Il Milan pensa al futuro… ingaggiando “vecchi”

Il Milan sembra aver cambiato decisamente rotta sul mercato: l’inflessibile politica dei giovani portata avanti sino a questo momento da Elliott non ha prodotto i frutti sperati e la società ha dato il via libera alla dirigenza per concludere operazioni con alcuni Over 30. Boban e Maldini (e ancor prima Leonardo e Gattuso) avevano palesato il bisogno di inserire in rosa giocatori fatti e finiti per creare il giusto mix di freschezza ed esperienza ma le loro richieste sono state accolte solo quando la squadra ha toccato il fondo con la sconfitta di Bergamo.

Quello che a primo acchito potrebbe sembrare un tentativo di recuperare una stagione sinora disastrosa, però, potrebbe essere invece un singolare modo di gettare le basi per l’immediato futuro. I rossoneri si trovano al termine del girone d’andata con un distacco vertiginoso dal quarto posto (10 punti di distanza dalla coppia Roma-Atalanta), con la possibilità dunque di ambire solo a un posto in Europa League. Nessuno si strapperebbe i capelli per non aver centrato il sesto posto e quindi questa stagione può essere utilizzata come trampolino di lancio per la prossima. Con questa logica sarebbe sembrato più sensato acquistare altri giovani per far prender loro confidenza con Milanello e invece sono arrivati Ibrahimović (38 anni), Kjaer (30 anni) e Begović (32 anni).

Come mai un’inversione di tendenza così drastica? La risposta, probabilmente, va ricercata nel tipo di trattative che sono state portate a termine: tre prestiti secchi, senza obbligo ma con diritto di riscatto. Nel frattempo sono stati piazzati Caldara e Reina, i cui ingaggi pesavano per essere giocatori che non vedevano quasi mai il campo. Ma non finisce qua: il Milan sembra intenzionato a cedere anche altri elementi acquistati nelle gestioni precedenti che hanno deluso nella loro permanenza in rossonero (da Suso a Kessié, da Çalhanoğlu a Ricardo Rodríguez, da Piątek a Paquetá: tutti possono partire in caso di offerte interessanti).

Cessioni per far cassa, giocatori presi in prestito e nessun investimento ingente: probabilmente il Milan ha scelto di eliminare alcuni giocatori che già voleva vendere la scorsa estate, per non ritrovarsi con lo stesso problema il prossimo giugno; i prestiti verosimilmente serviranno come tappabuchi da qui a fine campionato, semplicemente per riuscire nel minimo obiettivo di concludere dignitosamente la stagione. Discorso diverso per Ibra: il suo arrivo serve, oltre che per il suo apporto in campo, anche per far crescere a livello di carattere e consapevolezza un gruppo troppo fragile.

Così facendo il Milan sta puntando forte sulla prossima stagione: meglio evitare acquisti dispendiosi nella sessione di mercato di gennaio, che storicamente presenta poche opportunità. L’obiettivo del Milan è quello di arrivare a giugno con una rosa sfoltita e dunque rivoluzionare la squadra ragionando sul mercato con il nuovo allenatore; dopo tanti avvicendamenti in panchina, la dirigenza rossonera dovrebbe puntare su un grande mister, di conseguenza è inutile fare acquisti ora per poi rinnegarli a giugno perché non congeniali con le idee della nuova guida tecnica. Il compito dei prestiti sbarcati a Milanello in questi giorni è dunque quello di traghettare la squadra fino a fine stagione, quando potrebbe esserci una vera rivoluzione fondata su pochi pilastri (Donnarumma, Romagnoli, Bennacer, Theo Hernández e Leão, oltre a Zlatan che potrebbe restare un altro anno). Dovesse concretizzarsi anche il passaggio di proprietà ad Arnault, il quadro sarebbe completo.