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I “flop” degli Anni ’10 – Che fine ha fatto… Miloš Krasić?

Concluso da pochi giorni il decennio 2010-2019, abbiamo voluto analizzare alcuni dei più clamorosi “flop” del calcio italiano ed europeo, analizzando le storie di quei giocatori arrivati con grandi attese e, invece, rivelatesi delle enormi delusioni. Rispondendo così all’inevitabile domanda che ogni tanto ci poniamo a tempo morto o mentre si parla con gli amici: ma che fine ha fatto?

Al momento del suo arrivo alla Juventus nell’estate 2010, Miloš Krasić si era presentato al calcio italiano con il curriculum di un vero e proprio astro nascente del calcio, reduce dai numeri importanti e le giocate da sogno della sua esperienza in Russia con il CSKA Mosca. Un esterno dalla velocità devastante, capace di traghettare la squadra russa alla vittoria di due campionati, due Coppe di Russia, tre Supercoppe e, soprattutto, la prima storica coppa UEFA nel 2005. Sarà stata per la somiglianza fisica per la chioma bionda e anche per la posizione in campo, ma in questo ragazzo i tifosi bianconeri rivedevano a tutti gli effetti l’erede di Pavel Nedved.

A Torino sembrava essere arrivato finalmente un esterno veloce, capace di garantire tanta corsa e qualità al reparto sia di centrocampo che d’attacco. Delneri lo aveva voluto fortemente, spendendo 15 milioni di euro pur di lanciarlo titolare nel suo 4-4-2 e, in effetti, le prime giornate dimostrarono tutta la bontà di questo investimento. Perché forse oggi qualcuno lo ha dimenticato, ma le prime giornate del serbo in bianconero furono quasi devastanti: Krasić sembrava davvero imprendibile sulla fascia e per le sue avversarie fu un vero e proprio incubo da affrontare durante le prime uscite. Chiedetelo al Cagliari, che alla quinta giornata finì ko per 4-2 contro la Juventus, travolto dalla tripletta del serbo.

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Poi, lentamente, quella luce quasi accecante è diventata sempre più flebile. Le avversarie iniziarono a prendergli le misure, studiandone caratteristiche e limiti, e l’episodio della simulazione contro il Bologna, destinata a costargli due giornate di squalifica attraverso la prova tv, fecero calare l’ombra sulla sua figura. Il giocatore trovò sempre meno spazio, fino a essere completamente relegato in panchina l’anno dopo con l’arrivo di Conte, che nella sua posizione preferì da subito Lichtsteiner, più adatto per il 3-5-2 e anche meno impulsivo rispetto al serbo.

Di fatto, l’avventura di Krasić alla Juventus si consumò in appena due stagioni, per un totale di 50 presenze, 10 reti e 9 assist e nell’estate 2012 l’ex CSKA Mosca passò al Fenerbahce in Turchia. Poca roba anche lì, perché il suo talento non sembrava più lo stesso, ormai completamente assopito. Nemmeno l’esperienza al Bastia sarà sufficiente per farlo rialzare e al Fenerbahce gli toccò anche l’umiliazione di finire fuori rosa.

Che fine ha fatto?

Conclusa l’esperienza turca, al serbo non era rimasto che fare un ulteriore passo indietro: arrivò dunque ad accettare di giocare in Polonia, al Lechia Gdansk, con cui totalizzerà 88 presenze, 7 reti e 15 assist in tre anni e mezzo, mostrando solo qualche lampo, ma senza mai convincere davvero. Per di più, cambiando anche ruolo e diventando un centrocampista centrale, a sancire la resa definitiva nel poter garantire velocità e imprevedibilità sulla fascia come ai tempi d’oro. Nel dicembre 2018 è arrivata così la decisione di ritirarsi dal calcio giocato, nonostante la proposta di tornare a giocare al Vojvodina, lì dove aveva mosso i primi passi assieme ai fratelli e al cugino, prima del grande salto in Russia. Da allora, ben poche notizie sono emerse su quale sia stato il suo destino.