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Pioli inizia a raccogliere i frutti del suo (ottimo) lavoro

Come sarebbe la classifica del Milan con Pioli da inizio stagione? In molti si stanno ponendo questa lecita domanda: il cambio passo dei rossoneri dal momento che il tecnico emiliano ha preso le redini del gruppo è stato immediato ed evidente. All’inizio ciò era offuscato dai pochi punti raccolti ma la mano del mister si è vista fin da subito: il gruppo si è compattato, chi ha sgarrato è stato punito e in campo c’è stata molta più intraprendenza da parte dei giocatori. Se si pensa alle sfide con Lecce, Lazio, Juventus, Napoli e parzialmente Roma il Milan ha, in ogni occasione, raccolto meno di quanto meritasse. Mancava la fiducia nei propri mezzi, la sicurezza, e la paura prendeva il sopravvento nei momenti difficili. Ora i punti stanno iniziando ad arrivare e, gara dopo gara, i rossoneri sembrano sempre più squadra.

Non sono certo due successi con un solo gol di scarto contro Parma e Bologna a decretare lo stato di salute della squadra ma, se si guardano le prestazioni, il gruppo pare in netta e costante crescita e con esso, di conseguenza, anche i singoli. Oltre a valorizzare ancora di più Theo Hernández in fase offensiva, Pioli ha avuto il coraggio di insistere su Conti nonostante le prime brutte prestazioni: il terzino ex Atalanta aveva bisogno di giocare con continuità per scrollarsi di dosso le ragionevoli paure e indecisioni che un ragazzo che non gioca da due anni può avere e ora a Milanello si godono un terzino importante in entrambe le fasi.

Ma i meriti di Pioli non si fermano certamente qui: dopo aver schierato il suo vecchio pupillo Biglia nelle prime gare, probabilmente offuscato dal ricordo del giocatore che l’argentino era ai tempi della Lazio, il tecnico ha puntato con decisione su Bennacer, trovando un regista come in rossonero non si vedeva da tempo; pressing, verticalizzazioni, personalità, brio: con queste doti l’algerino ha senza dubbio fatto cambiare passo alla squadra. Anche ai suoi fianchi si sono viste facce nuove: Krunić si è sempre guadagnato la pagnotta quando è sceso in campo, consentendo al suo allenatore di effettuare un lavaggio di capo a Kessié, dimostrandogli di non essere un elemento insostitibile. Oltre a Krunić, però, il vero volto “nuovo” in questo Milan è Bonaventura: la sua assenza è pesata tantissimo nell’ultimo anno e con la tecnica e l’intelligenza calcistica di cui dispone si sta ergendo a trascinatore del gruppo, a leader tecnico, per dirla con termini attuali.

La missione più complicata di Pioli era ridare vita a Suso e Piątek; contro il Bologna i segnali sono stati incoraggianti: il polacco, oltre al rigore guadagnato e trasformato, ha dato per la prima volta la sensazione di essere parte attiva del gioco di squadra, aiutando i compagni difendendo palla e giocando di sponda. Per quanto riguarda lo spagnolo, il meraviglioso assist per Theo parla da solo.

Va reso onore al merito a Stefano Pioli per il lavoro svolto sino a questo momento e se la squadra dovesse continuare a crescere da qui a fine campionato potrebbe anche essere preso in considerazione per un progetto a lungo termine, rispondendo con i fatti a tutti quelli che erano scettici al momento del suo arrivo. Sottoscritto compreso.