La stagione 1968/69 aveva portato alla ribalta lo Swindon Town, piccola squadra che militava nel campionato di terza divisione inglese, che riuscì nell’impresa di conquistare la Coppa di Lega inglese ai danni dell’Arsenal. Fu un evento storico di assoluta rilevanza, vista la netta differenza tra le due squadre. A quell’epoca chi vinceva quella competizione poteva partecipare, l’anno successivo, alla Coppa delle Fiere: il problema era che, a norma di regolamento, solo le squadre di Premier potevano essere ammesse alla competizione continentale. Per ovviare a questa esclusione al manager Gigi Peronace, italiano ma residente in Inghilterra, venne l’idea di istituire la Coppa Anglo-Italiana, che avrebbe regalato allo Swindon la “meritata” vetrina europea.
La prima edizione si disputò nel 1970 e raggiunse pienamente il suo scopo, visto che lo Swindon Town si impose in finale contro il Napoli. Il torneo prevedeva il confronto tra sei italiane, tutte di Serie A, contro sei inglesi (quattro di First Division, una di Second, una di Third) ed era abbastanza complesso. Erano previsti tre raggruppamenti, composti da squadre di entrambi i paesi (ma non ci potevano essere derby) e le classifiche erano suddivise per nazionalità, cosicché la finale avrebbe dovuto essere necessariamente tra una italiana e una inglese. Nei primi tre anni il regolamento non ebbe cambiamenti di rilievo e vide i successi di Blackpool, Roma e Newcastle. Nel 1974 e nel 1975 si decise invece di non giocarlo, vuoi per la presenza dei Mondiali del ’74, vuoi per problemi organizzativi.
Il torneo riprese nel 1976: vi partecipavano formazioni di rango minore e infatti vide il successo del Monza sul Wimbledon. Il titolo rimase in Italia anche le due stagioni seguenti (il Lecco prima e l’Udinese poi, ebbero la meglio sul Bath City), mentre nel 1979 il Sutton United prevalse sul Chieti. Seguirono sette vittorie italiane consecutive, firmate Triestina, Modena (2), Cosenza, Francavilla, Pontedera e Piacenza. Ma il declino della Coppa Anglo-Italiana era ormai certificato. Il torneo fu abbandonato per qualche anno, ma nel 1992-93 tornò in auge, con una formula un po’ modificata e coinvolgendo nuovamente squadre professionistiche.
C’erano sempre i gironi incrociati, ma erano previste anche due semifinali tra squadre della stessa nazione. Così, dopo aver battuto il Bari, la Cremonese sconfisse il Derby County (grazie alle reti di Verdelli, Maspero e Tentoni) e si aggiudicò il trofeo. L’anno seguente primeggiò il Brescia di Lucescu in finale contro il Notts County (1-0 con gol vincente di Ambrosetti), mentre nella stagione 1994/95 gli inglesi si presero una bella rivincita superando l’Ascoli. L’ultima edizione vide il netto successo del Genoa contro il Port Vale. Le difficoltà nel collocarlo nel calendario stagionale e il sempre più crescente disinteresse del pubblico, dei media e delle stesse squadre (spesso venivano presentate formazioni zeppe di riserve), portarono alla cancellazione della Coppa Anglo-Italiana.