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Il Brescia oltre le statistiche storiche: nel 2020 deve salvarsi al primo anno di A

Salvarsi in Serie A non è mai facile, ma per il Brescia farlo da neopromossa è sempre stata una missione quasi impossibile. Negli ultimi 40 anni infatti le rondinelle sono state il club con il maggior numero di stagione di militanza in Serie B e le poche volte in massima serie non hanno avuto lunga durata.

Dal 1980 fino a oggi infatti il Brescia vanta 12 anni di Serie A, ben 25 di B (con un ultimo posto salvato dal fallimento del Parma) e 3 in Serie C. Soltanto la promozione del 1999-2000 ha avuto successo con la salvezza per ben 5 stagioni consecutive culminate con la retrocessione nel 2004-2005: non a caso quegli anni vedevano la presenza in campo di un certo Roberto Baggio.

Quest’anno l’uomo chiamato a fare le veci del divin codino è Mario Balotelli: dai suoi gol deve passare una salvezza quanto mai fondamentale per gettare le basi per un futuro prospero. Ci sono riuscite realtà come Udine, Sassuolo, Chievo e SPAL, ma Brescia quasi mai. 1980-81, 1986-87, 1992-93, 1994-95, 1997-98 e 2010-11 sono state infatti le stagioni in cui i lombardi nel primo anno di Serie A sono subito retrocessi.

Cellino però sa che da questo campionato dipende molto del futuro bresciano: dal centro sportivo tutto nuovo in fase di ultimazione a Torbole Casaglia alle migliorie apportate allo stadio, i soldi investiti dal patron sardo potranno avere riscontro soltanto in caso di permanenza in Serie A. Scendere nuovamente e immediatamente in cadetteria significherebbe svalutare i giocatori migliori, perdere sponsor e di fatto ricominciare da capo un progetto fortemente voluto proprio da Massimo Cellino.

Quindi il Brescia deve ripetersi come esattamente 20 anni fa: da Baggio a Balotelli, da Corioni a Cellino, da Mazzone a Corini, la salvezza deve essere raggiunta a qualsiasi costo. Poi si potrà parlare di futuro, soltanto stando in Serie A.