Concluso da pochi giorni il decennio 2010-2019, abbiamo voluto analizzare alcuni dei più clamorosi “flop” del calcio italiano ed europeo, analizzando le storie di quei giocatori arrivati con grandi attese e, invece, rivelatesi delle enormi delusioni. Rispondendo così all’inevitabile domanda che ogni tanto ci poniamo a tempo morto o mentre si parla con gli amici: ma che fine ha fatto?
Ai tempi degli esordi nella prestigiosa Cantera del Barcellona, tra i tanti talenti emergenti ce n’era uno che sembrava aver colpito più di tutti: Bojan Krkić, un talentuoso e veloce fantasista figlio di un ex calciatore serbo e madre spagnola, ma nelle giovanili dei blaugrana sin dagli otto anni. Qualcuno sostiene che quell’abile bambino fosse riuscito a segnare più di 900 gol con i suoi giovani coetanei fino al 2006, mettendosi in mostra anche grazie alla sua notevole tecnica e per i dribbling. Giocate che avevano reso i dirigenti sicuri di essersi assicurati, con ogni probabilità, un nuovo Lionel Messi, ancora una volta prodotto nelle proprie giovanili.
Non è un caso, d’altro canto, che Bojan si ritrovò a firmare il proprio primo contratto da professionista ancora giovanissimo, diventando anche il più giovane esordiente con la maglia dei catalani sia in campionato che in Champions League, infrangendo proprio i record di Messi ad appena 17 anni e 19 giorni. In quel Barcellona dei “giganti”, che aveva visto passare nell’arco di poco tempo un talento dietro l’altro nel reparto offensivo come Ronaldinho, Eto’o, Henry, Messi, Ibrahimovic, Villa e Pedro, il giovane spagnolo sembrava essere il nuovo talento fresco pronto un giorno a sostituirli. Guardiola lo aveva notato e aveva provato a farlo diventare grande assieme ai giocatori più forti del mondo.
Eppure, quel talento così brillante è rimasto bloccato in pura potenzialità, senza mai sbocciare. Ci si attendeva una crescita, uno sviluppo, ma in realtà mai arrivati e l’impressione è che quel talento così grezzo fosse più in basso rispetto alle enormi aspettative create sul suo conto. E così, dopo 163 presenze in blaugrana con 41 reti e 19 assist, ci si è resi conto che il ragazzo non fosse più al livello che il Barcellona si sarebbe atteso, lasciando spazio all’accettazione che non sarebbe mai arrivato dove si sperava. Un momento di non ritorno che ha dato via alla discesa del giocatore, che negli anni successivi ha cercato riscatto proprio in Italia, prima alla Roma di Luis Enrique, che lo aveva conosciuto da vicino mentre allenava il Barcellona “B” e sperava di poterlo trascinare al riscatto, e poi al Milan.
Per Bojan, anche l’esperienza in Serie A è stata poca cosa. Ci si attendeva di vedere un talento unico, capace di portare personalità e tecnica sia nei giallorossi che nei rossoneri, e invece raramente è risultato decisivo, finendo ben presto per farsi nascondere dall’ombra. Il palmares alle spalle, d’altronde, sembrava parlare da solo e invece si è rivelato semplicemente un insieme di menzioni vuote di contenuto e, soprattutto, di proprio contributo decisivo. Tanto che i rossoneri, che lo avrebbero dovuto riscattare al raggiungimento di una certa quota di presenze, decisero di smettere di utilizzarlo nel finire della stagione 2012-2013, pur di non trovarsi con questo carico. Chiudendo così con 52 presenze, 10 reti e 3 assist l’anonima esperienza in Serie A.
Da quel momento, la carriera di Bojan si è divisa in tante esperienze e grande speranza di trovare il posto giusto in cui si sarebbe preso la rivincita, con anche qualche infortunio di troppo che ha reso tutto più complicato. Ajax, Stoke City, Mainz e Alavés: quattro esperienze diverse in altrettanti campionati, ma senza essere mai davvero protagonista, salvo qualche gara in Premier League in cui sembrava risvegliarsi un talento ben superiore alla media dei Potters. Troppo poco, però, per potersi rialzare e pensare di riprendersi in mano la carriera.
Che fine ha fatto?
A 29 anni, Bojan si è ritrovato a dover mettere da parte un possibile riscatto di carriera, facendosi attrarre dalle sirene (piuttosto ricche) della MLS: lo spagnolo milita oggi nel Montreal Impact, con cui ha disputato finora 10 partite e realizzato 3 reti dalla scorsa estate ed è oggi sotto la direzione di un suo ex compagno come Henry. La squadra canadese sembra aver deciso di puntare sulla coppia offensiva composta proprio dall’ex canterano e l’argentino Pablo Piatti, nella speranza di dare quel tocco in più in termini di tecnica. Ma per Bojan non è certo il finale di carriera che ci si poteva attendere una decina di anni fa.