Concluso da pochi giorni il decennio 2010-2019, abbiamo voluto analizzare alcuni dei più clamorosi “flop” del calcio italiano ed europeo, analizzando le storie di quei giocatori arrivati con grandi attese e, invece, rivelatesi delle enormi delusioni. Rispondendo così all’inevitabile domanda che ogni tanto ci poniamo a tempo morto o mentre si parla con gli amici: ma che fine ha fatto?
Il decennio di Taye Taiwo ha subito uno dei crolli più evidente e, per certi versi, anche tristi di tutti. All’alba degli anni ’10, Taiwo si presentava come uno dei terzini sinistri più interessanti di tutta la Ligue 1, protagonista in annate di grande qualità nella rosa dell’Olympique Marsiglia: un vero e proprio motorino della fascina mancina, capace di garantire corsa e continuità, ma anche un giocatore dotato di un sinistro potente e preciso, ideale per rigori e calci piazzati, come testimoniano anche i 25 gol realizzati in 272 presenze con i francesi.
Di quell’OM, capace di diventare campione di Francia nel 2010, ma anche vincitore di due Coppe di Lega e due Supercoppa consecutive, Taiwo era diventato l’asse portante. Così come accaduto nella Nazionale nigeriana, con cui aveva anche disputato il Mondiale in Sudafrica nel 2010, totalizzando 54 presenze e 3 reti in tutte le competizioni. Poi, nell’estate del 2011, arriva la svolta tutta negativa della sua carriera. Il terzino sinistro alza un muro davanti alla proposta di rinnovo dell’Olympique Marsiglia, chiedendo un aumento di stipendio decisamente sostanzioso, e davanti al rifiuto dei francesi, accetta di svincolarsi a parametro zero, per poi trasferirsi al Milan. Erano gli anni dei celebri “parametri zero” firmati da Galliani, che negli ultimi anni della sua avventura rossonera collezionò un elenco infinito di enormi delusioni, potenziali campioni trasformati in anonimi giocatori soltanto pesanti per il bilancio.
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L’esordio, d’altro canto, fu già il preludio al successivo fallimento. Il 24 settembre, il nigeriano fece il suo esordio nella gara vinta con il Cesena, ma giocò appena 51′ prima di essere sostituito. Allegri gli concesse ancora qualche opportunità, ma finì per preferire costantemente Zambrotta e Antonini, prima di assicurarsi Mesbah nel mercato di gennaio, chiudendo così definitivamente le porte a un futuro ancora in rossonero per il terzino sinistro.
A 26 anni, proprio quando poteva cominciare la fase migliore e più matura della sua carriera, Taiwo è diventato vittima di un crollo verticale a cui non è riuscito a mettere un termine. In rossonero, il nigeriano firmò appena 8 gettoni, salutando dopo soltanto sei mesi, prima di essere girato in prestito prima ai Queens Park Rangers e poi alla Dinamo Kiev. Tutte esperienze che non segnano alcuna rinascita e, soprattutto, alcun riscatto da parte di quei club, con il Milan che dovette attendere il 2013 prima di liberarsene gratuitamente a titolo definitivo, destinazione Bursaspor. Un’esperienza nemmeno troppo negativa, in realtà, perché il terzino sinistro era finalmente tornato titolare, tanto da collezionare 37 presenze, 3 gol e 6 assist. Poi, però, nel 2015 entrò in vigore la controversa legge anti-stranieri della Federazione turca e Taiwo si ritrovò svincolato.
Ed è proprio da lì che cominciò il tour di Taiwo in più parti d’Europa, alla ricerca di una sistemazione definitiva: in pochi anni, passò dai finlandesi dell’HJK Helsinki, con cui disputò delle discrete partite, passò al Losanna, che però decise di non confermarlo dopo appena 13 partite nel campionato svizzero, prima di tornare in Scandinavia, agli svedesi dell’Eskilstuna, con cui retrocesse addirittura nel 2018.
Che fine ha fatto?
Conclusa l’esperienza in Svezia, Taiwo è tornato a giocare in Finlandia, per la precisione in Lapponia vicino al Circolo Polare Artico con la maglia del Rovaniem Palloseura. L’esperienza dura poco più di due anni, per un totale di 63 presenze, 2 gol e 5 assist, ma alla fine dello scorso anno è arrivata la fine del contratto. A 34 anni, il nigeriano sembrava improvvisamente destinato a tornare in Italia, in Serie D con la maglia dell’ambizioso (almeno a parole) Seregno, ma il decennio si conclude per lui con una beffa: il terzino sinistro si è messo a disposizione dei brianzoli per due settimane, in attesa di poter esordire una volta ottenuto il transfer internazionale, ma improvvisamente il presidente Erba lo ha nuovamente svincolato, stavolta via WhatsApp, richiedendo persino indietro la macchina che gli era stata assegnata da contratto per poter far avanti e indietro dalla Svizzera, dove il nigeriano abita.