Primo Piano

Il 2019 dell’Italbici – U…come Ulissi

Il suo 2020 è già iniziato ed è iniziato bene, con il secondo posto a gennaio nel Tour Down Under in Australia, dietro al padrone di casa Richie Porte. Ma è ancora tempo di dare un ultimo sguardo al passato e al 2019 di Diego Ulissi. Una stagione che ha visto il trentenne di Cecina entrare quasi sicuramente in una seconda fase di carriera. Quella che lo vede protagonista nelle corse a tappe brevi.

Una seconda fase che sembrerebbe essere dimostrata dai risultati raccolti. Il successo nel Giro di Slovenia con vittoria di tappa a Idrija, il terzo posto al Giro di Polonia, il quinto al Giro di Germania. Corse a tappe dove la concorrenza era tutt’altro che irrisoria e, invece, Ulissi si è davvero ben disimpegnato. Ma, per obbedire al principio di conservazione dell’energia, il toscano è venuto leggermente meno nelle gare di un giorno. Una vittoria in una corsa di seconda fascia come il Gp Lugano, un secondo posto a Montreal e un onorevolissimo terzo posto alla Freccia Vallone. E poi la sfortuna del Mondiale, con quel cambio che si rompe nel momento peggiore e lo mette fuori gioco. Un bilancio buono ma non certo del tutto soddisfacente per un corridore del suo calibro.

Sacrificio inevitabile dovuto al passaggio dal vecchio Ulissi al nuovo Ulissi? Sarebbe una situazione certo non inedita nel mondo del ciclismo. Quanti cronomen, divenendo più forti in salita, hanno perso un po’ di smalto nelle prove contro il tempo? Quanti velocisti, trasformatisi in corridori da classiche, hanno sacrificato un po’ del loro spunto veloce? Diego Ulissi potrebbe rappresentare l’ennesima voce nel particolare elenco di corridori che hanno vissuto due carriere “diverse”. Sperando che possa essere altrettanto, se non meglio, vincente della prima.