LA GIORNATA – Non si può neppure parlare di due terzi del cammino, perchè la matematica è lì e ventidue giornate su trentotto, seppur ingombranti, lasciano chissà, ancora spazio per epiche quanto improbabili rimonte. Dodici punti di vantaggio su chi insegue, a sua volta tallonato da chi arriva e quindi, occhio agli specchietti. La Ligue 1 2019/2020 assomiglia tremendamente al modello precedente, altro che obsolescenza programmata. C’è il Paris Saint-Germain, poi, soltanto poi, dopo un po’, tutte le altre, nello specifico, dopo quelle 22 giornate di cui sopra, sono (già) dodici i punti di vantaggio che il PSG può amministrare sul Marsiglia, mai come in questa stagione, la prima delle terrestri in una Francia dominata dai marziani. Per info basta chiedere al Montpellier, che pure squadra da comparsate non è e non è mai stata: cinque gol sul groppone, discorso, partita, incontro già chiuso all’intervallo e sensazione di malessere e impotenza diffusi. Non proprio una novità per chi, da calendario, ha in programma la trasferta al Parco dei Principi, di certo con la musichetta della Champions come ambient sound tenuto in sottofondo, il PSG è consapevole di aver messo in standby il campionato, quando gennaio è diventato passato da qualche giorno appena.
BORDEAUX MALEDETTA – Il divario ha sforato in una cifra abbondante grazie anche al pareggio dell’OM a Bordeaux, anche qui, notizia senza novità. Quella del Marsiglia in Gironda è qualcosa di appena inferiore alla maledizione ma di parecchio superiore alla semplice casualità statistica, se è vero che sotto Notre Dame de la Garde non si festeggia una vittoria in casa dei girondini da ben 42 anni. Era il 1° ottobre 1977, altro che smartphone, quattro decenni senza esultare in casa di una storica rivale in un calcio che, anche Oltralpe, è cambiato, si è evoluto, con questa unica costante per chi crede nel motto “Droit au but”. Una “x” segnata sulla trasferta dell’attuale Matmut Atlantique che però, a conti fatti, può essere vista come un flash positivo, visto che Mandanda e la traversa hanno negato alla squadra di Paulo Sousa il successo pieno ed evitato all’OM una sconfitta che, in campionato, manca dal 27 ottobre, guarda caso, in casa del PSG.
DOLBERG, PROVE DI VOLO – A debita distanza dal podio, c’è un campionato che vive di sussulti a cadenza settimanale, senza risparmiare chi il blasone lo ha da sempre e chi lotta per un posto al sole. Come Lione e Nizza, in quest’ordine, citando prima una squadra che galleggia alla costante ricerca di equilibrio e che sembra aver trovato dal mercato quell’usato sicuro che può garantire gol pesanti (Karl Toko-Ekambi) e poi un’altra, quella rossonera, che sta ritrovando quella faccia insolente di chi sa di poter infastidire chiunque avendo poco da perdere. Quella faccia che, con un po’ di fantasia, si può appiccicare a Kasper Dolberg, sua la doppietta che ha regalato a Les Aiglons il 2-1 sull’OL, in una partita facilitata dall’ennesimo suicidio sportivo lionese (Marçal, déjà-vu): se dal quarto al dodicesimo posto sono racchiuse nove squadre, anche il Nizza, nomen omen, può provare a volare.
E LA SCOSSA? – La retrocessione non è un incubo, quello no, la possibilità di gettare al vento una stagione, quella è più di una semplice sensazione che accomuna Saint-Etienne e Monaco. Al peggio non c’è (quasi) mai fine, ma la spirale negativa in cui sono ricaduti Verts e Rouge et Blanc dà da pensare. L’iniziale effetto Puel, lampante dopo l’arrivo dello storico ex Lione sulla panchina dei rivali di una vita, sembra essere svanito, 28 punti, per quella classifica corta di cui facevamo menzione, possono addirittura dare speranze di rimonta, a patto che si esca da un’involuzione che sembra in grado di attanagliare chi è di casa allo Chaudron. Una considerazione che si può tranquillamente applicare anche al Monaco, cui Moreno non sembra essere riuscito a dare un’impronta chiara: in nove per oltre un’ora (rossi a Bakayoko e Gelson Martins), i monegaschi non hanno capitalizzato l’ennesimo centro del capocannoniere Ben Yedder, il nervosismo regna e così anche il piccolo Nimes, penultimo in classifica, finisce per recitare una parte da gigante. Il turno infrasettimanale è alle porta e della scossa, quella che servirebbe, non c’è traccia.
Ligue 1, 22° giornata:
Rennes-Nantes 3-2 (47’ aut. Damien Da Silva – N, 71’ Raphinha – R, 80’ Simon – N, 90’ Bourigeaud, 98’ Raphinha)
Paris Saint-Germain – Montpellier 5-0 (8’ Sarabia, 41’ Di Maria, 44’ aut. Congre, 57’ Mbappé, 65’ Kurzawa)
Angers – Reims 1-4 (7’ Alioui – A, 38’ rig. Toure, 62’ Abdelhamid, 74’ aut. Santamaria, 75’ Dia)
Digione – Brest 3-0 (3’, 20’ Balde, 77’ Mavididi)
Nimes – Monaco 3-1 (13’ Ben Yedder – M, 27’ Miguel, 62’ Philippoteaux, 79’ Martinez)
Strasburgo – Lille 1-2 (12 Thomasson – S, 65’ Magalhaes, 80’ rig. Osimhen)
Amiens – Tolosa 0-0
Nizza – Lione 2-1 (33’, 63’ Dolberg, 45’ Toko-Ekambi – L)
Metz – Saint-Etienne 3-1 (44’, 70’ Nguette, 63’ Diallo, 89’ Hamouma – S)
Bordeaux – Marsiglia 0-0