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Nessun Oscar ma i “film” più belli: Sartori è il Fellini del calciomercato

Ci sono stati registi indimenticati che hanno scritto la storia, pur senza alzare al cielo la statuetta più ambita: il premio Oscar. Federico Fellini ne è un esempio. L’uomo capace di cambiare il volto e la prospettiva del cinema italiano, snobbato dai poteri forti, che poi lo hanno omaggiato dopo la sua morte. Solo prassi, vergognosa. E’ chiaro che per quanto riguarda il mercato non siamo e probabilmente non saremo mai a questi livelli, però un parallelismo regge: i riflettori vanno sempre sui più forti. Vale per i giocatori, vale per gli allenatori, vale peri dirigenti. Elogi a palate – meritati, per carità – per Paratici, per Marotta e Ausilio, Petrachi, Tare e via dicendo. Tutto lecito. Direttori sportivi che hanno fatto la fortuna delle proprie squadre, che comunque a dirla tutta, vantano un budget che rende tutto più semplice.

E allora i riflettori, per una volta, li spostiamo noi. Se c’è un numero uno, in questo mondo, è assolutamente Giovanni Sartori. Il regista per eccellenza, quello che lascia la luce agli attori (Gasperini e squadra) e produttore (Percassi). La fortuna dell’Atalanta è stato il suo direttore sportivo. L’uomo in grado di puntare giovani, italiani e non, investire pochi spiccioli, concedendo a Gasperini la possibilità di valorizzarli e valorizzare il marchio Atalanta. Nessuno meglio di lui in Italia. Sin dai tempi del Chievo, quando con una batteria di giocatori semi-sconosciuti ha scritto la storia dei veronesi. Il dopo Sartori? E’ noto a tutti. Mai una parola fuori posto, mai interviste, mai indiscrezioni trapelate, ma sempre garbato e disponibile a rispondere ogni domanda, anche in forma privata. Un gentleman d’altri tempi, che fa del lavoro e dell’unità di intenti il suo dogma. Non ama i riflettori, dicevamo. Provate a cercare su YouTube immagini o interviste: ne troverete meno di dieci. E il suo non è un rifiuto ai colleghi, ma il desiderio di mettere in risalto il mondo che lo circonda più che se stesso.

Ha vinto la palma di miglior DS del mercato anche questa volta. L’operazione Caldara, per come è nata, è un capolavoro. Ceduto a 20 milioni due anni fa, lo ha ripreso a cifre inferiori, con l’obiettivo di rivalorizzare un giocatore sfortunato. Rosa ringiovanita: via Masiello, dentro Tamaze, Bellanova, Sutalo, Czyborra e Zapata a titolo definitivo. Via Ibañez, con una grande plusvalenza nonostante le poche presenze, via Barrow e ceduto Kulusevski alla Juve per oltre 35 milioni. L’ultima grande plusvalenza dell’era Sartori. Qualche nome? Gagliardini, Conti, Kessie, Petagna, Caldara, Cristante, Bastoni, Grassi. Oltre 200 milioni portati nelle casse dell’Atalanta. Merito del Fellini del calciomercato.