Nel nostro racconto del 2019 dell’Italbici, è ancora la lettera “C” a essere protagonista. In una duplice veste. Prima per quanto riguarda il cognome dell’interessato e poi perché è l’iniziale di un vocabolo determinante: consapevolezza.
Già, perché il 2019 di Valerio Conti può essere definito come l’anno della consapevolezza. E, allargando l’orizzonte, anche della “conoscenza” a un pubblico che vada oltre l’appassionato duro e puro di ciclismo. Chi infatti mastica poco e niente delle due ruote senza motore, comunque sa benissimo cosa sia il Giro d’Italia e cosa sia la Maglia Rosa. E fino all’edizione 2019 del Giro, Valerio Conti era considerato un buon corridore, validissimo gregario ma anche capace di azzeccare lo spunto vincente. Come nel 2016, a Urdax, imponendosi nella 13/a tappa della Vuelta a España.
Ma la notorietà ai più, il romano della UAE Fly Emirates la raggiunge il 16 maggio 2019. Conti, nella frazione con traguardo a San Giovanni Rotondo, è abile a inserirsi nella fuga vincente. Il gruppo, guidato dalla Jumbo-Visma di Primoz Roglic, lascia fare. Lo sloveno ha infatti tutte le intenzioni di cedere momentaneamente il simbolo del primato. Conti coglie al volo l’occasione. Giunge secondo alle spalle di Fausto Masnada, ma tanto gli occorre per vestirsi di rosa.
E, finalmente, tutta l’Italia si accorge di questo 26enne romano di Roma che in bici va forte. Piovono complimenti da altri romani noti, come Carlo Verdone. E piovono anche le gocce d’acqua che imperversano sulla carovana rosa. Come in quella domenica 19 maggio, cronometro individuale da Riccione a San Marino. Conti è stoico, sotto l’acqua non si arrende e riesce a difendere la Maglia Rosa dagli assalti del vincitore della frazione, Primoz Roglic.
Una Maglia Rosa che Conti terrà per altri due giorni (alla fine ne saranno sei), prima di cederla nella Cuneo-Pinerolo al compagno di squadra Jan Polanc e prima di dover abbandonare il Giro dopo la 17/a tappa con arrivo ad Anterselva a causa di una ciste che gli ha compromesso la seconda parte di stagione.
Un ritiro che ha deluso il 26enne romano, delusione però mitigata dalla consapevolezza di avere la stoffa del potenziale leader. Nel 2020, è d’obbligo per Conti di continuare su questa falsariga.