Pallone In Soffitta – Luceafarul, fucina di campioni nel regime Ceausescu
Nel 1978, la Romania era in piena dittatura. Il regime di Nicolae Ceausescu teneva in mano un Paese che, sportivamente parlando, riusciva a farsi valere prevalentemente nella ginnastica. In quell’estate venne messa in piedi una squadra ad hoc per far crescere i giovani calciatori più talentuosi del Paese: il Luceafarul Bucarest, autentica fucina di futuri campioni.
AGOSTO. Come detto, negli anni ’70 lo sport rumeno vantava limitata considerazione internazionale. La giovane ginnasta Nadia Comaneci, meravigliosa protagonista dei Giochi Olimpici di Montreal 1976, rappresentava il fiore all’occhiello del regime. Un trofeo da esporre, in una Romania povera e vessata dalla dittatura di Nicolae Ceausescu. Venne attuata una lungimirante intuizione nel 1978: la creazione di una società dedicata al reclutamento e alla formazione dei migliori talenti calcistici del Paese, allo scopo di portare la Romania a risultati di livello superiore. E così, l’11 agosto dello stesso anno, prese forma il Luceafarul Bucarest.
AUSTRALIA. Il primo risultato fu la partecipazione della Romania alla fase finale dell’Europeo Under 18 nel 1980 in Germania Est, evento a cui partecipò da esordiente dopo essersi sbarazzata della Turchia (4-0 nel doppio confronto). Due vittorie in tre match non furono sufficienti a vincere il girone – dietro alla Polonia poi finalista – ma rappresentarono un inizio incoraggiante. Il secondo posto nel gruppo qualificò i giovani rumeni per il Mondiale Under 19 previsto l’estate seguente in Australia. Di quella squadra, allenata da Constantin Cernaianu, fecero parte Ioan Andone, Mircea Rednic, Gavril Balint e Romulus Gabor, poi promossi nella Nazionale maggiore e partecipanti in seguito a grandi manifestazioni.
Inserita nel girone B con Brasile, Italia e Corea del Sud, la squadra vinse il raggruppamento insieme ai verdeoro poi batté l’Uruguay nei quarti di finale (2-1). Il sogno si interruppe nei supplementari della semifinale contro la Germania Ovest: non restava che la finalina per il bronzo e la Romania ebbe la meglio sull’Inghilterra con una rete di Gabor, eletto miglior giocatore del torneo e futuro protagonista dell’Euro ’84 con i “grandi”. Il progetto Luceafarul cominciava a raccogliere buoni frutti.
PROTAGONISTI. All’interno di questa entità, inquadrabile come una vera e propria accademia, trovarono spazio di lì a poco anche altri elementi di spessore. Espressione riduttiva, visto che quei giocatori si avviavano a scrivere la storia della “Tricolorii” e del calcio rumeno: Miodrag Belodedici, centrale difensivo capace di vincere due Coppe dei Campioni con Steaua e Stella Rossa; Gheorghe Popescu, colonna di importanti club europei e 115 volte nazionale; Dorin Mateut, (contestata) Scarpa d’Oro 1989; e soprattutto un certo Gheorghe Hagi, autentica leggenda del calcio europeo, soprannominato il “Maradona dei Carpazi” per il suo sinistro e le doti tecniche.
E ancora Zsolt Musznay, Emil Sandoi, Ioan Ovidiu Sabau, Florin Prunea. Tutti questi uomini – compresi i più anziani già citati Andone, Balint e Rednic – rappresentarono la Romania nel celebre decennio d’oro 1990-2000, con la partecipazione a tre Mondiali (1990, 1994 e 1998) e due Europei (1996 e 2000). Il gialloblù Luceafarul, che aveva già concluso la propria attività di formazione nel 1985, fa parte oggi della folta schiera dei defunti club rumeni. Vita molto breve, ad ogni modo intensa e degna di essere ricordata, per motivi storico/sportivi innegabili.
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