L’aeroplanino Montella è volato via da Firenze
L’avventura di Vincenzo Montella sulla panchina della Fiorentina è terminata ufficialmente sabato mattina. Anche per lui svaniscono in extremis le speranze di poter arrivare a mangiare il panettone. Un finale a cui in parecchi erano preparati a partire dallo stesso allenatore gigliato; del resto le parole pronunciate dal ds Daniele Pradè dopo la sconfitta con il Torino (“Montella sarà in panchina contro Inter e Roma”) agli occhi di molti davano l’idea di uno spoiler su quanto sarebbe accaduto qualche settimana dopo. Una sorta di ultima chiamata anche se il sospetto è che la dirigenza forse avesse già la testa oltre pensando a un ristrutturazione tecnica in concomitanza con il mercato di gennaio; il periodo migliore per cambiare al fine di dare modo al nuovo allenatore, ricordando che Iachini resta in pole come successore, di suggerire i rinforzi in base anche al suo stile di gioco.
Il bilancio di Montella sulla panchina viola è stato in ogni caso fallimentare in termini di risultati, decisamente lontano dal primo periodo fiorentino targato 2012-2015 in cui lasciò un bel ricordo. Quattro vittorie in campionato su 24 incontri disputati è il dato principale che salta subito agli occhi. Una statistica che la scorsa stagione fece crollare la squadra quasi a un passo dalla retrocessione. Quest’anno invece qualcosa all’inizio appariva cambiato; dalla terza giornata, dopo l’eccellente prestazione casalinga con la Juve in cui mancò solo la vittoria, la Fiorentina ha infilato una serie di risultati positivi: la coppia Ribery-Chiesa osannata dalla stampa italiana e il neo patron Commisso pronto a gongolare sulle ali di questo entusiasmo. Tutto però è andato sfumando dopo la sconfitta interna con la Lazio; da quel match il giocattolo ha iniziato a sfaldarsi, Ribery è stato costretto a una lunga squalifica per una grossa ingenuità nel finale del match contro i biancocelesti, mentre Federico Chiesa ha iniziato a lamentare i primi malesseri. L’undici convincente messo con costanza da Montella è diventato solo un ricordo tra novembre e dicembre dove i gigliati hanno raccolto due soli punti in sette partite.
Alla luce di questi numeri l’esonero è più che giustificato anche perché va aggiunto il malessere accumulato di volta in volta dalla tifoseria e la paura di patire quella retrocessione in B evitata per poco a fine maggio. Montella ha preso una Fiorentina sotto shock per la vicenda Pioli e con alcuni giocatori già in vacanza perché convinti di essere fuori dal’Europa, ma allo stesso tempo già con la salvezza a portata di mano. In queste condizioni non è riuscito a tenere salde le redini di una barca che stava affondando, salvata solo dal successo dell’Inter e da un Genoa più preoccupato a non prenderle. La prima gestione Commisso gli ha messo a disposizione un Ribery ancora in grado di esprimere una certa dote di talento, ma va anche detto che lì davanti la rosa continua a pagare l’assenza di un bomber di razza non il fiuto da gol giusto. Colpe quest’ultime da condividere tra tecnico e staff dirigenziale; proprio per questo motivo è Pradè adesso a sentirti sotto il mirino e obbligato a dare delle risposte alla società. La Fiorentina può cambiare il trend ed evitare situazioni critiche, Commisso è pronto a mettere sul piatto denaro liquido sperando che questo mercato di riparazione sia provvidenziale per la piazza.