Doro, mai nome fu tanto azzeccato. La biatleta altoatesina Dorothea Wierer “c’è cascata di nuovo”, parafrasando il brano sanremese di Achille Lauro, e ha infiammato l’animo degli sportivi italiani con una giornata carica di tensione, brividi e gioie finale. L’azzurra infatti ai mondiali di Anterselva, dopo aver vinto il titolo nell’inseguimento, ha concesso il bis trionfando anche nell’individuale. Dietro di lei la tedesca Hinz, battuta per soli due secondi, e poi la norvegese Roeiseland, di bronzo e con il momentaneo primato di unica atleta donna a finire sempre sul podio nelle gare fin qui disputate. Peccato per la prova incolore di Lisa Vittozzi imprecisa al poligono e terminata con ben sette minuti di distacco. Il 15° posto della norvegese Eckoff invece fornisce importanti indicazioni in ottica Coppa del Mondo.
La gara della Wierer è stata un capolavoro sportivo. Domenica scorsa avevamo tirato il fiato fino all’errore finale della tedesca Hermann, poi abbiamo capito che gli ultimi km sarebbero stati soltanto un’attesa felice e l’oro nell’inseguimento. Oggi invece la suspense è stata conservata fino alla fine con quel cronometro che oscillava sul filo dei secondi tra speranze e paure. L’azzurra porta a casa il suo terzo oro mondiale e arricchisce ulteriormente una bacheca, che aveva raggiunto un primo picco lo scorso anno con il trionfo in Coppa del Mondo. Adesso possiamo tranquillamente dirlo. La Wierer entra di diritto tra le leggende dello sport italiano e soprattutto di quelli degli sport invernali. Manca forse solo l’oro olimpico, che invece appartiene ad assi del calibro di Alberto Tomba, Deborah Compagnoni o Stefania Belmondo. Le sue gesta restano comunque un bene per il movimento del biathlon italiano, uno sport da un fascino accattivante in cui nulla è deciso fino alla fine e un errore al poligono può rimescolare improvvisamente tutto.