Un ritorno per rimanere
Mario Balotelli è cambiato, forse è davvero la volta buona: dal ritorno in panchina di Eugenio Corini infatti l’attaccante che in estate aveva sposato il progetto della sua città si è caricato sulle proprie spalle la missione salvezza del Brescia.
Approdato all’ombra del Cidneo in pompa magna, Balotelli è stato costretto a saltare le prime quattro partite di campionato causa squalifica rimediata a Marsiglia e ha debuttato alla quinta giornata contro la Juventus. Il primo gol con le rondinelle è arrivato, seppur ininfluente ai fini del risultato finale, a Napoli la giornata dopo, ma le successive tre partite avevano cominciato a far storcere il naso alla piazza.
“E’ il solito Balotelli, non corre, è svogliato” sono state le principali critiche imputate al numero 45 che a Verona torna al gol, ma è anche protagonista dell’ormai arcinoto gesto contro la curva gialloblu. La sconfitta nel derby del Garda costa la panchina a Corini che viene rimpiazzato da Fabio Grosso: il feeling tra il tecnico ex campione del mondo e l’attaccante non sboccia e al terzo allenamento Balotelli viene cacciato e così non convocato per la trasferta di Roma.
Il rendimento di Grosso però è deficitario: tre partite con altrettante sconfitte, zero gol fatti e ben dieci subiti; Cellino non perde tempo e decide di tornare sui suoi passi richiamando Corini. Il ritorno del tecnico che portò il Brescia in Serie A fa ritrovare serenità e voglia a Balotelli che ripaga la fiducia caricandosi la squadra sulle spalle.
Il gol contro la SPAL è decisivo per la classifica del Brescia quanto per ricucire il rapporto con la tifoseria: Mario adesso si impegna, si sacrifica e corre per tre. Emblematica la partita con il Lecce in cui Balotelli non va a segno, ma è autore di una partita sporca, sempre presente e pronto a dare una mano ai compagni. La sconfitta con il Sassuolo lo vede ancora sfiorare il gol casalingo (le quattro reti messe a segno sono tutte fuori casa) e con il Parma subentrando dalla panchina porta in vantaggio il Brescia prima di essere raggiunto in pieno recupero da Grassi.
Ma Balotelli adesso è finalmente diverso: la convocazione in Nazionale in ottica Europeo non è più un miraggio e continuando con questa voglia e con queste prestazioni il Brescia potrà sicuramente dire la sua in chiave salvezza. Mario non può permettersi di fallire anche questa opportunità e con il ritorno di Corini, che lo vede quasi come un figlio, il cambiamento deve essere definitivo: per il suo bene, del Brescia e dell’Italia; insomma, per il bene di tutti.