gol, accanto all’idolo di casa Alessandro Melli.

Con la Supercoppa Europea e la maglia del Parma

La punta di Hudiksvall diventa un punto fermo nello scacchiere del tecnico di Lozzo Atestino, così come cementa il proprio posto fisso nella Nazionale svedese nel biennio successivo a Italia ’90. Negli Europei di casa nel 1992 Brolin si laurea capocannoniere (ex aequo) con 3 reti, confermandosi sulla scena internazionale tra i giovani più interessanti del decennio appena cominciato. Nel frattempo continua a mietere successi con il Parma e nella Svezia pure al Mondiale di Usa ’94. Gli scandinavi sono tra i protagonisti del torneo, chiuso al terzo posto grazie anche alle prodezze del trio offensivo formato da Brolin, Kennet Andersson e Martin Dahlin. A 24 anni, Tomas Brolin ha già disputato tre grandi manifestazioni con la sua Nazionale, dimostrando di saperci fare: eccome.

DRAMMA. Una carriera destinata probabilmente a un ulteriore step in avanti. In realtà, purtroppo, il giocatore sta inconsapevolmente salendo sull’autobus destinato al capolinea. Il 16 novembre 1994 la Svezia affronta l’Ungheria al Råsunda Stadion di Stoccolma, nella terza giornata del girone eliminatorio per l’Europeo ’96. Brolin realizza la rete del vantaggio prima dell’intervallo, poi arriva l’appuntamento con il destino al minuto 69. Imbeccato in posizione defilata sul lato destro dell’area ungherese, riesce a rimettere in scivolata il pallone in mezzo per Dahlin, il quale insacca il secondo gol svedese. Un assist importante che si trasforma in dramma.

Il grave infortunio

Effettuando il movimento in caduta per calciare, Brolin ricade con tutto il peso del corpo sul piede sinistro. Resta a terra disperato nei pressi della linea di fondo, si capisce immediatamente la gravità dell’infortunio. La frattura della caviglia porta a un’operazione chirurgica per l’inserimento di una placca metallica nell’articolazione: Brolin ritorna in campo verso la fine di aprile 1995. La sua stagione si chiude con un’espulsione contro il Napoli. In estate cerca di riconquistare un completo recupero fisico, traguardo che purtroppo non taglierà in quel momento né in seguito.

AGONIA A LEEDS. Le prime prestazioni nel Parma 1996-97 emettono la sentenza: Brolin non è più il giocatore ammirato prima del grave infortunio. A novembre decide, di comune accordo con il Parma, di lasciare l’Emilia dopo cinque anni per cercare di ritrovarsi altrove. Lo avvicinano tre club italiani, firma infine un contratto da due anni e mezzo con il Leeds United. Il tecnico Howard Wilkinson lo ingaggia considerandolo il partner ideale del poderoso Yeboah: le cose non andranno bene ed esploderanno dopo un match contro il Liverpool. Il Mister rimprovera allo svedese la scarsa propensione in copertura e problemi di peso, il giocatore gli contesta di averlo schierato sulla fascia “a correre su e giù come un idiota” invece che nel suo ruolo naturale di playmaker offensivo. La rottura tra i due è ufficiale. A maggio Brolin vola in patria per operarsi nuovamente al piede, il Leeds lo mette sul mercato oltretutto avvelenato da alcuni comportamenti dello svedese. Il club dichiara di chiedere 2,5 milioni di sterline, un anno dopo averlo pagato 4, per il suo cartellino. Nessuno si fa avanti, d’altronde i timori sulle condizioni fisiche di Brolin sembrano fondati. Alla fine gli viene concesso di andare a giocare per qualche settimana in Svizzera allo Zurigo. Brolin vorrebbe restare lì ma gli viene intimato dal Leeds di rientrare alla base, minacciando azioni legali. La sua carriera ha preso ormai una pessima piega. Salta il prestito alla Sampdoria perché non passa le visite mediche, a causa della placca di metallo nell’articolazione. Dall’Inghilterra chiedono un consulto ortopedico per stabilire in maniera definitiva le sue condizioni. Brolin, pur di dimostrare di essere ancora un calciatore, paga di tasca il prestito e si accorda con il Parma a titolo temporaneo.

Oggi

TRAMONTO. A fine stagione, siamo nel 1997, lo svedese non rientra più nei piani di entrambi i club. Inizia la ricerca di una nuova sistemazione: saltano i trasferimenti alla Real Sociedad e agli Hearts of Midlothian, nel frattempo continua a giocare nelle riserve del Leeds. A novembre, dopo essersi liberato e mentre si sta allenando in patria con l’Hammarby, viene chiamato dal Crystal Palace in prova: ingaggiato fino al termine della stagione. Nell’agosto 1998 annuncia il ritiro dall’attività, dopo tanti inutili tentativi per recuperare lo smalto di un tempo, ad appena 28 anni. Oggi Tomas Brolin, dopo essere stato imprenditore, è un giocatore nel circuito mondiale di poker.

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