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L’aquila vola, ma il rush finale sarà durissimo

Non prendiamoci in giro, nessuno ad agosto avrebbe scommesso un singolo euro su questa Lazio, la solita, solida ma monotona Lazio di Simone Inzaghi. Eppure guardatela ora, bella da vedere e concreta allo stesso tempo, portatrice di bel calcio e di risultati che definire sopra le aspettative potrebbe addirittura sembrare riduttivo. Siamo davanti ad una macchina che di falle nelle ultime 19 partite ne ha mostrate davvero poche: l’ultimo stop risale ad un girone fa, alla sfida di San Siro proprio contro l’Inter, la partita che volente o nolente ha segnato l’inizio della svolta biancoceleste. Da quel momento, in campionato, i ragazzi di Inzaghi hanno totalmente dimenticato il sapore della sconfitta.

Le 11 vittorie consecutive, in mezzo la vittoria della Supercoppa Italiana contro la Juventus, primo posto della classifica sempre più vicina visti i mezzi passi falsi degli stessi bianconeri e dell’Inter passando naturalmente per una capacità sempre più sorprendente di trovare la via della rete, grazie ad un Ciro Immobile assoluto mattatore delle difese italiane, e più in generale a una media realizzativa che sicuramente non è passata inosservata tra avversari e amanti del bel calcio. Il risultato? Vetta del campionato distante un solo punto, un entusiasmo ritrovato che nella capitale mancava davvero da decenni unita alla possibilità di considerare lo scudetto non più come una semplice fantasia. 56 punti in 24 partite, un nuovo record nella storia biancoceleste: migliorati i 50 punti raggiunti allo stesso momento del campionato nella stagione 73/74 (considerando ogni vittoria dal valore dei 3 punti).

Il dato che non può passare inosservato è soprattutto quello che vede i biancocelesti come autentica ammazza grandi, qualcosa che nelle ultime stagioni era venuto quasi totalmente a mancare. Appena 6 i punti raccolti nello scorso campionato contro Juventus, Inter, Atalanta, Roma e Napoli, esattamente il doppio quelli portati a casa fin qui contro gli stessi avversari. Un vero e proprio cambio di mentalità, frutto del lavoro di un tecnico ormai affermato come Simone Inzaghi e soprattutto di una squadra che negli anni non ha mai voluto optare per le grandi rivoluzioni di mercato puntando, al contrario, sulla crescita unitaria del gruppo.

Sognare non costa nulla, ma il rush finale di stagione si preannuncia tutt’altro che agevole per la banda biancoceleste. Quattordici giornate di fuoco, tra avversari coinvolti nella lotta per non retrocedere e big a caccia di un posto in Europa, tra dirette concorrenti e autentiche mine vaganti di questa stagione. Sul cammino della Lazio ci sono ancora Atalanta (27^ giornata), Milan (29^) Juventus (35^) e Napoli (38^), oltre che squadre a caccia di riscatto come Genoa, Fiorentina, Torino. I capitolini hanno già più volte dimostrato di avere tutte le carte in regola per continuare a sognare uno scudetto che manca esattamente da 20 anni, un successo che coronerebbe nel migliore dei modi i 120 anni di storia della società biancoceleste. Il cammino sarà impervio, la strada in salita e faticosa, ma la voglia di fare qualcosa di storico non può che essere il motore migliore per continuare a spingere forte sull’acceleratore e per alimentare i sogni di una squadra ed un popolo affamato di vittoria.