Il Bari vuole tornare grande. E si appella al San Nicola
Lo percepisci chiaramente quando entri al San Nicola. A Bari c’è fame. Fame di calcio che conta, perché la Serie C sta stretta a una città intera, abituata ad altre platee e costretta a rivangare un passato nemmeno troppo lontano. A Bari ci si rintana nei ricordi con la speranza che possano rivivere al più presto. La voglia di tornare grandi la respiri girovagando per le intriganti viuzze di Bari Vecchia, dove il tempo sembra essersi fermato a qualche decennio fa. La respiri guardando ammirato la curva Nord, che canta a squarciagola l’inno “Bari Grande Amore” e fa partire la sciarpata all’ingresso della squadra in campo.
La stagione è cominciata con troppi alti e bassi. Eppure, a detta di tutti, la società si era mossa benissimo sul mercato estivo, andando a prendere calciatori di esperienza e da categorie più alte. Su tutti Filippo Costa e Mirco Antenucci, due che, tanto per dire, l’anno scorso vestivano la maglia della SPAL in Serie A. Ma il gioco di Cornacchini, l’allenatore artefice della risalita dalla D, stentava a decollare. Il Bari non riusciva a esprimere tutte le sue potenzialità e mancava di quella continuità di risultati che è fondamentale in campionati così incerti e insidiosi.
La società ha quindi deciso di cambiare tecnico: fuori Cornacchini, dentro Vincenzo Vivarini. Con l’ex tecnico di Empoli e Ascoli, il Bari è riuscito a imprimere una marcia diversa, quasi da promozione diretta. Un bottino invidiabile, fatto di ventinove punti in tredici partite (nello specifico, 8 vittorie e 5 pareggi). Vivarini è ancora imbattuto e domenica sera, nello scontro diretto contro il Potenza, pur soffrendo è riuscito a portare a casa un successo fondamentale. Peccato per i pugliesi che la Reggina stia facendo il vuoto dietro di sé, ma il Bari, da par suo, vuole provare a rimanere in scia.
Il Bari vuole essere protagonista assoluto e mirare a quel primo posto che, al momento, sembra una chimera. E per farlo ha bisogno anche di giocare bene. Ecco perché tutti, dalla società ai tifosi, passando per i giornalisti e gli addetti ai lavori, sono così esigenti nei confronti della squadra. Non basta il risultato, qui a Bari. La gente vuole “vincere e convincere”. La strada per tornare grandi è lunga, ma l’entusiasmo della gente può essere davvero contagioso.